Lettera ai Parlamentari in occasione delle celebrazioni del Giorno del Ricordo - 26/1/2009


Gentile Onorevole,

le scrivo a nome della Mailing List Histria (http://www.mlhistria.it), gruppo di discussione e di azione operante su Internet fin dall'aprile 2000 con lo scopo di preservare e tutelare l'identità culturale istriana, fiumana, quarnerina e dalmata di carattere italiano nei propri territori originari.

Fra pochi giorni si celebrerà il 10 febbraio, il Giorno del Ricordo dedicato alla memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata.

In questi giorni sulla stampa, soprattutto di area giuliana, si è molto discusso su un possibile atto di riconciliazione storica che vedrebbe quali protagonisti i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia. Al di là delle polemiche innescate da alti esponenti politici d'oltreconfine riteniamo che, prima di una riconciliazione, occorra che la memoria nazionale italiana faccia propria la tragica storia degli italiani dell'Istria, Fiume e Zara: per poter voltar pagina, questa deve prima essere letta ed assimilata. Cosa che, se si consulta un qualsiasi libro di testo di storia del novecento in uso nelle scuole italiane, sembra ancora di là a venire.
Quindi prima di ogni atto celebrativo che sani la dolorosa ferita del nostro confine orientale con gli stati di Slovenia e Croazia occorre che l'Italia ci arrivi consapevole sia delle proprie colpe ma anche di quelle altrui, soltanto in tal modo potrà pretendere che le altre parti in causa facciano altrettanto rendendo una eventuale riconciliazione non un puro atto formale ma sostanziale.

Pertanto come prima cosa le chiediamo di adoperarsi affinchè la tragica storia del confine orientale d'Italia sia inserita nei libri di testo italiani, anche in vista del provvedimento della ministra Gelmini che vuole congelare i testi scolastici per 5 anni.

Cogliamo l'occasione per ricordare le necessità economiche delle associazioni che rappresentano gli esuli giuliano-dalmati e la comunità italiana autoctona residente in Slovenia e Croazia, necessità che la crisi economica in atto rischia di venire soddisfatte solo in minima parte. In tal senso siamo dell'opinione che la cultura giuliano-dalmata sia una parte essenziale della variegata compagine intellettuale italiana e che si debba compiere ogni sforzo affinchè questa possa continuare a prosperare e a beneficiare con il proprio insostituibile apporto l'attività culturale della nostra penisola.

Vogliamo altresi lanciare un appello alla nostra diplomazia affinchè si faccia attiva portatrice delle istanze degli esuli presso Zagabria (e, in altri termini, in un secondo momento, presso Lubiana) affinchè si possa liberamente accedere alla legge sulle restituzione dei beni nazionalizzati dal regime titino. La risoluzione del problema dei beni perduti dagli esuli giuliano-dalmati è, a nostro avviso, uno dei punti salienti per ottenere una prima vera e reale premessa di riconciliazione fra le parti. In questo senso rammentiamo alle nostre istituzioni la necessità di completare e di saldare definitivamente il capitolo degli indennizzi dovuti dallo stato italiano agli esuli che ne abbiano fatto richiesta nel corso degli anni.

Fiduciosi di poter vedere in Lei un sincero sostenitore delle nostre istanze Le porgiamo

Distinti saluti

MLH

Ci hanno risposto...


Gentile Sig. Flamigni,

ho letto con attenzione la sua lettera in quanto riguarda un argomento che interessa molte famiglie italiane che ancora oggi e,credo per sempre, porteranno con sé il tragico ricordo di quei giorni.

Capisco le sue ragioni e le condivido e per questo porterò in Commissione Cultura le vostre istanze e ho già girato ai colleghi competenti in politica estera il vostro appello.

In ogni caso la ringrazio per avermi contattata e segnalato il suo problema, che è poi il problema di tanti altri cittadini di cui però ero già consapevole.

Ho poche speranze che arriveranno sostegni economici perché la crisi è davvero seria e tocca tutta la realtà fuori e dentro l’Italia.

Comunque chiederò cosa si può fare.

Assicurandole il mio massimo impegno le invio i miei più cordiali saluti.

Luisa Santolini


Salve,
ho avuto modo di leggere la Sua accorata comunicazione e a tal riguardo mi preme condividere con Lei alcune considerazioni.

