ATTI  E  MEMORIE

 

DELLA SOCIETÀ  ISTRIANA DI ARCHEOLOGIA E STORIA PATRIA

 

 

Volume XVI della Nuova Serie

(LXVIII della Raccolta)

 

 

VENEZIA

MCMLXVIII

 

 

 

GIUSEPPE RADOLE

 

GLI ORGANI NELLE CHIESE ISTRIANE

 

Il regesto degli organi istriani che qui pubblichiamo deriva da uno studio più ampio e completo uscito sulla rivista « L'Or­gano », V (1967), n. 2 e VI (1968), nn. 1 e 2, e che apparirà in volume a cura dell'Editore della detta rivista R. Pàtron di Bo­logna.

Abbiamo intrapreso queste ricerche per colmare, se non è presunzione, una lacuna nei pur numerosi studi di cose istriane.

È un argomento che non è stato mai trattato esplicitamente. Ma, come i nostri numerosi canti popolari, sacri e profani, sono parte viva di un ambiente, così anche gli organi delle chiese di città e campagna si inseriscono e caratterizzano i luoghi sacri: il loro aspetto architettonico come la loro fonica contribuiscono a creare l'atmosfera spirituale di un ambiente. E dove queste caratteristiche sono state mutate, voi avvertite che c'è stata una amputazione, che una voce, con atto di violenza, è stata ridotta al silenzio.

Perché il lettore non si trovi a disagio di fronte ad una fred­da catalogazione di date e di nomi, crediamo opportuno in­quadrare il tutto, brevemente e a grandi linee, in un contesto storico più ampio, nel quale anche l'organo, nel suo campo, è documento di una civiltà e di un gusto musicale.

L'organo, come strumento ecclesiastico ad uso liturgico in­comincia ad essere presente, con una certa frequenza, nelle chie­se, appena dopo il Mille.

La testimonianza più antica di una certa attività organi­stica in Istria risale però alla fine del Trecento, che non è tarda ri­spetto a quella che si riscontra in altre provincie con storia mu­sicale più importante. Nel 1381 infatti è segnalata a Udine l'at­tività di un non meglio identificato « Magister de Justinopoli », organaro « super organis aptandis ».

 

Ai primi decenni del Quattrocento, invece, risalgono alcune testimonianze sulla presenza di strumenti: a Pola nel 1417 è segnalato un organo « ingentis molis » e, a Capodistria, nel libro cassa è segnata un'uscita in favore di un tale che suonò l'organo.

Con l'inizio del Cinquecento le notizie si fanno più frequen­ti. Va segnalata anzitutto l'attività dello stampatore Andrea An­tico da Montona, che a Roma, nel 1517, pubblica la prima parti­tura fin'ora nota di musica per organo: «Frottole intabulate da sonar organi».

È segnalata a Capodistria la costruzione di un nuovo stru­mento (1516), per il quale Vittor Carpaccio dipinse le portelle ed altre cinque tele per la cantoria (1523).

Sempre a Capodistria, per la chiesa dei PP. Domenicani, Piero de Zuanne (1534) fornisce un organo, mentre a Pirano, nello stesso anno, è Mastro Jacomo di Venezia che si impegna nella costruzione di uno strumento nuovo.

Pochi anni più tardi (1547) anche nella cattedrale di Parenzo viene eretto uno strumento, che forse non fu il primo.

Nella seconda metà del secolo, Giovanno Spica da Pinguente, uomo di lettere e pedagogo, svolge attività organaria a Bo­logna, Venezia, Ceneda e Gemona, mentre l'organaro francese Martino Datis è presente a Capodistria (1560, 1563 e 1565) e a Pirano (1567 e 1576).

Anche Giulio Zacchino « tergestinus », compositore e mae­stro di cappella a S. Giusto e a Venezia (S. Giorgio Maggiore), opera alcuni restauri a Capodistria (1572).

Il Naldini ci avverte che nel duomo di Isola nel 1576 si era fabbricato «un organo maestoso».

Ma anche Cittanova, a cura del vescovo Vielmi, dotava la cattedrale di uno strumento (1572).

È di pochi anni più tardi (1587) la più bella cantoria esisten­te in Istria, quella della Madonna delle Misericordie di Buie, adorna di tre tele, forse del Tintoretto, e sulle quali manca uno studio esauriente. Non si sa se allora fu costruito anche l'organo.

Alla fine del secolo (1595) il compositore Francesco Spon­ga di Parenzo, discepolo di Andrea Gabrieli, pubblica dei Ricercari e delle Arie francesi eseguibili anche all'organo.

 

Più avaro di notizie sugli organi è il Seicento: sono noti infatti soltanto alcuni restauri. Di questi il più importante resta il trasloco dell'organo del duomo di Pirano, che da un posto vicino al presbiterio, passò nella cantoria che si può ancora am­mirare in quella chiesa.

