Trippa

(tratto da: Manuale di Cucina di Caterina Prato, Trieste 1893)

Stufata. Si compra la trippa già ripulita e cotta, tuttavia la si disguazza ancora in diverse acque, poi, tagliata a strisce queste a sottili listerelle, la si mette nel grasso con cipolla sofritta, cospargendola d’un cucchiajo pieno di briciole. Poscia si aggiunge ancora del lardo di prosciutto tritato, prezzemolo, un po’ d’aglio, pepe e sale, e poco per volta del brodo finchè sia tenera, ed infine un po’ di succo e buccia di limone. Nell’imbandire la si cosparge di parmigiano e guarnisce con fette di semmel fritto.

Trippa al pomidoro. La trippa già pulita e lessata molto tenera si taglia a listerelle oblunghe; frattanto si fa rinvenire nel lardo ed un po’ d’olio cipolla e prezzémolo, mettendovi a stufare la trippa con del pomidoro passato, pepe e sale. Durante la cottura alquanto lunga s’aggiunge un po’ di brodo e nell’ imbandire si condisce la trippa con parmigiano grattugiato.

Con capperi. Si mette a stufare con burro e cipolla soffritta la trippa già tagliata e inaffiata con vino, aggiungendovi sale, pepe, vino, estratto di carne, e nell’ imbandire i capperi tritati e un po’ d’aceto. Trippa al lardo. Nel lardo tritato e liquefatto si mette, quando è fumante, del cerfoglio o prezzemolo, una semmel tagliata a piccoli quadrelli, poi 50 deca di trippa lessata e tagliata a dadi, un po’ di brodo e carne porcina affumicata, facendovela stufare e cospargendola poi di parmigiano.

Con briciole. Dopo lessati, i pezzi più grossi della trippa si tagliano a piccoli quadrelli e si soffriggono per alcun tempo nel grasso con cipolla, prezzemolo, sale e pepe. Poi si cospargono fittamente con briciole fritte nel burro, adagiandoli quale guarnizione sopra le verdure.

Fritta. La trippa lessata e freddata si taglia a dadi, ed avvolta nell’ uovo e briciole si frigge nel burro cotto, servendola poi con una guarnizione di verdura.