Ho provveduto a predisporre una proposta di legge, che verrà presentata nei prossimi giorni, “Disposizioni per il riconoscimento di un ulteriore indennizzo ai soggetti titolari di beni, diritti e interessi dei territori ceduti all’ex Federazione Jugoslava” che prevede un indennizzo superiore rispetto a quello già previsto dalla normativa vigente e che quindi crea le basi per una interiorizzazione delle responsabilità da parte dello stato italiano e certamente un capitolo nuovo per le relazioni con le terre di confine.

Restando a Sua disposizione per qualsiasi cosa, l'occasione mi è lieta per porgerLe cordiali saluti.

On. Aldo Di Biagio


Stimato Signor Famiglini,
Le scrivo mentre sta per riunirsi a Palazzo Chigi il tavolo di confronto tra governo e associazioni degli esuli, varato a suo tempo dal Governo Prodi come sede istituzionale in cui affrontare nel loro complesso le molte questioni che rimangono aperte.
C’è da augurarsi che da quel tavolo gli esuli istriani, fiumani e dalmati potranno alzarsi con qualcosa di concreto in mano, non solo con il beffardo ricordo di quanto è recentemente accaduto in sede di ratifica del Trattato di amicizia tra Italia e Libia, allorché sono stati trovati centinaia di milioni di euro per indennizzare gli italiani espulsi della Libia nel 1971. Laddove, come ho detto intervenendo in Aula, siccome in Istria e in Dalmazia non c’è il petrolio i nostri esuli, che hanno portato sulle spalle il peso della sconfitta nella seconda guerra mondiale, evidentemente pesano di meno e allora aspettano da sessant’anni.
D’altra parte, le speranze degli esuli di ottenere un equo e definitivo indennizzo avevano subìto un brusco scossone già con i tagli della finanziaria. Un colpo parzialmente attutito dal voto con cui la Camera dei Deputati, favorevoli anche esponenti della maggioranza, ha approvato un mio ordine del giorno che impegna il Governo a reperire le risorse da destinare a quel fine. Con l’auspicata prospettiva dell’ingresso della Croazia nell’Unione Europea, con la ripresa del dibattito sulla riconciliazione, con la recentissima legge che permette a tutti gli stranieri di acquistare terreni e immobili in quel Paese, è inoltre tornata di più scottante attualità l’altrettanto annosa questione dei beni abbandonati e della loro restituzione.
Su questo nodo ho ritenuto di intervenire in sede istituzionale rivolgendo un’interrogazione al Ministro degli Affari esteri.
Se infatti credo che l’ingresso della Croazia nella UE debba essere rapido, nell’interesse stesso del nostro Paese, sono altrettanto convinto che se vi è un diritto, esso deve essere fatto valere, e che l’Italia non può che sostenere i detentori di quel diritto.
Ora, l’Unione degli Istriani ha predisposto e ha fatto pervenire al Ministro degli Affari Esteri, un elenco aggiornato delle proprietà immobiliari situate nella parte croata dell’ex zona B ancora disponibili, cioè ancora nel possesso dello stato croato o dei diversi comuni del territorio. Sono proprietà che potrebbero essere restituite ai legittimi proprietari, i quali vivrebbero come una beffa estrema la chiusura anche di questa possibilità.
Perciò, nella mia interrogazione ho chiesto a Frattini se condivida il parere che il completamento del processo di riconciliazione e la definitiva integrazione sociale-culturale-economica di Italia, Slovenia e Croazia sotto l’egida della UE debba essere compiuto anche attraverso l’ascolto, l’interlocuzione e il coinvolgimento delle associazioni rappresentative degli esuli, in primo luogo l’Unione degli Istriani. Gli ho chiesto altresì se ritenga opportuno, utile e doveroso avviare urgentemente l’istituzione di una commissione di studio deputata a valutare le modalità attraverso cui gli esuli che ne abbiano il diritto possano ottenere la restituzione dei loro beni, in tal modo offrendo una specifica e qualificata sponda istituzionale cui gli esuli stessi possano far giungere istanze e problematiche in materia.
Detto in sintesi ma spero con chiarezza: se la restituzione dei beni agli esuli che ne hanno diritto è un atto di giustizia, che questo atto sia compiuto, e in ciò le istituzioni italiane facciano la loro parte. Spero perciò che la risposta del Governo alla mia interrogazione sarà in sintonia con questi principi. Con i miei più cordiali saluti
Ettore Rosato


La nostra risposta...


