ATTI E MEMORIE
DELLA SOCIETÀ ISTRIANA DI
ARCHEOLOGIA E STORIA PATRIA
Volume XVI della Nuova Serie
(LXVIII della Raccolta)
VENEZIA
MCMLXVIII
GIUSEPPE RADOLE
GLI ORGANI NELLE CHIESE ISTRIANE
Il regesto degli
organi istriani che qui pubblichiamo deriva da uno studio più ampio e completo
uscito sulla rivista « L'Organo », V (1967), n. 2 e VI (1968), nn. 1 e 2, e
che apparirà in volume a cura dell'Editore della detta rivista R. Pàtron di Bologna.
Abbiamo
intrapreso queste ricerche per colmare, se non è presunzione, una lacuna nei
pur numerosi studi di cose istriane.
È un argomento
che non è stato mai trattato esplicitamente. Ma, come i nostri numerosi canti
popolari, sacri e profani, sono parte viva di un ambiente, così anche gli
organi delle chiese di città e campagna si inseriscono e caratterizzano i
luoghi sacri: il loro aspetto architettonico come la loro fonica contribuiscono
a creare l'atmosfera spirituale di un ambiente. E dove queste caratteristiche
sono state mutate, voi avvertite che c'è stata una amputazione, che una voce,
con atto di violenza, è stata ridotta al silenzio.
Perché il
lettore non si trovi a disagio di fronte ad una fredda catalogazione di date e
di nomi, crediamo opportuno inquadrare il tutto, brevemente e a grandi linee,
in un contesto storico più ampio, nel quale anche l'organo, nel suo campo, è
documento di una civiltà e di un gusto musicale.
L'organo, come
strumento ecclesiastico ad uso liturgico incomincia ad essere presente, con
una certa frequenza, nelle chiese, appena dopo il Mille.
La testimonianza più antica di una certa
attività organistica in Istria risale però alla fine del Trecento, che non è
tarda rispetto a quella che si riscontra in altre provincie con storia musicale
più importante. Nel 1381 infatti è segnalata a Udine l'attività di un non
meglio identificato « Magister de Justinopoli », organaro « super organis
aptandis ».
Ai primi decenni
del Quattrocento, invece, risalgono alcune testimonianze sulla presenza di
strumenti: a Pola nel 1417 è segnalato un organo « ingentis molis » e, a
Capodistria, nel libro cassa è segnata un'uscita in favore di un tale che suonò
l'organo.
Con l'inizio del
Cinquecento le notizie si fanno più frequenti. Va segnalata anzitutto
l'attività dello stampatore Andrea Antico da Montona, che a Roma, nel 1517,
pubblica la prima partitura fin'ora nota di musica per organo: «Frottole
intabulate da sonar organi».
È segnalata a
Capodistria la costruzione di un nuovo strumento (1516), per il quale Vittor
Carpaccio dipinse le portelle ed altre cinque tele per la cantoria (1523).
Sempre a
Capodistria, per la chiesa dei PP. Domenicani, Piero de Zuanne (1534) fornisce
un organo, mentre a Pirano, nello stesso anno, è Mastro Jacomo di Venezia che
si impegna nella costruzione di uno strumento nuovo.
Pochi anni più
tardi (1547) anche nella cattedrale di Parenzo viene eretto uno strumento, che forse
non fu il primo.
Nella seconda
metà del secolo, Giovanno Spica da Pinguente, uomo di lettere e pedagogo,
svolge attività organaria a Bologna, Venezia, Ceneda e Gemona, mentre
l'organaro francese Martino Datis è presente a Capodistria (1560, 1563 e 1565)
e a Pirano (1567 e 1576).
Anche Giulio
Zacchino « tergestinus », compositore e maestro di cappella a S. Giusto e a
Venezia (S. Giorgio Maggiore), opera alcuni restauri a Capodistria (1572).
Il Naldini ci avverte
che nel duomo di Isola nel 1576 si era fabbricato «un organo maestoso».
Ma anche
Cittanova, a cura del vescovo Vielmi, dotava la cattedrale di uno strumento
(1572).
È di pochi anni
più tardi (1587) la più bella cantoria esistente in Istria, quella della
Madonna delle Misericordie di Buie, adorna di tre tele, forse del Tintoretto, e
sulle quali manca uno studio esauriente. Non si sa se allora fu costruito anche
l'organo.
Alla fine del
secolo (1595) il compositore Francesco Sponga di Parenzo, discepolo di Andrea
Gabrieli, pubblica dei Ricercari e delle Arie francesi eseguibili
anche all'organo.
Più avaro di
notizie sugli organi è il Seicento: sono noti infatti soltanto alcuni restauri.
Di questi il più importante resta il trasloco dell'organo del duomo di Pirano,
che da un posto vicino al presbiterio, passò nella cantoria che si può ancora
ammirare in quella chiesa.
Tra i maestri
organari presenti, il maggiore è certamente Eugenio Casparini, autore
dell'organo di S. Giusto a Trieste, di S. Giustina a Padova, di S. Maria
Maggiore a Trento. Operò un restauro a Isola (1666).
