c.p.c.
All' On.le
Marcello PERA
Presidente del SENATO
segreteriagabinettopresidente@senato.it
Oggetto :
DDL. n. 4222 - Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità
europee ed i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Croazia
dall'altra (Approvato dal Senato);
Onorevoli
Presidente e Membri della CAMERA,
La ratifica del patto di stabilizzazione con la Croazia, tappa fondamentale
per l'ingresso della Croazia nell'Unione Europea, è al primo punto dell'ordine
del giorno nella seduta della Camera di martedì 6 luglio 2004.
Quali Esuli dall'Istria, Fiume, Dalmazia, Quarnero, e loro discendenti,
nel mentre ci congratuliamo per il prossimo ingresso della Croazia nell'UE,
vogliamo denunciare la grave discriminazione che la Croazia pare intendere
perpetrare nei nostri confronti.
Dalla stampa apprendiamo che la Croazia, che pur sta adeguando le proprie
leggi alle politiche comunitarie in materia di minoranze e sta giustamente
favorendo il rientro e la restituzione dei beni agli esuli serbi del conflitto del
1995, intende continuare a negare gli stessi legittimi diritti a noi, popolazione
di lingua e sentimenti italiani, costretti all'esodo dalle nostre Terre, cedute poi
alla Jugoslavia, durante e a seguito gli eventi della seconda guerra mondiale.
Cavalcando il motto "pacta sunt servanda", la Croazia intende estromettere
noi giuliano-dalmati dai benefici della legge croata sulla denazionalizzazione
(Legge pubblicata nella G.U. Croata del 5 luglio 2002) .
Ma di quali patti si tratta?
Di quelli che dal 1947 in poi negarono, a noi giuliano-dalmati, il sacrosanto
principio di autodeterminazione di un popolo ?
La Croazia chiede che questi Patti vengano rispettati. Perché la Croazia
dimentica, allora, che la Jugoslavia per prima violò il Trattato di Pace di
Parigi del 1947 anzi, che già nel 1945, senza averne alcun diritto, avviò
confische, nazionalizzazioni, appropriazioni indebite ?
Perchè il rispetto deve essere unilaterale ?
Costretti all'esilio negli anni in cui in Jugoslavia si scatenavano il
terrore, la violenza, l'epurazione nei confronti di chi non voleva sottostare
al costituendo regime totalitario comunista di Tito, noi ci rifugiammo nella
nostra Madrepatria democratica, in quanto italiani di nascita e/o di diritto.
Da allora tra Jugoslavia e Italia iniziò una politica di accordi bilaterali,
sottoscritti senza che fosse richiesto il nostro parere, e che, peraltro
non sempre vennero rispettati dalla Jugoslavia ed a tutt' oggi non sono
completamente onorati dalla Croazia.
Il nostro silenzio fu imposto da questioni legate a equilibri internazionali
che mettevano sempre in secondo piano il nostro Esodo e le sue
conseguenze.
Ma oggi, che la Croazia aspira ad entrare nell' Unione Europea, chiediamo
all'Italia, alla Croazia e all' Unione Europea, che la Croazia si impegni a
rispettare anche noi, popolazione autoctona in esilio da circa sessant'anni,
e ci garantisca parità di diritti rispetto agli altri cittadini europei e alle altre
minoranze, ivi compresa -- ove possibile -- la restituzioni dei nostri beni che
ci furono tolti con la violenza, anche fisica, e con atti d'imperio, ampiamente
illustrati durante le discussioni parlamentari della Legge 30 marzo 2004,
n.92 "Giorno del Ricordo .
Cogliamo l'occasione per invitare le forze politiche italiane, croate e
comunitarie, nonché i rappresentanti dei media, a far visita e conoscere
anche noi esuli e discendenti giuliano-dalmati, le nostre Comunità, i nostri
Istituti di Cultura e le nostre Associazioni in Italia e nel Mondo, come già
si sta giustamente facendo con le minoranze espulse dalla Croazia nei più
recenti anni '90.
E' solo attraverso la ripresa di un dialogo civile che si costruisce la
nuova Europa.
Si associano a questo messaggio gli amici degli Esuli dall'Istria, Fiume,
Dalmazia, Quarnero, e dei loro discendenti, membri della Mailing List
HISTRIA, gruppo di discussione apartitico nato su Internet nell'anno 2000
con lo scopo di salvaguardare, diffondere e valorizzare il patrimonio storico
e lo specifico culturale istriano, fiumano e dalmata di carattere italiano,
che è parte integrante della storia della nostra Nazione, pur nel rispetto
delle altre culture.
Distinti saluti
M.L.HISTRIA www.mlhistria.it