Tra i maestri organari presenti, il maggiore è certamente Eugenio Casparini, autore dell'organo di S. Giusto a Trieste, di S. Giustina a Padova, di S. Maria Maggiore a Trento. Operò un restauro a Isola (1666).

Negli ultimi anni del secolo (la data precisa non ci è nota) l'organaro veronese Carlo De Beni costruì un positivo per la chie­sa della Madonna dei Campi di Visinada. Lo strumento si tro­va attualmente, in uno stato di rudere, a S. Domenica di Visi­nada.

Il Settecento è il secolo che vide molti rifacimenti di chiese: andarono così disperse varie opere d'arte e molti strumenti, so­stituiti quest'ultimi da nuovi, costruiti secondo canoni di ideali sonori che vengono definiti barocchi.

Se Giovanni Battista Piaggia con il positivo di Piemonte (1740) ricorda ancora il mondo sonoro classico, con Pietro Nac-chini entriamo decisamente in un'epoca nuova: quella dell'or­gano barocco di scuola veneta.

A Pietro Nacchini si deve l'organo di Pirano (1746) e della stessa epoca dovrebbe essere quello di S. Lorenzo del Pasenatico, che può essere attribuito, per certe particolarità di costruzione, allo stesso artefice.

In società con il discepolo Francesco Dazzi, il Nacchini co­struisce anche l'organo della basilica di Parenzo (1759). Il Dazzi da solo, invece, costruì l'organo di Umago (1776), mentre un secondo Francesco Dazzi, nel 1794, fornì l'organo a Cittanova.

Del muranese Antonio Barbini è l'organo di Rovigno (1754), uno dei più grandi strumenti esistenti in Istria (di 12 piedi) e, per numero di registri, superiore anche a quello di Capodistria.

Chi domina però il secolo è l’organaro estense Gaetano Cal­lido, lo stradivario dell'organo. È un continuatore della scuola del Nacchini e dei Dazzi, anche se nelle proporzioni delle canne adotta misure, proprie.

 

In Istria costruì molti strumenti, di cui rimangono, pur­troppo alterati nella fonica, i seguenti: Capodistria, cattedrale; Isola, duomo; Buie; Montona; Pinguente. Questo di Pinguente è l'unico ancora quasi allo stato originale e quindi di grande pregio. Risultano invece dispersi quello di S. Biagio e di S. Chia­ra di Capodistria e del Duomo di Pola. Al Callido vengono attribuiti anche gli strumenti di Portole e di Pisino.

Organi callidiani furono costruiti anche a Fiume (duomo e agostiniani); Ossero; Lussingrande e Lussinpiccolo.

Tutto il Settecento, come si vede, è dominato dagli organari veneti, ulteriore prova, se ce n'era bisogno, di quei legami di civiltà che per secoli hanno unito l'Istria a Venezia.

Unica eccezione è l'organo di S. Pietro in Selve, celebre per la bellezza della sua cassa, ricca di ornamenti e sculture, opera di un ignoto organaro di scuola tedesca.

L'Ottocento è aperto da un organaro di scuola callidiana, Francesco Merlini, autore dello strumento di sant'Anna di Ca­podistria (1805).

Giacomo Bazzani di Venezia fornì l'organo di Dignano (1818).

Giuseppe Girardi di Rossano (Vicenza) costruì buoni stru­menti a Barbana (1844) e Grisignana (1846).

Del friulano Pietro de Corte è l'organo di Fasana (1858).

Tutti questi organari continuano, senza apportarvi modifi­che, le progettazioni, nella fonica e nella meccanica, della scuo­la callidiana.

Una via più personale è invece seguita dal vicentino Giovan Battista De Lorenzi, cui si deve oltre all'organo di sant'Antonio nuovo di Trieste (1836) anche quello di Visinada (1870) e pro­babilmente quello di Visignano.

L'arte organaria lombarda, nella seconda metà dell'Otto­cento è largamente rappresentata dal bresciano Giovanni Tonoli. Questi dopo aver costruito una serie di organi a Trieste e nel contado, attorno al 1860, arrivò con la sua arte anche in Istria: Ospo (1866), Antignana (1868); Lindaro; Pola, chiesa della Mi­sericordia.

Di questi strumenti, mentre quello di Lindaro non esiste più e quello di Pola è in condizione precarie, quello di Anti­gnana, restaurato recentemente, è ancora vicino al suo impianto originale.

Attorno alla metà del secolo, una sua impronta personale la lascia l'organaro Carlo Hesse, che, all'inizio della sua car­riera visse a Trieste, ma che operò soprattutto in Austria, dove, grazie alla sua presenza, l'organaria italiana esercitò un certo influsso.

In Istria costruì l'organo di Corte d'Isola (1847) e di Villa Decani (1852).