Negli ultimi
anni del secolo (la data precisa non ci è nota) l'organaro veronese Carlo De
Beni costruì un positivo per la chiesa della Madonna dei Campi di Visinada. Lo
strumento si trova attualmente, in uno stato di rudere, a S. Domenica di Visinada.
Il Settecento è
il secolo che vide molti rifacimenti di chiese: andarono così disperse varie
opere d'arte e molti strumenti, sostituiti quest'ultimi da nuovi, costruiti
secondo canoni di ideali sonori che vengono definiti barocchi.
Se Giovanni
Battista Piaggia con il positivo di Piemonte (1740) ricorda ancora il mondo
sonoro classico, con Pietro Nac-chini entriamo decisamente in un'epoca nuova:
quella dell'organo barocco di scuola veneta.
A Pietro
Nacchini si deve l'organo di Pirano (1746) e della stessa epoca dovrebbe essere
quello di S. Lorenzo del Pasenatico, che può essere attribuito, per certe
particolarità di costruzione, allo stesso artefice.
In società con
il discepolo Francesco Dazzi, il Nacchini costruisce anche l'organo della
basilica di Parenzo (1759). Il Dazzi da solo, invece, costruì l'organo di Umago
(1776), mentre un secondo Francesco Dazzi, nel 1794, fornì l'organo a
Cittanova.
Del muranese
Antonio Barbini è l'organo di Rovigno (1754), uno dei più grandi strumenti
esistenti in Istria (di
Chi domina però il secolo è l’organaro
estense Gaetano Callido, lo stradivario dell'organo. È un continuatore
della scuola del Nacchini e dei Dazzi, anche se nelle proporzioni delle canne
adotta misure, proprie.
In Istria
costruì molti strumenti, di cui rimangono, purtroppo alterati nella fonica, i
seguenti: Capodistria, cattedrale; Isola, duomo; Buie; Montona; Pinguente.
Questo di Pinguente è l'unico ancora quasi allo stato originale e quindi di
grande pregio. Risultano invece dispersi quello di S. Biagio e di S. Chiara di
Capodistria e del Duomo di Pola. Al Callido vengono attribuiti anche gli
strumenti di Portole e di Pisino.
Organi
callidiani furono costruiti anche a Fiume (duomo e agostiniani); Ossero;
Lussingrande e Lussinpiccolo.
Tutto il
Settecento, come si vede, è dominato dagli organari veneti, ulteriore prova, se
ce n'era bisogno, di quei legami di civiltà che per secoli hanno unito l'Istria
a Venezia.
Unica eccezione
è l'organo di S. Pietro in Selve, celebre per la bellezza della sua cassa,
ricca di ornamenti e sculture, opera di un ignoto organaro di scuola tedesca.
L'Ottocento è
aperto da un organaro di scuola callidiana, Francesco Merlini, autore dello
strumento di sant'Anna di Capodistria (1805).
Giacomo Bazzani
di Venezia fornì l'organo di Dignano (1818).
Giuseppe Girardi
di Rossano (Vicenza) costruì buoni strumenti a Barbana (1844) e Grisignana
(1846).
Del friulano
Pietro de Corte è l'organo di Fasana (1858).
Tutti questi
organari continuano, senza apportarvi modifiche, le progettazioni, nella
fonica e nella meccanica, della scuola callidiana.
Una via più personale
è invece seguita dal vicentino Giovan Battista De Lorenzi, cui si deve oltre
all'organo di sant'Antonio nuovo di Trieste (1836) anche quello di Visinada
(1870) e probabilmente quello di Visignano.
L'arte organaria
lombarda, nella seconda metà dell'Ottocento è largamente rappresentata dal
bresciano Giovanni Tonoli. Questi dopo aver costruito una serie di organi a
Trieste e nel contado, attorno al 1860, arrivò con la sua arte anche in Istria:
Ospo (1866), Antignana (1868); Lindaro; Pola, chiesa della Misericordia.
Di questi
strumenti, mentre quello di Lindaro non esiste più e quello di Pola è in
condizione precarie, quello di Antignana, restaurato recentemente, è ancora
vicino al suo impianto originale.
Attorno alla
metà del secolo, una sua impronta personale la lascia l'organaro Carlo Hesse,
che, all'inizio della sua carriera visse a Trieste, ma che operò soprattutto
in Austria, dove, grazie alla sua presenza, l'organaria italiana esercitò un
certo influsso.
In Istria
costruì l'organo di Corte d'Isola (1847) e di Villa Decani (1852).
Organari locali,
di modeste possibilità, furono attivi lungo tutto il corso del secolo, ma la
loro opera si esaurisce in restauri più o meno azzeccati ed in lavori di
ordinaria manutenzione.
Ricordiamo
anzitutto
Angelo Dolzan di
Trieste, conservatore di alcuni organi della città, costruì l'organo di Momiano
(1896) e gli vengono attribuiti quello di Pedena (1888 c.) ed altri in
Dalmazia.
Del fabbricator
di organi Giovanni Cella di Cherso, che lavorò molto in Dalmazia, non ci è
noto, per quel che riguarda l’Istria, che il restauro del vecchio organo di
Daila (1898).
