Al Presidente della Repubblica Italiana
On. Carlo Azeglio CIAMPI
Palazzo del Quirinale - ROMA
Onorevole Presidente,
Siamo i membri della Mailing List HISTRIA, che già nel dicembre 2000 Le hanno
inviato una lettera parlandoLe della minoranza Italiana autoctona residente in
Slovenia e Croazia.-
Nel pieno rispetto della sovranitá di queste due Nazioni, il nostro gruppo di discussione
in Internet opera per mantenere e rinforzare i legami spirituali e culturali tra l'Italia e le
Comunità Italiane in Istria, Fiume e Dalmazia, senza inutili ed anacronistici irredentismi
ma, al contrario, aspirando che in un futuro, che speriamo non lontano, l'Unione Europea
si estenda ai due Paesi nostri vicini.-
Fra le nostre iniziative in questo senso, nel marzo scorso abbiamo inviato una lettera
all'On.Luciano Violante, proponendo che le massime Autorità dell'Italia, della Slovenia
e della Croazia, realizzino un Pellegrinaggio di Pace nei principali luoghi di sterminio
(Gonars, Arbe, Risiera di San Sabba, Foibe), come Omaggio alla Memoria delle vittime
di tutte le parti affinché, come Lei disse a Trieste l'anno scorso, " Non ci siano più rancori".-
Ora ci permettiamo inviarLe questa lettera, in previsione della Sua visita di ottobre a
Zagabria e, da quanto trascende dalle notizie stampa, anche a Pola e Umago in Istria.-
Vogliamo suggerirLe di includere nel Suo itinerario anche una, sia pur breve, presenza
a FIUME.-
Lì risiede una delle maggiori Comunità degli Italiani, l'unica Casa Editrice di giornali,
riviste e libri in lingua italiana ( l' EDIT ) e una compagnia teatrale (il DRAMMA ITALIANO),
che mantengono viva la cultura della "dolce favella" in Croazia e Slovenia.-
Per Fiume, nell'ottobre 1918, il suo Deputato al Parlamento ungherese Dott.Andrea
Ossoinack rivendicó il diritto all'autodecisione dei popoli,confermato dal Proclama
del 30.X.1918 del Consiglio Nazionale fiumano presieduto dal Dott.Antonio Grossich
proclamando l'annessione all'Italia. Invece, finita la Prima Guerra Mondiale, mentre
Trento, Trieste e l'Istria completavano (quasi) l'Unitá d'Italia, Fiume dovette attendere
più di cinque anni per ricongiungersi con la Madrepatria.-
Purtroppo, mezzo secolo fa, dei 60.000 abitanti di Fiume, circa 55.000 optarono per
l'Italia e pagarono il duro prezzo dell'Esodo. I pochi Rimasti a Fiume, moltissimi di loro
a causa dell'opzione respinta dalle Autorità Jugoslave, o per timore di affrontare l'ignoto,
o per non abbandonare la terra dei loro antenati, soffrirono per lunghi anni l'isolamento
e l'avversione da parte del regime titino, sommersi nella marea dei 200.000 nuovi
abitanti di Fiume,provenuti dalle Repubbliche jugoslave.-
E anche dopo la caduta del muro di Berlino, il governo del Presidente Tudjman
con il suo esacerbato nazionalismo, ostacoló la vitalitá dell'etnia Italiana di Fiume.
Finalmente, dall'anno scorso la C.I. di Fiume rivive in democrazia, e le é stata
doverosamente riconosciuta l'autoctonia.-
Onorevole CIAMPI: Lei nel Suo discorso di Fine d'Anno, ha ricordato la Tragedia dei
Profughi Giuliano-Dalmati, e Le siamo grati : voglia ora, come Presidente di tutti gli
Italiani, apprezzare e ricordare l'Odissea dei Rimasti in Istria, Fiume e Dalmazia.-
Trovi, per piacere, d'accordo con il Presidente Stipe MESIC, il tempo per una sosta
a Fiume: il Suo saluto agli anziani Rimasti, ai loro figli e nipoti che frequentano le
Scuole e Liceo Italiani di Fiume, sará un dolce e permanente ricordo della Madrepatria.-
La ringraziamo e salutiamo distintamente
MAILING LIST "HISTRIA" - http://digilander.iol.it/histria