Organari locali, di modeste possibilità, furono attivi lun­go tutto il corso del secolo, ma la loro opera si esaurisce in re­stauri più o meno azzeccati ed in lavori di ordinaria manuten­zione.

Ricordiamo anzitutto Pietro Antonio Bossi, che restaurò l'organo di Pirano (1823) e molti altri lavori eseguì a Trieste. Non sappiamo se il nipote suo Vincenzo Bossi abbia lavorato in Istria, mentre a Pietro Bossi si deve il restauro dell'organo di Cherso, rovinato da un tale Andrea Cetti. Di quest'ultimo sap­piamo che restaurò l'organo di autore ignoto, del primo Otto­cento, nella chiesa di Torre di Parenzo e che lavorò molto in Dalmazia.

Angelo Dolzan di Trieste, conservatore di alcuni organi del­la città, costruì l'organo di Momiano (1896) e gli vengono attri­buiti quello di Pedena (1888 c.) ed altri in Dalmazia.

Del fabbricator di organi Giovanni Cella di Cherso, che lavorò molto in Dalmazia, non ci è noto, per quel che riguarda l’Istria, che il restauro del vecchio organo di Daila (1898).

 

Con il distacco politico dell' Istria dal Veneto (1866), si nota una continua penetrazione dell'arte organaria slovena e tedesca, facilitate per di più da un lento declino di quella italiana, con­siderata in ritardo rispetto alle altre scuole.

Questo fenomeno di penetrazione è evidentissimo nelle zone dell' Istria orientale e centrale, anche se proprio a Rovigno (chie­sa dei PP. Francescani) dobbiamo registrare la presenza del pri­mo organo in terra istriana costruito da uno sloveno di origine tedesca: Edoardo Kunad di Lubiana (1882). Lo strumento fu poi sostituito da un'altro di scuola tedesca, dei Fratelli Rieger (1908).

Molto attivi si rivelano gli Zupan di Kamnagorica: :Ignazio Zupan (1825-1880) ed i due suoi figli: Ignazio (1835-1915) e Giovanni (1857-1900), che, dal 1887 all'inizio della prima guerra mondiale, costruirono una ventina di veramente buoni strumenti.

Secondo gli ideali ceciliani tedeschi, dai quali derivano i loro indirizzi nella progettazione, realizzano la così detta fonica romantica, con netta prevalenza dei registri di otto piedi.

Altri organari sloveni presenti con singoli strumenti sono Anton Dernič, cui si deve l'organo di Villa Treviso (1911) e Andrea Malanowshy che costruì un piccolo strumento per Piedimonte del Taiano.

Di organari tedeschi, oltre ai già ricordati Fratelli Rieger, che costruirono un organo a Passo di Chersano (1891), ricor­diamo J. M. Kauffmann di Vienna, autore dell'organo di Sanvincenti, ma anche di quello della basilica di Aquileia (1896).

È attivo anche l'organaro cecoslovacco Jan Tuček (Chersa­no, Fianona), forse qui chiamato da quei sacerdoti, suoi conna­zionali, scesi in Istria a coprire i posti vacanti di molte parrocchie.

Gli organari italiani sono però ancora presenti: i Fratelli Pugina di Padova forniscono l'organo ai PP. Minori di Pirano (1897); Carlo Vegezzi-Bossi di Torino restaura l'organo di Pi­sino (1901); Gaetano Zanfretta di Verona costruisce un nuovo organo a Verteneglio (1904); Giuseppe Malvestio di Padova a Daila (1910).

Un grave danno il patrimonio organano lo ebbe a soffrire durante la prima guerra mondiale, quando il Governo austriaco, per esigenze belliche, decise di requisire in tutto il territorio dell'Impero non solo le campane ma ogni altro oggetto reperi­bile di stagno non escluse le canne degli organi. Tale decisione fu presa nel maggio del 1917 e comunicata alle Curie vescovili di Trieste e Parenzo.

Si fece un inventario di tutti gli organi esistenti, perché la legge escludeva dalla requisizione gli strumenti costruiti anteriormente all'anno 1800 e quelli inferiori agli otto registri e poi iniziò le requisizione.

Nella diocesi di Parenzo-Pola si incominciò a levare le canne già alla fine del 1917. Non così per la diocesi di Trieste -Capodistria, dove i parroci presentarono reclami alla Commis­sione governativa, pur di ritardare la requisizione. Tuttavia nel giugno-luglio del 1918 anche qui si venne al sequestro. Natu­ralmente non tutte le canne furono levate, ma soltanto quelle di stagno di prospetto. Le interne, dì piombo, vennero rispar­miate.

A guerra finita iniziò l'opera di ripristino e restauro, ma qualche organo attende ancora oggi (Corridico, Draguccio, Fasana, Grisignana) che qualcuno ricostruisca il prospetto.

