Lettera al quotidiano "Il Piccolo" sulla questione dell'editoria giuliano-dalmata - 28/9/2008


Egregio Direttore,

sul suo quotidiano è stata pubblicata una lettera firmata dal sig. Gianni Ursini in data 22 settembre u.s.. L’autore, lamentandosi dei tagli recentemente apportati al finanziamento pubblico per l’editoria, ed in particolare per i giornali, discute sull’opportunità che “notevoli somme” provenienti dalle tasse pagate dai cittadini italiani siano devolute a “pubblicazioni che sono chiaramente di parte”. Egli si riferisce in questi termini ai libri presentati sia quest’anno, sia nelle precedenti edizioni, alla “Bancarella”: rassegna del libro dedicato all’Adriatico orientale. Il sig. Ursini, pur notando la veste tipografica ed il materiale fotografico a corredo dei testi, non cita un solo titolo, o autore o casa editrice, nè tanto meno riporta capitoli o paragrafi dei suddetti libri, nei quali, a suo dire, “la parte «culturale» è puramente minoritaria, mentre domina l'odio antislavo ed il nazionalismo esasperato”. Affermazioni queste che, non suffragate da dati oggettivi, lasciano il tempo che trovano e non meritano alcuna replica nello specifico se non ricordare che uno degli stand espositivi più frequentati è stato quello dell'EDIT la casa editrice della Comunità Italiana di Croazia e Slovenia.
L’istituzione della Giornata del Ricordo decisa dal precedente Governo Berlusconi, e votata dalla quasi totalità del Parlamento italiano, rappresenta un tardivo e solo parziale risarcimento per le sofferenze morali e materiali che i nostri connazionali della Venezia Giulia, Istria, Fiume e Dalmazia subirono, allorchè essi soli pagarono il prezzo di una guerra perduta da tutto il Paese. Furono costretti ad abbandonare le loro case, i beni, i propri morti, per affrontare un destino incerto ed ignoto in Italia e all’estero. Ovunque arrivarono, contribuirono con il lavoro, l’ intelligenza e la loro cultura al progresso dei Paesi che li accolsero. Sarebbe troppo lungo l’elenco dei profughi istriani, giuliano e dalmati che hanno dato lustro all’Italia nei vari settori dell’economia, della cultura, dell'arte e della politica dal Dopoguerra ad oggi. Se ora non una “notevole” ma una modesta parte di soldi pubblici va alle loro associazioni ed all’editoria che ne studia le vicende storiche (ancora sconosciute a gran parte del popolo italiano), e promuove e tenta di preservare la cultura di carattere italiano in Istria, Venezia Giulia, Fiume e Dalmazia, mi sembra veramente il minimo che una Madre Patria, e non una Matrigna, possa fare per i propri figli più sfortunati

Grazie per l’attenzione

Distinti saluti

Dr Rosa Roccaforte,
Milano

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