Con il distacco
politico dell' Istria dal Veneto (1866), si nota una continua penetrazione
dell'arte organaria slovena e tedesca, facilitate per di più da un lento
declino di quella italiana, considerata in ritardo rispetto alle altre scuole.
Questo fenomeno di penetrazione è
evidentissimo nelle zone dell' Istria orientale e centrale, anche se proprio a
Rovigno (chiesa dei PP. Francescani) dobbiamo registrare la presenza del primo
organo in terra istriana costruito da uno sloveno di origine tedesca: Edoardo
Kunad di Lubiana (1882). Lo strumento fu poi sostituito da un'altro di scuola
tedesca, dei Fratelli Rieger (1908).
Molto attivi si
rivelano gli Zupan di Kamnagorica: :Ignazio Zupan (1825-1880) ed i due suoi
figli: Ignazio (1835-1915) e Giovanni (1857-1900), che, dal 1887 all'inizio
della prima guerra mondiale, costruirono una ventina di veramente buoni
strumenti.
Secondo gli
ideali ceciliani tedeschi, dai quali derivano i loro indirizzi nella
progettazione, realizzano la così detta fonica romantica, con netta
prevalenza dei registri di otto piedi.
Altri organari sloveni presenti con
singoli strumenti sono Anton Dernič, cui si deve
l'organo di Villa Treviso (1911) e Andrea Malanowshy che costruì un piccolo
strumento per Piedimonte del Taiano.
Di organari
tedeschi, oltre ai già ricordati Fratelli Rieger, che costruirono un organo a
Passo di Chersano (1891), ricordiamo J. M. Kauffmann di Vienna, autore
dell'organo di Sanvincenti, ma anche di quello della basilica di Aquileia
(1896).
È attivo anche l'organaro cecoslovacco
Jan Tuček (Chersano, Fianona), forse qui chiamato da quei
sacerdoti, suoi connazionali, scesi in Istria a coprire i posti vacanti di
molte parrocchie.
Gli organari
italiani sono però ancora presenti: i Fratelli Pugina di Padova forniscono
l'organo ai PP. Minori di Pirano (1897); Carlo Vegezzi-Bossi di Torino restaura
l'organo di Pisino (1901); Gaetano Zanfretta di Verona costruisce un nuovo
organo a Verteneglio (1904); Giuseppe Malvestio di Padova a Daila (1910).
Un grave danno
il patrimonio organano lo ebbe a soffrire durante la prima guerra mondiale,
quando il Governo austriaco, per esigenze belliche, decise di requisire in
tutto il territorio dell'Impero non solo le campane ma ogni altro oggetto
reperibile di stagno non escluse le canne degli organi. Tale decisione fu
presa nel maggio del 1917 e comunicata alle Curie vescovili di Trieste e
Parenzo.
Si fece un
inventario di tutti gli organi esistenti, perché la legge escludeva dalla
requisizione gli strumenti costruiti anteriormente all'anno 1800 e quelli
inferiori agli otto registri e poi iniziò le requisizione.
Nella diocesi di
Parenzo-Pola si incominciò a levare le canne già alla fine del 1917. Non così
per la diocesi di Trieste -Capodistria, dove i parroci presentarono reclami
alla Commissione governativa, pur di ritardare
A guerra finita
iniziò l'opera di ripristino e restauro, ma qualche organo attende ancora oggi
(Corridico, Draguccio, Fasana, Grisignana) che qualcuno ricostruisca il
prospetto.
Tra le due
guerre molti restauri furono compiuti da Mario Giovannini (Ivica) di Pisino
mentre di organi nuovi ne furono costruiti pochi: a Parenzo, Pola, Dignano,
Valle, Cittanova.
Attorno agli
anni Quaranta invece molti organi classici, risparmiati dalla furia della
guerra, furono alterati nella loro fisionomia fonica da restauri maldestri,
operati principalmente dall'organaro Giorgio Bencz di Gorizia (Capodistria,
Isola, Pirano, Buie, Umago, Pola-Misericordia). Egli eliminò le file più acute
del ripieno, i flauti in duodecima, la cornetta ed i tromboncini.
Quasi sempre aggiunse una viola.
Dopo la seconda
guerra infine l'organaro sloveno Vinko Rebolj di Maribor, dimostrando
insensibilità artistica e mancanza di cultura organaria, operò altre
mutilazioni (Pirano, Umago, S. Lorenzo di Daila, Rovigno), mutilazioni che sono
più gravi di quelle fatte dal Bencz.
Ciò vale
soprattutto per l'organo di Rovigno.
Di organi nuovi ne sono stati costruiti
due, dall'organaro sloveno Frane Jenko di Lubiana: a Pola-Francescani e a Villa
Decani, ma non sono strumenti interessanti né per la fonica e meno ancora per
la parte meccanica.
REGESTO CRONOLOGICO DEGLI ORGANI IN ISTRIA
1381 - Un Magister
de Justinopoli è chiamato a Udine super organis aptandis.
1417 - Pola -
cattedrale. È segnalato un organo ingentis molis, collocato nella navata
destra.