Tra le due guerre molti restauri furono compiuti da Mario Giovannini (Ivica) di Pisino mentre di organi nuovi ne furono costruiti pochi: a Parenzo, Pola, Dignano, Valle, Cittanova.

Attorno agli anni Quaranta invece molti organi classici, risparmiati dalla furia della guerra, furono alterati nella loro fisionomia fonica da restauri maldestri, operati principalmente dall'organaro Giorgio Bencz di Gorizia (Capodistria, Isola, Pi­rano, Buie, Umago, Pola-Misericordia). Egli eliminò le file più acute del ripieno, i flauti in duodecima, la cornetta ed i trom­boncini. Quasi sempre aggiunse una viola.

Dopo la seconda guerra infine l'organaro sloveno Vinko Rebolj di Maribor, dimostrando insensibilità artistica e man­canza di cultura organaria, operò altre mutilazioni (Pirano, Umago, S. Lorenzo di Daila, Rovigno), mutilazioni che sono più gravi di quelle fatte dal Bencz.

Ciò vale soprattutto per l'organo di Rovigno.

Di organi nuovi ne sono stati costruiti due, dall'organaro sloveno Frane Jenko di Lubiana: a Pola-Francescani e a Villa Decani, ma non sono strumenti interessanti né per la fonica e meno ancora per la parte meccanica.

 

 

 

 

 

REGESTO CRONOLOGICO  DEGLI  ORGANI IN ISTRIA

 

 

1381 - Un Magister de Justinopoli è chiamato a Udine super organis aptandis.

 

1417 - Pola - cattedrale. È segnalato un organo ingentis molis, collocato nella navata destra.

 

1421 - Capodistria - cattedrale. Viene pagato un importo cuidam qui pulsavit organa.

 

1516 - Capodistria - cattedrale. Viene costruito un nuovo organo, di cui non si conosce né l'autore, né la composizione, collocato in can­toria, vicino al presbiterio.

 

1517 - Roma. Andrea Antico da Montona imprime con procedimento silografico, la prima intavolatura a stampa per organo, che si cono­sca: Frottole Intabulate Da Sonare Organi Libro Primo.

 

1523 - Capodistria - cattedrale. Vittor Carpaccio dipinge le portelle per l'organo, di cui due {Presentazione al tempio e Strage degli inno­centi) si conservano ancora nella cattedrale capodistriana e, per il parapetto della cantoria, altre cinque tele, di cui ci sono pervenute due (Il profeta Zaccaria e Geremia).

 

1534 - Capodistria - S. Domenico. Maestro Piero de Zuanne fornisce l'organo.

Capodistria - Cattedrale. Viene dorata la cassa dell'organo.

Pirano - duomo. Maestro Jacomo di Venezia firma il contratto per la costruzione di un nuovo organo (200 ducati) in sostituzione di quello vecchio. Esercitò poi l'ufficio di organista per due anni.

 

1540 - Pirano - duomo. Il pittore Maestro Ambrogio è chiamato a deco­rare la cassa dell'organo, posto probabilmente in cornu epistolae.

 

1547 - Parenzo - basilica. Viene costruito da autore ignoto l'organo, che forse non fu il primo.

 

1550 - Giovanni Spica da Pinguente svolge attività organaria a Bologna, Venezia, Ceneda, Gemona, attività che è provata fino al 1568.

 

1560 - Capodistria - cattedrale. Il francese Martino Datis ripara l'organo. Per lo stesso motivo è presente nel 1563 e 1565.

 

1567 - Pirano - duomo. Giulio Zacchino, tergestinus, e Massimilian da Udine restaurano l'organo.

 

1572 - Cittanova - cattedrale. Per interessamento del vescovo Vielmi vie­ne costruito l'organo, probabilmente il primo.

 

1576 - Pirano - duomo. Martino Datis ripara alcuni guasti all'organo, mentre il depintor de Piran, Alessandro Avanzata, ritocca la cassa.

- Isola. Il vescovo Naldini scrive: « ...su la porta principale un or­gano fabbricato nel millecinquecentosettantasei... ».

 

1587 - Buie - Madonna delle Misericordie. Viene costruita una bellissima cantoria, adorna di tre tele forse del Tintoretto.

 

1595 - Venezia. Francesco Sponga di Parenzo, discepolo di Andrea Ga­brieli, pubblica, presso G. Vincenti, un libro di Ricercari et Arie francesi.

 

1614 - Pirano - duomo. Trasportata la cantoria sopra l'ingresso princi­pale, Maestro Palma di Venezia firma il contratto per la nuova cassa dell'organo.

1621  - Albona. Il compositore Gabriello Puliti nella sua pubblicazione

Armonici accenni... Venezia, 1621, si dichiara: Maestro di Cap­pella et Organista della molto magnifica Comunità d’Albona. Esi­steva dunque l'organo.

