Gentile Onorevole,
Chiediamo al Governo di convocare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
il Tavolo di Coordinamento con le Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani
e Dalmati per chiudere definitivamente un contenzioso che da troppo tempo
attende soluzione.
Se è vero che sono trascorsi più di sessant'anni affinché il Parlamento
votasse la legge del Giorno del Ricordo dell'Esodo e delle Foibe, è
altrettanto vero che da sempre gli Esuli attendono giustizia.
I problemi da discutere sono noti: indennizzi, restituzioni, case popolari,
anagrafe, cittadinanza, conservazione dei cimiteri e problemi in materia di
assicurazioni sociali.
Riteniamo tuttavia impossibile ripetere il deludente esito del confronto,
pur significativo, sostenuto dagli Esuli Giuliano Dalmati col precedente
Governo.
Risulta pertanto prioritario l'impegno della Presidenza del Consiglio e del
Ministero dell'Economia e delle Finanze a risolvere il problema
dell'indennizzo equo e definitivo dei beni abbandonati. Le Associazioni
degli Esuli svolgeranno il loro ruolo con unità, serietà e coraggio.
Si tratta dei beni che gli italiani dell'Istria e della Dalmazia sono stati
costretti a lasciare nelle terre oltre Adriatico ed il cui valore, a chi non
sa è bene ricordarlo, è servito per pagare alla Jugoslavia i danni di guerra
prodotti dall'Italia durante la seconda guerra mondiale. Gli Esuli hanno
pagato per tutti gli italiani senza ricevere un giusto ed adeguato
indennizzo.
Senza la disponibilità del Ministero dell'Economia e delle Finanze, senza
soluzione al problema dell'indennizzo equo e definitivo, come in questi
giorni il Governo ha formalmente promesso agli italiani Profughi dalla
Libia, non solo gli Esuli non avranno giustizia, ma l'Italia non uscirà da
un dopoguerra che attende di essere finalmente lasciato alla storia.
L'auspicio inoltre è quello che vi sia maggiore collaborazione tre gli Esuli
e la Comunità dei Rimasti, pena la loro stessa sopravvivenza.
Rapporto finora non facile per condizionamenti storici, ideologici ed
ambientali oltre per i diversi interessi politici "di frontiera" che ne
hanno condizionato la storia.
Le loro classi dirigenti dovrebbero fare un passo indietro per realizzare
insieme un meno incerto futuro sulla base di programmi di comune interesse.
Crediamo che una collaborazione sarà possibile quando non risulti
mortificata, come aggi accade, da dolorosi tagli di bilancio che mettono a
rischio la vita stessa di tali comunità.
L'impegno di tutti peraltro non può essere indirizzato, come finora, alla
sola cultura.
Dovrebbe riguardare anche l'aspetto economico, argomento finora poco e mal
considerato a Roma come a Trieste, a Fiume come a Capodistria.
La Comunità Italiana che vive in Slovenia e Croazia, Paesi da considerare
ormai europei, deve essere in grado di sviluppare un'economia diffusa che
sia di supporto alla sua sopravvivenza.
Un programma che preveda l'utilizzo di mezzi e capacità imprenditoriali che
non mancano in numerosi settori e che necessitano di un preventivo, aperto
ed approfondito confronto.
Consideriamo necessaria l'istituzione di un Tavolo Economico di
programmazione nel quale siano coinvolti Ministeri e Regioni accanto a
qualificate presenze di privati con rappresentanti di Esuli e Rimasti.
Anche se i tempi non sembrano i più favorevoli, il Governo ed il Parlamento
italiani devono fare un passo in avanti, uno sforzo per promuovere una nuova
politica in Adriatico, per dare inizio ad una nuova stagione di crescita
politica oltre che economica a favore degli Europei che vi vivono.
L'auspicio è che il Governo italiano, grazie ad un ruolo maturo di Slovenia
e Croazia, abbia la volontà di individuare gli strumenti, le sinergie, le
strutture e le professionalità che già esistono e che sono necessarie per
iniziare a scrivere insieme, da Europei, una nuova pagina di storia
dell'Adriatico.
RingraziandoLa per l'attenzione porgiamo
Distinti saluti
Axel Famiglini, ML Histria
http://www.mlhistria.it