I bombardamenti alleati su Pola 1944 – 1945. Vittime, danni, rifugi, disposizioni delle autorità e ricostruzione

recensione di Luca Pignataro


Il Centro di Ricerche Storiche di Rovigno (antica cittadina istriana oggi in Croazia), istituzione benemerita per lo studio della storia dell’Istria con particolare riguardo alla sua componente nazionale italiana, ha dato alle stampe il volume VIII delle sue Monografie, nel quale viene ricostruito un aspetto di come la bufera della seconda guerra mondiale si abbatté su Pola. Mentre i bombardamenti su Napoli e Roma, per citarne alcuni fra i più ricordati, hanno goduto di vasta eco non solo storiografica ma anche letteraria e cinematografica, non era molto noto che l’allora capoluogo istriano, nonché munita base navale, subì pesanti bombardamenti aerei da parte angloamericana, nel periodo successivo all’armistizio con l’Italia, quando la penisola istriana era sotto occupazione germanica, di fatto annessa al Terzo Reich nella “Zona d’operazioni Litorale Adriatico”, pur con la presenza di militari italiani ed esponenti del fascismo repubblicano. Gli ultimi mesi del 1943 avevano già fornito un eloquente esempio di stragi perpetrate dai comunisti iugoslavi nelle famigerate foibe, stragi che si sarebbero ripetute dopo la fine della guerra, sicché i tentativi di dar vita ad una resistenza armata italiana contro i nazifascisti vennero soffocati e distorti dal movimento partigiano che anelava all’unione con la Iugoslavia destinata a cadere sotto la dittatura di Tito. L’Autore di questo saggio, Raul Marsetic, non fa menzione di questi aspetti, peraltro già studiati, ma, con esemplare obiettività, ricostruisce tutto ciò che riguarda “Vittime, danni, rifugi, disposizioni delle autorità e ricostruzione” in seguito ai bombardamenti delle forze aeree alleate, avendo svolto una accuratissima ricerca negli archivi non solo istriani (particolarmente quello statale di Pisino, attuale capoluogo dell’Istria croata, dove sono confluiti i fondi della Prefettura italiana di Pola) e triestini, ma anche statunitensi (dell’Aeronautica militare) e britannici e valendosi della memorialistica, anche inedita, e dei giornali coevi, mettendo in guardia, se necessario, da affermazioni o contenuti propagandistici o tendenziosi.

L’Autore inizia con un quadro della situazione a Pola dalla caduta del fascismo nel luglio 1943 all’inizio del 1944, menzionando le forze militari presenti in città: non si trattiene, giustamente, dall’evidenziare come la preponderanza italiana di fronte ai tedeschi l’8 settembre 1943 fu vanificata dall’irresponsabilità dei comandanti, mentre la popolazione, pur in ristrettezze, sfamò le migliaia di soldati italiani fatti prigionieri dai germanici e in procinto di essere deportati. Si passa poi alla descrizione delle disposizioni adottate sin dall’inizio della guerra per fronteggiare la minaccia dal cielo. Malgrado molte altre città italiane fossero state bombardate, anche ripetutamente, gli abitanti di Pola si sentivano al sicuro ancora all’inizio del 1944, forse dimentichi di aver già vissuto un’esperienza di bombardamenti aerei durante la prima guerra mondiale, quando alcuni dirigibili ed aerei italiani (compreso quello di D’Annunzio, che ne lasciò memoria in alcune sue prose) avevano cercato di colpire quella che era la più munita e più importante piazzaforte navale dell’Austria-Ungheria. In quell’epoca, però, le tecniche aeronautiche erano ancora rudimentali né si erano avuti bombardamento su larga scala verso obiettivi civili.