 

1622  - Pirano - duomo. Si completano la cantoria e la cassa, così come

appaiono al visitatore d'oggi.

 

1629  - Pirano - duomo. Si porta l'organo vecchio nella nuova cantoria.

 

1630  - Pirano - duomo. Pietro Napolitano ripassa l'organo.

 

1654 - Capodistria - cattedrale. Doratura della cassa dell'organo.

 

1666 - Isola - duomo. Eugenio Casparini restaura l'organo.

 

1690 - (circa) - Visinada - Madonna dei Campi. L'organaro veronese Carlo De Beni costruisce l'organo. Le portelle sono decorate in­ternamente da una Annunciazione ed esternamente dalle figure di S. Giovanni ev. e S. Giovanni Battista. L'organo attualmente è a S. Domenica di Visinada.

 

1702 - Capodistria - cattedrale. Si restaura l'organo.

 

1704 - Pola - cattedrale. Si restaura l'organo.

 

1707 - Pola - cattedrale. L'organo viene trasportato, dalla navata, dietro l'altare maggiore.

 

1718 - Capodistria - cattedrale. Giacomo de Prosdocimi restaura l'organo.

 

1724 - Pirano - duomo. Antonio Lodovico de Moisè ripara l'organo.

 

1733 - Verona. Gaetano Amigazzi costruisce un organo per S. Giorgio Maggiore di Venezia. Lo strumento fu trasferito nel 1867 a Daila e nel 1910 a S. Lorenzo di Daila.

 

1740 - Piemonte. Giovanni Battista Piaggia di Venezia fornisce un organo positivo, lasciando anche un metodo per la registrazione, l'uni­co noto di questo autore.

 

1746 - Pirano - duomo. Pietro Nacchini fornisce un nuovo organo. È suo probabilmente anche  quello di S. Lorenzo del Pasenatico (1735?).

-  Verteneglio. Giacomo de Prosdocimi restaura l'organo.

 

1754 - Rovigno - duomo. L'organare muranese Antonio Barbini costrui­sce un nuovo organo, di 12 piedi.

 

1759 - Parenzo - basilica. Pietro Nacchini e Francesco Dazzi costruisco­no un nuovo organo, collocandolo in cantoria sopra l'ingresso principale.

 

1766 - Cittanova. Si restaura l'organo.

 

1771 - Capodistria - S. Biagio. Gaetano Callido costruisce un organo po­sitivo, op. 71, e firma il contratto per quello della cattedrale.

 

1773 - Capodistria - cattedrale. Gaetano Callido monta il nuovo organo di 12 piedi, op. 81., situandolo in cantoria sopra l'ingresso prin­cipale.

 

1775  - Venezia. Si firma con Francesco Dazzi il contratto per l'organo

di Umago. Prezzo 600 ducati.

 

1776  - Umago. Francesco Dazzi monta il nuovo organo.

 

1780 - Capodistria - cattedrale. Gaetano Callido ripassa l'organo.

-  Pisino - duomo. Gaetano Callido, secondo una nota di Renato Lunelli, avrebbe costruito l'organo e in data incerta anche quello della chiesa dei PP. Francescani.

 

1783 - S. Pietro in Selve. Vengono allontanati i Monaci Eremitani di S. Paolo. È di qualche anno anteriore l'organo di scuola tedesca, chiuso in bellissima cassa barocca.

 

1787  - Pinguente. Gaetano Callido costruisce l'organo, op. 238.

 

1788  - Capodistria - S. Chiara. Gaetano Callido costruisce l'organo op.

249, ed, in data incerta, forse anche quello delle carceri.

 

1791 - Buie - duomo. Gaetano Callido costruisce il nuovo organo, op. 287. Interessante il metodo di fare le combinazioni dei registri. La cantoria è opera di Osvaldo Piazza di Umago.

 

1794  - Cittanova - Cattedrale. Il secondo Francesco Dazzi costruisce un

nuovo organo, collocandolo in cantoria sopra l'ingresso principale.

 

1795  - Pola - cattedrale. Si ricorre a Gaetano Callido per la costruzione

del nuovo organo, collocato poi in cantoria sopra l'ingresso prin­cipale.

 

1796 - Isola - duomo. Gaetano Callido costruisce un nuovo organo. In­teressante il metodo di fare le combinazioni dei registri. La cassa è opera di Osvaldo Piazza di Umago.

 

1796 - (circa) - Montona. Gaetano Callido costruisce un, nuovo organo. Attualmente è in uno stato di totale abbandono. La cantoria è opera di Osvaldo Piazza di Umago.

-  Portole. È probabilmente del Callido il nuovo organo.

-  Capodistria - S. Basso. Organo di autore Ignoto. Non esiste più.