1421 -
Capodistria - cattedrale. Viene pagato un importo cuidam qui pulsavit
organa.
1516 -
Capodistria - cattedrale. Viene costruito un nuovo organo, di cui non si
conosce né l'autore, né la composizione, collocato in cantoria, vicino al
presbiterio.
1517 - Roma.
Andrea Antico da Montona imprime con procedimento silografico, la prima
intavolatura a stampa per organo, che si conosca: Frottole Intabulate Da
Sonare Organi Libro Primo.
1523 - Capodistria
- cattedrale. Vittor Carpaccio dipinge le portelle per l'organo, di cui due {Presentazione
al tempio e Strage degli innocenti) si conservano ancora nella
cattedrale capodistriana e, per il parapetto della cantoria, altre cinque tele,
di cui ci sono pervenute due (Il profeta Zaccaria e Geremia).
1534 -
Capodistria - S. Domenico. Maestro Piero de Zuanne fornisce l'organo.
Capodistria -
Cattedrale. Viene dorata la cassa dell'organo.
Pirano - duomo.
Maestro Jacomo di Venezia firma il contratto per la costruzione di un nuovo
organo (200 ducati) in sostituzione di quello vecchio. Esercitò poi l'ufficio
di organista per due anni.
1540 - Pirano -
duomo. Il pittore Maestro Ambrogio è chiamato a decorare la cassa dell'organo,
posto probabilmente in cornu epistolae.
1547 - Parenzo
- basilica. Viene costruito da autore ignoto l'organo, che forse non fu il
primo.
1550 - Giovanni
Spica da Pinguente svolge attività organaria a Bologna, Venezia, Ceneda,
Gemona, attività che è provata fino al 1568.
1560 - Capodistria
- cattedrale. Il francese Martino Datis ripara l'organo. Per lo stesso motivo è
presente nel 1563 e 1565.
1567 - Pirano -
duomo. Giulio Zacchino, tergestinus, e Massimilian da Udine restaurano
l'organo.
1572 - Cittanova
- cattedrale. Per interessamento del vescovo Vielmi viene costruito l'organo,
probabilmente il primo.
1576 - Pirano -
duomo. Martino Datis ripara alcuni guasti all'organo, mentre il depintor de
Piran, Alessandro Avanzata, ritocca la cassa.
- Isola. Il
vescovo Naldini scrive: « ...su la porta principale un organo fabbricato nel
millecinquecentosettantasei... ».
1587 - Buie -
Madonna delle Misericordie. Viene costruita una bellissima cantoria, adorna di
tre tele forse del Tintoretto.
1595 - Venezia.
Francesco Sponga di Parenzo, discepolo di Andrea Gabrieli, pubblica, presso G.
Vincenti, un libro di Ricercari et Arie francesi.
1614 - Pirano -
duomo. Trasportata la cantoria sopra l'ingresso principale, Maestro Palma di
Venezia firma il contratto per la nuova cassa dell'organo.
1621 -
Albona. Il compositore Gabriello Puliti nella sua pubblicazione
Armonici
accenni... Venezia, 1621, si dichiara: Maestro di Cappella et Organista della
molto magnifica Comunità d’Albona. Esisteva dunque l'organo.
1622 -
Pirano - duomo. Si completano la cantoria e la cassa, così come
appaiono al
visitatore d'oggi.
1629 -
Pirano - duomo. Si porta l'organo vecchio nella nuova cantoria.
1630 -
Pirano - duomo. Pietro Napolitano ripassa l'organo.
1654 - Capodistria
- cattedrale. Doratura della cassa dell'organo.
1666 - Isola -
duomo. Eugenio Casparini restaura l'organo.
1690 - (circa) -
Visinada - Madonna dei Campi. L'organaro veronese Carlo De Beni costruisce
l'organo. Le portelle sono decorate internamente da una Annunciazione ed
esternamente dalle figure di S. Giovanni ev. e S. Giovanni Battista. L'organo
attualmente è a S. Domenica di Visinada.
1702 -
Capodistria - cattedrale. Si restaura l'organo.
1704 - Pola -
cattedrale. Si restaura l'organo.
1707 - Pola -
cattedrale. L'organo viene trasportato, dalla navata, dietro l'altare maggiore.
1718 -
Capodistria - cattedrale. Giacomo de Prosdocimi restaura l'organo.
1724 - Pirano -
duomo. Antonio Lodovico de Moisè ripara l'organo.
1733 - Verona.
Gaetano Amigazzi costruisce un organo per S. Giorgio Maggiore di Venezia. Lo
strumento fu trasferito nel
1740 - Piemonte. Giovanni Battista
Piaggia di Venezia fornisce un organo positivo, lasciando anche un metodo
per la registrazione, l'unico noto di questo autore.
1746 - Pirano -
duomo. Pietro Nacchini fornisce un nuovo organo. È suo probabilmente
anche quello di S. Lorenzo del Pasenatico (1735?).
-
Verteneglio. Giacomo de Prosdocimi restaura l'organo.