***

Gentilissimo On. Ettore Rosato,

La ringraziamo in primo luogo per il Suo costante impegno in favore dei diritti degli esuli che Lei, da triestino, sicuramente sente sulla sua pelle più di altri. Confidiamo che la strada della restituzione venga perseguita senza indugio perchè in primo luogo riteniamo che avere una possibilità di ritornare a far parte del tessuto sociale istriano sia l'obiettivo principe di chi ha realmente intenzione di sanare una ferita apertasi sessant'anni fa'. In questo senso seguiremo con grande attenzione l'evolversi delle situazione in questo ambito di inziativa.
Parimenti la via dell'indennizzo non può essere ignorata sia per chi ne faccia richiesta in alternativa alla restituzione che per chi non potrà vedersi restituire le proprietà confiscate dal regime titino. Rimane aperto e di grande attualità il problema della preservazione della cultura giuliano-dalmata, strettamente connesso con l'iniziativa del Giorno del Ricordo, che necessita di una costante attenzione da parte delle istituzioni pubbliche per essere conservata e rafforzata, sia in Italia e che oltreconfine. Rimaniamo a Sua disposizione per qualunque iniziativa venga sviluppata in tal senso.

Un cordiale saluto

Axel Famiglini, MLH


***



Gentile Axel Famiglini
Spettabile Mailing list Histria

Ringrazio della Vostra cortese nota.
Non mancherò di sostenere le Vostre legittime istanze. Ritengo, infatti, che alla questione da Voi rappresentata vada riconosciuta dignità a 360 gradi, coinvolgendo tutti i soggetti interessati.
Nel rimanere a disposizione per ogni eventuale necessità, mi é gradita l'occasione per esprimere i migliori saluti.
Con stima.
On. Angelo Compagnon


Egregio dott. Famiglini,
come da impegno assunto Le allego l'interpellanza urgente sulle Foibe che ho provveduto a depositare alla Camera. Le allego, inoltre, l'articolo apparso ieri su Il Giornale, in pag. 14 nazionale, a supporto dell'iniziativa.
Non appena il Ministro dell'Istruzione Gelmini mi darà riscontro sarà mia cura notiziarLa in merito. Cordialmente.
Paola Frassinetti


***

Atto Camera

Interpellanza urgente presentata da
PAOLA FRASSINETTI
martedì 10 febbraio 2009


I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per sapere,

premesso che:

con la legge 30 marzo 2004 n. 92 è stato istituito dal parlamento italiano il "Giorno del Ricordo" in data 10 febbraio, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale;

tale giornata è dedicata dallo Stato alla celebrazione ed alla memoria del martirio degli italiani infoibati, al loro assassinio di massa organizzato dalle bande partigiane comuniste del maresciallo Tito, oggi considerato il primo raccapricciante segno di "pulizia etnica" attuato in quelle terre, che durò fino al 1948 e provocò l'esilio forzato di 350 mila italiani, tra i quali vecchi, donne e bambini delle terre di Istria, Fiume e di tutta la Dalmazia;

considerato che:

all'articolo 1 comma 2 della legge di cui sopra si fa espresso riferimento del fatto che tali commemorazioni debbano essere realizzate per diffondere la conoscenza di quei tragici eventi agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado;

dall'entrata in vigore della legge tale ricorrenza è stata celebrata da parte delle più alte cariche dello Stato e numerose iniziative sono state poste in essere da quasi tutti i partiti politici, sono state altresì effettuate celebrazioni storiche, iniziative editoriali, trasmissioni televisive volte a rendere sempre più conosciute ai cittadini, soprattutto ai giovani, quelle tragiche vicende che, fino al marzo 2004, sono sempre state volutamente e colpevolmente dimenticate;

considerato inoltre che:

purtroppo ancora oggi in Italia c'è chi tende a minimizzare la tragedia delle foibe e che, paradossalmente, è proprio la scuola l'istituzione che tende a dimenticare maggiormente questa pagina tragica della nostra storia. Infatti i testi scolastici dovrebbero contemplare questa tragica vicenda e, invece, in molti casi, la stessa non viene nemmeno menzionata, disattendendo in questo modo una delle principali finalità di questa legge -:

quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per studiare forme di intervento adeguato nei confronti della case editrici di libri scolastici di storia nelle scuole, affinché la tragedia che ha interessato il confine orientale d'Italia sia inserita nel programma di storia di tutti i libri di testo, anche in considerazione dell'approvazione da parte del parlamento del Decreto Gelmini che prevede che, per cinque anni, i testi scolastici non subiscano variazioni;

quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per promuovere la conoscenza di questo evento storico attraverso assemblee, mostre, convegni, anche con la testimonianza degli esuli che hanno vissuto quel periodo.

Paola Frassinetti


***