-  Isola - B. V. di Alieto. Organo di autore Ignoto. È ancora effi­ciente.

 

1804  - Torre. Osvaldo Piazza innalza la nuova cantoria. Della stessa epo-

ca è anche l'organo di autore Ignoto.

 

1805  - Capodistria - Sant'Anna. Francesco Merlini fornisce un nuovo or-

gano.

 

1806  - (circa) - Cittanova - Madonna del Popolo. Viene posto un organo

di autore Ignoto. Non esiste più.

 

1817  - Pirano - duomo. Giacomo Daris di Venezia ripara l'organo.

 

1818  - Dignano. Giacomo Bazzani di Venezia costruisce l'organo di 12

piedi.

 

1823 - Pirano - duomo. Antonio Bossi di Trieste restaura l'organo.

 

1837  - Trieste. Vengono pubblicati a Trieste i Commentari storico-geografici della Provincia dell'Istria del vescovo di Cittanova (1641-1655) Giacomo Filippo Tommasini, dove viene segnalata l'esisten­za di organi a: Cittanova, Grisignana, Portole, Umago, Pinguen­te, Buie, Gimino, Sanvincenti, Montona, Capodistria, Pirano, Albona.

 

1838  - S. Domenica di Visinada. Si innalza la cantoria e si acquista l'or-

gano della Madonna dei Campi di Visinada, opera di Carlo De Beni. Dello strumento, spogliato delle canne, non rimane che la cassa, salvatasi in grazia delle portelle.

 

1842 - Rovigno - duomo. Giuseppe Girardi restaura l'organo, allungando la tastiera di 5 note verso l'acuto.

1844 - Barbana. Giuseppe Girardi costruisce l'organo.

 

1846  - Grisignana. Giuseppe Girardi costruisce un nuovo organo.

 

1847  - Corte d'Isola. Carlo Hesse costruisce l'organo.

 

1852 - Villa Decani. Carlo Hesse costruisce un nuovo organo.

 

1858 - Fasana. Pietro De Corte costruisce l'organo n. 30. Attualmente è fuori uso.

 

1865  - (circa) - Pola - Madonna delle Misericordie. Giovanni Tonoli costruisce l'organo, op. 142.

 

1866  - Buie - Madonna delle Misericordie. Il pittore Luigi Castro di Trieste restaura le pitture della cantoria.

-  Ospo. Giovanni Tonoli di Brescia costruisce l'organo.

 

1867 - (circa) - Lindaro. Giovanni Tonoli costruisce l'organo, op.  143.

 

1868  - Antignana. Giovanni Tonoli costruisce l'organo, op. 145.

 

1870 - Visinada. Giovan Battista De Lorenzi costruisce l'organo, n. 134.

Dello stesso organaro è probabilmente anche quello di Visignano,

costruito in data non conosciuta. Quest'ultimo è totalmente fuori

uso.

 

1872 - Rovigno - duomo. Giovan Battista De Lorenzi restaura l'organo

operando anche alcune sostituzioni.

 

1877 - Apriano (Veprinac). Ignazio Zupan costruisce l'organo.

 

1881  - Covedo. Ignazio Zupan costruisce l'organo.

-  Fasana. Edoardo Kunad  (Kunath) di Lubiana ripara l'organo.

-  Rovigno - duomo. Edoardo Kunad restaura l'organo.

 

1882  -   Rovigno - S. Francesco. Edoardo Kunad costruisce l'organo, collocandolo dietro l'altare maggiore.

 

1886 - Jelsane. I fratelli Zupan costruiscono l'organo.

 

1886  - (circa) - Draguccio. Viene acquistato un organo usato da una

chiesa di Trieste.

 

1887  - Poljane. I Fratelli Zupan costruiscono l'organo.

-  Fasana. Edoardo Kunad restaura l'organo.

-  S. Pietro in Selve. Edoardo Kunad restaura l'organo.

-  Dignano. Angelo Dolzan restaura l'organo.

 

1891 - Capodistria. Giacomo Bazzani restaura l'organo della cattedrale e di Sant'Anna.

 

1894  - Rukovac. I Fratelli Zupan costruiscono l'organo.

-  Divaccia. I Fratelli Zupan costruiscono l'organo.

 

1895  - Passo di Bogliuno. I Fratelli Rieger forniscono un piccolo organo.

-  Klanec. I Fratelli Zupan costruiscono l'organo.

1896  - Momiano. Angelo Dolzan costruisce l'organo, attualmente smon-

tato.

 

1896 - (circa) - Pola - chiesa della Marina. Si costruisce l'organo di scuo­la tedesca. Lo strumento fu spogliato di tutto il materiale fonico dopo la seconda guerra mondiale.

1897  - Sant'Antonio di Capodistria. I Fratelli Zupan costruiscono l'or-

gano.