1754 - Rovigno -
duomo. L'organare muranese Antonio Barbini costruisce un nuovo organo, di
1759 - Parenzo -
basilica. Pietro Nacchini e Francesco Dazzi costruiscono un nuovo organo,
collocandolo in cantoria sopra l'ingresso principale.
1766 -
Cittanova. Si restaura l'organo.
1771 -
Capodistria - S. Biagio. Gaetano Callido costruisce un organo positivo, op.
71, e firma il contratto per quello della cattedrale.
1773 - Capodistria
- cattedrale. Gaetano Callido monta il nuovo organo di
1775 -
Venezia. Si firma con Francesco Dazzi il contratto per l'organo
di Umago. Prezzo
600 ducati.
1776 -
Umago. Francesco Dazzi monta il nuovo organo.
1780 -
Capodistria - cattedrale. Gaetano Callido ripassa l'organo.
- Pisino -
duomo. Gaetano Callido, secondo una nota di Renato Lunelli, avrebbe costruito
l'organo e in data incerta anche quello della chiesa dei PP. Francescani.
1783 - S. Pietro
in Selve. Vengono allontanati i Monaci Eremitani di S. Paolo. È di qualche anno
anteriore l'organo di scuola tedesca, chiuso in bellissima cassa barocca.
1787 -
Pinguente. Gaetano Callido costruisce l'organo, op. 238.
1788 -
Capodistria - S. Chiara. Gaetano Callido costruisce l'organo op.
249, ed, in data
incerta, forse anche quello delle carceri.
1791 - Buie -
duomo. Gaetano Callido costruisce il nuovo organo, op. 287. Interessante il
metodo di fare le combinazioni dei registri. La cantoria è opera di Osvaldo
Piazza di Umago.
1794 -
Cittanova - Cattedrale. Il secondo Francesco Dazzi costruisce un
nuovo organo,
collocandolo in cantoria sopra l'ingresso principale.
1795 -
Pola - cattedrale. Si ricorre a Gaetano Callido per la costruzione
del nuovo
organo, collocato poi in cantoria sopra l'ingresso principale.
1796 - Isola -
duomo. Gaetano Callido costruisce un nuovo organo. Interessante il metodo di fare
le combinazioni dei registri. La cassa è opera di Osvaldo Piazza di Umago.
1796 - (circa) -
Montona. Gaetano Callido costruisce un, nuovo organo. Attualmente è in uno
stato di totale abbandono. La cantoria è opera di Osvaldo Piazza di Umago.
- Portole.
È probabilmente del Callido il nuovo organo.
-
Capodistria - S. Basso. Organo di autore Ignoto. Non esiste più.
- Isola -
B. V. di Alieto. Organo di autore Ignoto. È ancora efficiente.
1804 -
Torre. Osvaldo Piazza innalza la nuova cantoria. Della stessa epo-
ca è anche
l'organo di autore Ignoto.
1805 -
Capodistria - Sant'Anna. Francesco Merlini fornisce un nuovo or-
gano.
1806 -
(circa) - Cittanova - Madonna del Popolo. Viene posto un organo
di autore
Ignoto. Non esiste più.
1817 -
Pirano - duomo. Giacomo Daris di Venezia ripara l'organo.
1818 -
Dignano. Giacomo Bazzani di Venezia costruisce l'organo di 12
piedi.
1823 - Pirano -
duomo. Antonio Bossi di Trieste restaura l'organo.
1837 -
Trieste. Vengono pubblicati a Trieste i Commentari storico-geografici della
Provincia dell'Istria del vescovo di Cittanova (1641-1655) Giacomo Filippo
Tommasini, dove viene segnalata l'esistenza di organi a: Cittanova,
Grisignana, Portole, Umago, Pinguente, Buie, Gimino, Sanvincenti, Montona,
Capodistria, Pirano, Albona.
1838 - S.
Domenica di Visinada. Si innalza la cantoria e si acquista l'or-
gano della
Madonna dei Campi di Visinada, opera di Carlo De Beni. Dello
strumento, spogliato delle canne, non rimane che la cassa, salvatasi in grazia delle portelle.
1842 - Rovigno -
duomo. Giuseppe Girardi restaura l'organo, allungando la tastiera di 5 note
verso l'acuto.
1844 - Barbana.
Giuseppe Girardi costruisce l'organo.
1846 -
Grisignana. Giuseppe Girardi costruisce un nuovo organo.
1847 -
Corte d'Isola. Carlo Hesse costruisce l'organo.
1852 -
1858 - Fasana. Pietro De Corte
costruisce l'organo n. 30. Attualmente è fuori uso.
1865 -
(circa) - Pola - Madonna delle Misericordie. Giovanni Tonoli costruisce
l'organo, op. 142.
1866 -
Buie - Madonna delle Misericordie. Il pittore Luigi Castro di Trieste
restaura le pitture della cantoria.
- Ospo.
Giovanni Tonoli di Brescia costruisce l'organo.
1867 - (circa) -
Lindaro. Giovanni Tonoli costruisce l'organo, op. 143.
1868 -
Antignana. Giovanni Tonoli costruisce l'organo, op. 145.
1870 - Visinada.
Giovan Battista De Lorenzi costruisce l'organo, n. 134.
