di
Martina Baricevic'
La passeggiata in città inizierà dalla Chiesa dei Cappuccini,
per passare poi in Corso dove il primo palazzo da ammirare
è il Palazzo Adria, poi il Palazzo in cui ha sede il Comune di
Fiume e, poco più in lá, il monumento più caro ai Fiumani, la
"Torre Civica".
Passando ·"soto la Tore" , vecchia porta d' entrata in città, ci
inoltreremo nella zona riservata a ciò che é rimasto della Cittá
vecchia. Questa parte di Fiume é la zona di cui ogni Fiumano
va fiero ; é vero che di vecchio é rimasto molto poco, peró
qualcosa é rimasto, e noi giovani dobbiamo darci da fare
affinché le cose migliorino, o rimangano almeno tali e quali,
in modo che pure noi,un volta adulti, si abbia da raccontare
e far vedere qualche cosa ai nostri figli.
Non le permetteró di andare via da Fiume senza aver visto
l' Arco Romano, la Cattedrale dei nostri Patroni S. Vito e
Modesto, e il Duomo, con il suo campanile in stile romanico,
tra i piú antichi rimasti in città.
Sicuramente, dopo questo giro, la mia amica sarà stanca
e affamata, perciò la prossima tappa sarebbe la fermata
dell' autobus che ci porterà dai nonni.
Il pranzo, pasta e fagioli o pasta e patate ; se riescono a trovarli,
una terrina di "cento in bocca" con polenta e radicchio, oppure
gnocchi con gulasch e, per finire, palacinche con marmellata di
prugne o strudel di mele.
Dopo il pranzo, il nonno comincerebbe a raccontare :
"Quando mi ero putel..." e alla mia amica e a me non resterebbe
altro da fare che ascoltare i racconti su Casa Garbas, sul Ricovero
"F.lli Branchetta", storie de Zitavecia, del pizaferai, dele lumi a
petrolio, dei gati che miagolavano tuto el mese de marzo, dele
fontane e dei lavatoi, del tram che portava i fioi ai bagni, a Cantrida,
dele tabachine che rabotava in fabrica tabachi...
A questo punto viene immancabilmente interrotto dalla
nonna che inserisce i suoi ricordi di, quando bambina,
per soli "zinquanta centesimi" andava a comperare da
Fontanella le caramelle colorate.
I ricordi della mamma sono piú "freschi", parlano della "mlecariza"
che portava ogni giorno il latte fresco appena munto, e il solito
bicchiere di "scorupic' ", e poi le giocate giú al molo, sulle
passerelle,tutte le domeniche.
Adoro ascoltare il nonno quando, serio e compito, racconta le
"domeniche de una volta", quando i Fiumani de matina andavano
a messa, de dopopranzo se spasseggiava per el Corso, se butava
qualche ociada ale mule, e dopo con la nave se fazeva una gita in
Abazia ; sula nave se balava, sora era una orchestrina, e noi muli
se divertivimo de mati.La sera se andava in Teatro Verdi, in galeria
se capisse, e tuti cantavimo tochi de opera tornando a casa.
Altroché television...!
Che abbia ragione ?
Chissà !
La mia amica ed io, anche se stanche, non potremo addormentarci
subito : a letto si discuterà probabilmente di tante cose, sopratutto
delle storie ascoltate e delle cose viste.
Forse in queste giornate di permanenza a Fiume, riusciró a far vedere
e capire alla mia amica la ricca storia della città, che si rispecchia
nella ricchezza della diversità culturale dei suoi abitanti, dei suoi
monumenti, degli usi e costumi, e noi giovani siamo coloro che ne
possono garantire un seguito.
Martina BARICEVIC'
IV classe S.E.I. "Gelsi"
Fiume - Rijeka