-  Capodistria - Sant'Anna. Pietro Zanni di Grado restaura l'organo.

-  Pirano - chiesa di S. Francesco. I Pugina di Padova costruiscono un organo, inaugurato da Oreste Ravanello.

 

1898  - Daila. Giovanni Cella di Cherso restaura l'organo Amigazzi del 1733.

-  Di autori Ignoti dell'Ottocento sono gli organi:  Madonna delle Misericordie di Buie, di Gallesano, di Valle, di Carcase, di Canfanaro.

 

1900 - Abbazia. I Fratelli Zupan costruiscono l'organo.

 

1900  - (circa) - Sanvincenti. Ioch. M. Kauffmann di Vienna costruisce

un nuovo organo.

 

1901  - Pisino - duomo.  Carlo Vegezzi-Bossi  riforma l'organo,  trasformandolo a due tastiere, con trasmissione pneumatica.

 

1902  - Felicia. Ignazio Zupan costruisce l'organo.

-  Storje. Ignazio Zupan costruisce l'organo.

 

1903  - Laurana. Ignazio Zupan costruisce l'organo.

 

1904  - Verteneglio. Gaetano Zanfretta di Verona costruisce un nuovo

organo, mentre il precedente viene ceduto a Padena. La nuova cassa è di Francesco Ive di Verteneglio.

 

1905  - Pirano - duomo. I Bazzani di Venezia restaurano l'organo.

 

1906  - Gimino. Ignazio Zupan costruisce un nuovo organo.

-  Gallignana. Ignazio Zupan costruisce un nuovo organo.

 

1907  - Rozzo. Ignazio Zupan costruisce un organo.

-  Lindaro. Ignazio Zupan costruisce un nuovo organo.

 

1908  - Rovigno - San Francesco. I Fratelli Rieger costruiscono un nuovo

organo.

-  Ciana. Ignazio Zupan costruisce un nuovo organo.

-  Dolegna. Viene acquistato un vecchio organo, che andò disperso nel 1931.

 

1909  - Capodistria - Sant'Anna. Pietro Zanni di Grado ripara l'organo.

 

1910  - Daila. Domenico Malvestio di Padova costruisce un nuovo organo. Il precedente passa a San Lorenzo di Daila.

-  Volosca. Ignazio Zupan costruisce un nuovo organo.

 

1910 - (circa) - Rovigno - Ospizio Marino. Viene costruito un piccolo strumento di autore Ignoto. Andò disperso dopo la seconda guer­ra mondiale.

 

1911   - Villa Treviso. Anton Dernič costruisce l'organo.

-  Chersano - Jan Tuček costruisce l'organo.

-  Fianona. Jan Tuček costruisce l'organo.

 

1912  - Corridico.  Ignazio  Zupan  costruisce  un organo a  due tastiere.

Lo strumento è privo delle canne di prospetto, sequestrate dal­l'Austria.

 

1914 - Parenzo - cattedrale. Viene demolita la cantoria e si smonta l'or­gano del 1759. Andò disperso durante la prima guerra.

 

1817 - Vienna. Il Governo austriaco decide di requisire le canne degli organi. La decisione viene comunicata alle curie nel mese di mag­gio. Verso la fine dell'anno molti organi della diocesi di Parenzo erano già spogliati.

1918 - Continua la spogliazione degli organi, che si estende anche alla diocesi di Trieste.

 

1920 - (circa) - Albona. Si demolisce quanto rimaneva dell'organo.

-  Torre di Parenzo - Giovanni Kacin di Gorizia, restaura l'organo.

 

1923  - Pola - cattedrale. Un incendio (notte dal 6 al 7 ottobre) distrug-

ge l'organo ed il tetto della cattedrale.

 

1924  - Parenzo - basilica. Carlo Vegezzi-Bossi di Torino fornisce un piccolo organo prefabbricato. Si trova attualmente (dal 1957 c.) nel­la chiesa della Madonna degli Angeli.

 

1926  - Villa Decani. Anton Dernič rimette le canne di prospetto e so-

stituisce la  Vigesimanona con una Viola.

 

1927  - (circa) - Barbana. Mario Giovannini restaura l'organo.

 

1928  - Portole. Antonio Milanese di Treviso restaura l'organo, apportando modifiche radicali. 1930 - Piemonte. Mario Giovannini restaura l'organo.

 

1930  - (circa) - Fianona. Mario Giovannini restaura l'organo.

-  Sant'Antonio di Capodistria. Mario Giovannini restaura l'organo.

 

1931  - Lazzaretto. Viene acquistato a Trieste (S. Giusto) il piccolo organo costruito da Giovanni Tonoli nel 1867. Fu rimontato da Mario Giovannini.

-  Pedena. Giovanni Kacin di Gorizia sistema l'organo usato, acqui­stato a Piazzale di Piave.

-  Felicia. Mario Giovannini restaura l'organo.