Dello stesso
organaro è probabilmente anche quello di Visignano,
costruito in
data non conosciuta. Quest'ultimo è totalmente fuori
uso.
1872 - Rovigno -
duomo. Giovan Battista De Lorenzi restaura l'organo
operando anche
alcune sostituzioni.
1877 - Apriano
(Veprinac). Ignazio Zupan costruisce l'organo.
1881 - Covedo.
Ignazio Zupan costruisce l'organo.
- Fasana.
Edoardo Kunad (Kunath) di Lubiana ripara l'organo.
- Rovigno
- duomo. Edoardo Kunad restaura l'organo.
1882
- Rovigno - S. Francesco. Edoardo Kunad costruisce l'organo,
collocandolo dietro l'altare maggiore.
1886 - Jelsane.
I fratelli Zupan costruiscono l'organo.
1886 -
(circa) - Draguccio. Viene acquistato un organo usato da una
chiesa di
Trieste.
1887 -
Poljane. I Fratelli Zupan costruiscono l'organo.
- Fasana. Edoardo
Kunad restaura l'organo.
- S.
Pietro in Selve. Edoardo Kunad restaura l'organo.
- Dignano.
Angelo Dolzan restaura l'organo.
1891 -
Capodistria. Giacomo Bazzani restaura l'organo della cattedrale e di Sant'Anna.
1894 -
Rukovac. I Fratelli Zupan costruiscono l'organo.
-
Divaccia. I Fratelli Zupan costruiscono l'organo.
1895 -
Passo di Bogliuno. I Fratelli Rieger forniscono un piccolo organo.
- Klanec.
I Fratelli Zupan costruiscono l'organo.
1896 -
Momiano. Angelo Dolzan costruisce l'organo, attualmente smon-
tato.
1896 - (circa) -
Pola - chiesa della Marina. Si costruisce l'organo di scuo
1897 - Sant'Antonio
di Capodistria. I Fratelli Zupan costruiscono l'or-
gano.
-
Capodistria - Sant'Anna. Pietro Zanni di Grado restaura l'organo.
- Pirano -
chiesa di S. Francesco. I Pugina di Padova costruiscono un organo, inaugurato
da Oreste Ravanello.
1898 -
Daila. Giovanni Cella di Cherso restaura l'organo Amigazzi del 1733.
- Di
autori Ignoti dell'Ottocento sono gli organi: Madonna delle Misericordie
di Buie, di Gallesano, di Valle, di Carcase, di Canfanaro.
1900 - Abbazia.
I Fratelli Zupan costruiscono l'organo.
1900 -
(circa) - Sanvincenti. Ioch. M. Kauffmann di Vienna costruisce
un nuovo organo.
1901 -
Pisino - duomo. Carlo Vegezzi-Bossi riforma l'organo,
trasformandolo a due tastiere, con trasmissione pneumatica.
1902 -
Felicia. Ignazio Zupan costruisce l'organo.
- Storje.
Ignazio Zupan costruisce l'organo.
1903 -
Laurana. Ignazio Zupan costruisce l'organo.
1904 -
Verteneglio. Gaetano Zanfretta di Verona costruisce un nuovo
organo, mentre
il precedente viene ceduto a Padena. La nuova cassa è di Francesco Ive di
Verteneglio.
1905 -
Pirano - duomo. I Bazzani di Venezia restaurano l'organo.
1906 -
Gimino. Ignazio Zupan costruisce un nuovo organo.
-
Gallignana. Ignazio Zupan costruisce un nuovo organo.
1907 -
Rozzo. Ignazio Zupan costruisce un organo.
- Lindaro.
Ignazio Zupan costruisce un nuovo organo.
1908 -
Rovigno - San Francesco. I Fratelli Rieger costruiscono un nuovo
organo.
- Ciana.
Ignazio Zupan costruisce un nuovo organo.
- Dolegna.
Viene acquistato un vecchio organo, che andò disperso nel 1931.
1909 -
Capodistria - Sant'Anna. Pietro Zanni di Grado ripara l'organo.
1910 -
Daila. Domenico Malvestio di Padova costruisce un nuovo organo. Il precedente
passa a San Lorenzo di Daila.
- Volosca.
Ignazio Zupan costruisce un nuovo organo.
1910 - (circa) - Rovigno - Ospizio
Marino. Viene costruito un piccolo strumento di autore Ignoto. Andò disperso
dopo la seconda guerra mondiale.
1911 - Villa Treviso. Anton
Dernič costruisce l'organo.
- Chersano
- Jan Tuček costruisce l'organo.
- Fianona.
Jan Tuček costruisce l'organo.
1912 -
Corridico. Ignazio Zupan costruisce un organo a
due tastiere.
Lo strumento è
privo delle canne di prospetto, sequestrate dall'Austria.
1914 - Parenzo -
cattedrale. Viene demolita la cantoria e si smonta l'organo del 1759. Andò
disperso durante la prima guerra.
1817 - Vienna.
Il Governo austriaco decide di requisire le canne degli organi. La decisione viene
comunicata alle curie nel mese di maggio. Verso la fine dell'anno molti organi
della diocesi di Parenzo erano già spogliati.
