Pinza pasquale

(tratto da: Manuale di Cucina di Caterina Prato, Trieste 1893)

Si prende 1 chilogrammo di fior di farina, 20 tuorli, 28 deca di burro chiarificato, 28 deca di zucchero, 8 deca di anice, 1 decilitro di cipro (o piccolit), 1 a 3 pezzi di fermento di vino o 4 deca di lievito di birra e 2 decilitri di latte. La sera innanzi si mette .1’ anice nel vino, onde ne estraga 1’ aroma, e la mattina susseguente il lievito nel latte; ammollito che sia (dopo 1 ora) lo si cola, mestolandovi insieme press’a poco la quarta parte di farina, lasciandolo fermentare fino alle 3 o 4 ore pomeridiane. Dipoi si pone una pentola di terra in acqua non troppo calda, mestolandovi 1 ora intera lo zucchero ridotto a fina polvere coi tuorli d' uova, versando poi poco a poco il burro tiepido, nonchè il vino colato nella mescela, impastando questa coll’ ajuto d’ un coltello nella farina stiacciata sulla tavola; mestolatovi pure il lievito, si manipo1a 1’ impasto per 1 ora finchè sia ridotto consistente, formandone poi 2 grandi panetti (o diversi piccoli), che, posti su carta in una stanza calda, si lasciano crescer bene. Coperti di carta si cuociono 1’ indomani al forno temperato. Se ne lascia la cura al pistore (a cui si mandano la sera innanzi), non dovendosi cuocerli nel forno della cucina economica. Prima di porli al forno si spalmano coll’ uovo, e si fa dal centro all’orlo in distanza regolare 3 leggiere incisioni. La grande focaccia pasquale puossi serbare delle settimane e va servita col tè o caffè; le piccole si servono cotte di recente col tè.