 

1931 - (circa) - Barbana. Domenico Malusà di Dignano restaura l'organo.

 

1933 - Pola - cattedrale. Viene inaugurato il nuovo organo a 3 manuali,

opera di Vincenzo Mascioni di Cuvio. È sistemato dietro l'altare maggiore.

 

1934  - Dignano. Beniamino Zanin e Figli di Codroipo forniscono un

nuovo organo.

 

1935  - Verteneglio. I Fratelli Lusiani di Padova restaurano l'organo, operando sostituzioni.

 

1935  - (circa) - Orsera. Aperta al culto la nuova chiesa, l'organo vecchio

andò disperso.

 

1936  - Pola - Madonna delle Misericordie. Giorgio Bencz restaura l'or­gano di Giovanni Tonoli, elimina la cassa ed alcuni registri.

-  Pirano - duomo. Giorgio Bencz di Gorizia restaura l'organo.

 

1937  - Cittanova. Giorgio Bencz costruisce un nuovo organo, dopo che

era stato demolito quello del 1794.

 

1937  - (circa) - Buie - Madonna delle Misericordie. Nei lavori di restauro si elimina l'organo ottocentesco.

 

1938  - Pola - San Francesco. La ditta Beniamino Zanin e Figli di Codroipo costruisce il nuovo organo collocandolo nella nuova can­toria innalzata sopra l'ingresso principale.

 

1939  - Valle. La ditta Beniamino Zanin e Figli costruisce un nuovo organo.

-  Capodistria - duomo. Giorgio Bencz di Gorizia restaura l'organo eliminando la cassa e registri.

 

1941 - Isola - duomo. Giorgio Bencz restaura l'organo.

-  Umago. Giorgio Bencz restaura l'organo.

 

1943  - Buie - duomo. Giorgio Bencz di Gorizia restaura l'organo.

-  Grisignana. Giorgio Bencz restaura l'organo.

-  S. Lorenzo del Pasenatico. Mario Giovannini restaura l'organo.

 

1944  - Pola - cattedrale. Il bombardamento del 22 giugno danneggia in

modo grave l'organo, che viene smontato. A guerra finita il ma­teriale fu venduto alla chiesa di Villa del Nevoso e 11 rimesso in opera dall'organaro Frane Jenko di Lubiana.

 

1954  - Visinada. Albino Kuclar di Gorizia restaura l'organo.

 

1955  - S. Pietro in Selve. Frane Jenko di Lubiana restaura l'organo.

 

1957  - Verteneglio. Frane Jenko restaura l'organo.

-  S. Lorenzo di Daila. Vinko Rebolj di Maribor restaura l'organo.

 

1958  - Rovigno - duomo. Vinko Rebolj di Maribor restaura l'organo, eli-

minando molte file di canne.

 

-  Torre di  Parenzo.  Vinko Rebolj  di  Maribor restaura l'organo, attualmente fuori uso.

 

1959  - Pirano - duomo. Vinko Rebolj restaura l'organo.

-  Umago. Vinko Rebolj restaura l'organo.

 

1960  - Barbana. Viene demolito, senza motivo ragionevole, l'organo. Il materiale è depositato nelle soffitte del Palazzo Loredan.

- Cittanova - Madonna del Popolo. Viene demolito l'organo.

 

1961 - Pola - Sant'Antonio. Frane Jenko di Lubiana costruisce l'organo, op. 95.

-  Lazzaretto. Frane Jenko restaura l'organo.

 

1962 - Antignana. Frane Jenko restaura l'organo.

 

1965 - 66 - Lazzaretto. Frane Jenko, demolito il vecchio organo, ne co­struisce uno nuovo, a 2 manuali con trasmissione pneumatica.

 

1967  - Pisino. Viene riattivato l'organo, danneggiato dai bombardamenti

del 1943.

 

1968  - Vengono pubblicate a Trieste le Memorie sacre e profane dell'Istria

di Prospero Petronio, in cui si parla di organisti stipendiati dalla comunità ad Albona, Cittanova e Montona (1681) e di organi esi­stenti a Gimino, Barbana, Sanvincenti e Montona (1681).

-  Capodistria - duomo. Nell'abside viene sistemato un organo elet­tronico di fabbricazione tedesca.

 

Giuseppe Radole

 

 

 

Ricerche, con esito positivo, sono state condotte nei seguenti Archivi:

 

Trieste:  Curia vescovile; Archivio storico del Comune; Museo del Teatro; Ufficio anagrafico.

Capodistria:  Archivio capitolare; Archivio Comunale.

Archivi degli uffici parrocchiali di: Trieste:  B. V. del Soccorso; S. Giusto;  Villa Decani;  Pirano;  Umago, Verteneglio;  S.  Domenica di Visinada; Visinada; Barbana.

 

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