1918 - Continua
la spogliazione degli organi, che si estende anche alla diocesi di Trieste.
1920 - (circa) -
Albona. Si demolisce quanto rimaneva dell'organo.
- Torre di
Parenzo - Giovanni Kacin di Gorizia, restaura l'organo.
1923 -
Pola - cattedrale. Un incendio (notte dal 6 al 7 ottobre) distrug-
ge l'organo ed
il tetto della cattedrale.
1924 -
Parenzo - basilica. Carlo Vegezzi-Bossi di Torino fornisce un piccolo organo
prefabbricato. Si trova attualmente (dal 1957 c.) nella chiesa della Madonna
degli Angeli.
1926 -
Villa Decani. Anton Dernič rimette le canne di prospetto e so-
stituisce
la Vigesimanona con una Viola.
1927 -
(circa) - Barbana. Mario Giovannini restaura l'organo.
1928 -
Portole. Antonio Milanese di Treviso restaura l'organo, apportando modifiche
radicali. 1930 - Piemonte. Mario Giovannini restaura l'organo.
1930 -
(circa) - Fianona. Mario Giovannini restaura l'organo.
-
Sant'Antonio di Capodistria. Mario Giovannini restaura l'organo.
1931 -
Lazzaretto. Viene acquistato a Trieste (S. Giusto) il piccolo organo costruito
da Giovanni Tonoli nel 1867. Fu rimontato da Mario Giovannini.
- Pedena.
Giovanni Kacin di Gorizia sistema l'organo usato, acquistato a Piazzale di
Piave.
- Felicia.
Mario Giovannini restaura l'organo.
1931 - (circa) -
Barbana. Domenico Malusà di Dignano restaura l'organo.
1933 - Pola -
cattedrale. Viene inaugurato il nuovo organo a 3 manuali,
opera di
Vincenzo Mascioni di Cuvio. È sistemato dietro l'altare maggiore.
1934 -
Dignano. Beniamino Zanin e Figli di Codroipo forniscono un
nuovo organo.
1935 - Verteneglio.
I Fratelli Lusiani di Padova restaurano l'organo, operando sostituzioni.
1935 -
(circa) - Orsera. Aperta al culto la nuova chiesa, l'organo vecchio
andò disperso.
1936 -
Pola - Madonna delle Misericordie. Giorgio Bencz restaura l'organo di Giovanni
Tonoli, elimina la cassa ed alcuni registri.
- Pirano -
duomo. Giorgio Bencz di Gorizia restaura l'organo.
1937 -
Cittanova. Giorgio Bencz costruisce un nuovo organo, dopo che
era stato
demolito quello del 1794.
1937 -
(circa) - Buie - Madonna delle Misericordie. Nei lavori di restauro si elimina
l'organo ottocentesco.
1938 -
Pola - San Francesco.
1939 -
Valle.
-
Capodistria - duomo. Giorgio Bencz di Gorizia restaura l'organo eliminando la
cassa e registri.
1941 - Isola -
duomo. Giorgio Bencz restaura l'organo.
- Umago. Giorgio
Bencz restaura l'organo.
1943 -
Buie - duomo. Giorgio Bencz di Gorizia restaura l'organo.
-
Grisignana. Giorgio Bencz restaura l'organo.
- S.
Lorenzo del Pasenatico. Mario Giovannini restaura l'organo.
1944 -
Pola - cattedrale. Il bombardamento del 22 giugno danneggia in
modo grave
l'organo, che viene smontato. A guerra finita il materiale fu venduto alla
chiesa di Villa del Nevoso e 11 rimesso in opera dall'organaro Frane Jenko di
Lubiana.
1954 -
Visinada. Albino Kuclar di Gorizia restaura l'organo.
1955 - S.
Pietro in Selve. Frane Jenko di Lubiana restaura l'organo.
1957 -
Verteneglio. Frane Jenko restaura l'organo.
- S.
Lorenzo di Daila. Vinko Rebolj di Maribor restaura l'organo.
1958 -
Rovigno - duomo. Vinko Rebolj di Maribor restaura l'organo, eli-
minando molte file di canne.
- Torre
di Parenzo. Vinko Rebolj di Maribor restaura l'organo,
attualmente fuori uso.
1959 -
Pirano - duomo. Vinko Rebolj restaura l'organo.
- Umago.
Vinko Rebolj restaura l'organo.
1960 -
Barbana. Viene demolito, senza motivo ragionevole, l'organo. Il materiale
è depositato nelle soffitte del Palazzo Loredan.
- Cittanova -
Madonna del Popolo. Viene demolito l'organo.
1961 - Pola -
Sant'Antonio. Frane Jenko di Lubiana costruisce l'organo, op. 95.
-
Lazzaretto. Frane Jenko restaura l'organo.
1962 -
Antignana. Frane Jenko restaura l'organo.
1965 - 66 -
Lazzaretto. Frane Jenko, demolito il vecchio organo, ne costruisce uno nuovo,
a 2 manuali con trasmissione pneumatica.
1967 -
Pisino. Viene riattivato l'organo, danneggiato dai bombardamenti
del 1943.