Molto più tragica fu dunque la realtà con cui i Polesi ebbero a confrontarsi a partire dal gennaio 1944, quando i bombardieri angloamericani (anche Marsetic rileva la grottesca ironia del loro nome Liberator) iniziarono a martellare la città dell’Arena, proseguendo sino al marzo 1945. Lo studioso si sofferma sulla reazione della popolazione, dapprima disponibile ad un certo spirito di solidarietà (gli operai del cantiere navale rinunciarono persino alla paga di un giorno per aiutare i sinistrati), poi, mentre aumentava il numero delle vittime civili, sempre più preda dello scoraggiamento e del fatalismo, colpita nell’animo dallo sfollamento in campagna e dalla distruzione di molte abitazioni e di tre luoghi simbolo dell’identità cittadina: il Duomo, la parte anteriore del Tempio di Augusto e il cantiere navale di Scoglio Olivi. Vengono inoltre elencati meticolosamente i segnali d’allarme aereo registrati nel corso del conflitto e si descrivono i numerosi rifugi antiaerei apprestati e le norme che ad essi facevano riferimento, nonché l’organizzazione che ne aveva cura e cercava di contenere i problemi connessi allo stato di disagio generale dovuto al protrarsi degli attacchi aerei. Molti cittadini giunsero a trascorrere intere notti e giornate nei rifugi, dove addirittura furono celebrate le messe del Natale del 1944. L’Autore elenca, per quanto gli è stato possibile rintracciare, i nomi delle vittime e dei feriti e i fabbricati danneggiati a causa delle incursioni aeree, con un raffronto fra i nomi delle strade di allora e quelli odierni; non manca la documentazione iconografica.

Marsetic è attento anche all’aspetto prettamente militare: riporta i documenti di volo delle squadriglie alleate con le fotografie scattate durante le ricognizioni e i bombardamenti, e di ciascuna ricostruisce la formazione di attacco e la composizione, giungendo a dare una voce, per così dire, anche a chi doveva portare il carico di morte e distruzione rischiando allo stesso tempo la propria vita. In un caso, addirittura, lo storico ha chiarito che il cadavere di un aviatore rinvenuto al suolo e che, secondo la Prefettura, si sarebbe schiantato per mancata apertura del paracadute, in realtà corrispondeva al navigatore di un aeroplano risucchiato nel vuoto da uno squarcio nel velivolo provocato dalla contraerea, peraltro non molto efficiente.

Nel giugno 1945 fu istituito il Governo Militare Alleato della Venezia Giulia, comprendente parti delle province di Trieste e Gorizia, sotto la cui autorità passò anche l’enclave dell’area urbana di Pola, sino al settembre 1947, quando, per effetto del trattato di Parigi, anche questa città, come il resto dell’Istria, sarebbe stata ceduta alla Iugoslavia di Tito. Nel frattempo le autorità alleate avevano dato inizio alla ricostruzione di edifici, case e quant’altro danneggiato dalla guerra, valendosi di ditte e cooperative locali, e anche su questo la documentazione riportata da Marsetic è abbondante, ancorché non completa a causa della perdita di molte carte. I funzionari italiani della Soprintendenza ai monumenti di Trieste curarono il restauro del Duomo e del Tempio di Augusto, concluso in concomitanza con l’annessione alla Iugoslavia, quando ormai la stragrande maggioranza dei cittadini aveva abbandonato Pola per cercare rifugio nella madrepatria, come l’Autore del volume ricorda. Restavano ancora vaste aree del centro coperte da macerie e case diroccate, che le nuove autorità si limitarono a radere al suolo ma non riedificarono. Lo sventramento della parte più antica del nucleo urbano, quella che nel corso dei secoli era stata sempre abitata, anche quando Pola era un piccolo villaggio, si accompagna, dunque, alla dolorosissima mutilazione subita dalla città istriana con la perdita della quasi totalità dei suoi abitanti originari e lo stravolgimento della propria storia. L’Autore di questo saggio ha realizzato un esempio magistrale, per la padronanza delle fonti, di ricerca storica, che si collega alla mostra che a Milano nel 2004 ha rievocato i bombardamenti del capoluogo lombardo e ad analoghe iniziative –mostre, libri, programmi televisivi- in altre città non solo italiane, in coincidenza con il sessantesimo anniversario del secondo conflitto mondiale. Allo stesso tempo, tuttavia, con molta sobrietà e professionalità, ci ha fornito una testimonianza di pietas verso la sua terra e la sua gente, in quel microcosmo istriano così violentemente colpito dalle tragedie ideologiche del XX secolo. Spetta alla sensibilità del lettore prediligere l’uno o l’altro aspetto, che a noi sembrano ugualmente degni di lode.

Luca Pignataro

Raul Marsetic, I bombardamenti alleati su Pola 1944 – 1945. Vittime, danni, rifugi, disposizioni delle autorità e ricostruzione, Unione Italiana di Fiume – Università Popolare di Trieste, Rovigno – Trieste 2004, pp. 329.