1968 -
Vengono pubblicate a Trieste le Memorie sacre e profane dell'Istria
di Prospero
Petronio, in cui si parla di organisti stipendiati dalla comunità ad Albona,
Cittanova e Montona (1681) e di organi esistenti a Gimino, Barbana,
Sanvincenti e Montona (1681).
-
Capodistria - duomo. Nell'abside viene sistemato un organo elettronico di
fabbricazione tedesca.
Giuseppe
Radole
Ricerche, con
esito positivo, sono state condotte nei seguenti Archivi:
Trieste:
Curia vescovile; Archivio storico del Comune; Museo del Teatro; Ufficio
anagrafico.
Capodistria:
Archivio capitolare; Archivio Comunale.
Archivi degli
uffici parrocchiali di: Trieste: B. V. del Soccorso; S. Giusto;
Villa Decani; Pirano; Umago, Verteneglio; S. Domenica
di Visinada; Visinada; Barbana.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
ACTA Curiae
Episcopalis Tergestino Justinopolitanae, Trieste, A. 1917;
1918; 1923.
Alisi A., Il duomo di Capodistria, Roma, 1932.
Alisi A., La chiesa di Pirano, in « La Voce di S. Giorgio »,
Pirano, 1938.
Babudri F., La Badia di S. Michele Sottoterra. Il Comune di S.
Domenica, Parenzo, 1905.
Babudri F., De arte musicali in Ecclesia Parentina, Parenzo, 1913.
Benussi B., Le chiese di Rovigno del Can. Tomaso Caenazzo, in «Miscellanea
di Storia Veneta », edita per cura della R. Dep. di Storia Patria per le
Venezie, voll. III , Venezia, 1930.
Bulic F., Orgulje glasovith umjetnika pò crkvama Dalmacije (Organi
di costruttori celebri nelle chiese della Dalmazia), in « Sv. Cecilija » 1918 e
in «Bollettino di Archeologia e Storia dalmata», XXXVIII (1919).
CHIESA di
Grisignana, in «L'Istria», 1847.
Cleva G., Notizie storiche del duomo di Pola, in « Atti e Memorie
del
D'Alessi G., La Cappella musicale del Duomo di Treviso, ivi, 1954. Dalla Libera S., L'arte degli organi
nel Veneto. La diocesi di Ceneda,
del Duomo di
Capodistria, in « Atti e Memorie », cit. XLIV (1932).
Venezia, 1966.
De Franceschi C, A proposito delle pitture di V. Carpaccio per l'organo
del Duomo di
Capodistria, in « Atti e Memorie cit. » XLIV (1932).
Deperis P., S. Mauro e S. Eleuterio, in « Atti e Memorie » cit.,
XIV
(1898).
Eberstaller O., Or gel und
Orgelbauer in Oesterreich, Graz-Köln, 1955.
Fiocco G., Le
pitture di Vittore Carpaccio per l'organo del Duomo di
Capodistria, in «Atti e
Memorie» cit., XLIII (1931). Folium diocesanum, Trieste, 1870.
Folium
Dioceseos Parentino-Polensis, Parenzo, 1917.
INVENTARIO degli
oggetti d'arte d'Italia 1935.
V - Prov. di Pola, Roma,1935
Kandler P., Indicazioni per conoscere le cose storiche del litorale, Trieste,
1855.
Lunelli R., Contributi dalmatini e sloveni alla rinascita e alla
diffusione dell'arte organaria veneziana settecentesca, in « Archivio
Veneto » XXX, (1942).
Lunelli R., Eugenio Casparini. Un organare italiano per i tedeschi e
tedesco per gli italiani, in «L'organo», A. I., voi. I (1960).
Lunelli R., Studi e documenti di storia organaria veneta. Dizionario
degli organari (in corso di stampa a cura della Fondazione « G. Cini » di
Venezia).
M
Mischiati O., L'organo della basilica di S. Martino di Bologna, in «
L'organo», A. I, vol. I (1960).
Morteani L., Storia di Montona, Trieste, 1963 (ristampa).
Naldini P., Corografia Ecclesiastica o sia Descritione della Città e
della diocesi di Giustinopoli, Venezia, 1700.
Radole G., Musica e musicisti in Istria nel Cinque e Seicento, in
« Atti e Memorie », cit, XIII n.s., (1965).
Rismondo D., Dignano d'Istria nei ricordi, Bagnacavallo, 1937.
Schiavuzzi B., Il duomo di Pola, ivi, 1924.
Semi F., Il duomo di Capodistria, Parenzo, 1934.
Tagliavini L. F., Mezzo secolo di storia organaria, in « L'Organo » A.
I, voi. I, (1960).
Tqmmasini G. F., Commentari storico-geografici della Provincia
dell'Istria, in «Archeografo Triestino», IV (1837).
Urizio G., Relazione
storica della chiesa della B. V. Miracolosa di Buie in
Vale G., Contributo
alla storia dell'organo in Friuli, in « Note d'archivio », IV (1927).
Ziliotto B., La
cultura letteraria di Trieste e l'istria, Trieste, 1913.