Una famiglia istriana

Recensione tratta da "La Voce (Edit) 30/11/01"

"Cronaca istriana"

TEMA DELLA CONFERENZA IL LIBRO DELL'AUTRICE CONNAZIONALE "UNA FAMIGLIA ISTRIANA"
PUBBLICATO DALLA NOSTRA CASA EDITRICE

A tu per tu con la scrittrice Ester Sardoz Barlessi
Il romanzo di Ester Sardoz Barlessi "Una famiglia istriana" è stato il tema dell'ultima conferenza svoltasi presso la Comunità degli Italiani di Rovigno per il ciclo autunnale grazie alla collaborazione tra l'Unione Italiana e Università popolare di Trieste. All'incontro, con ospite l'autrice, è intervenuto numeroso pubblico. A parlare dell'opera e della scrittrice è stato, particolarmente emozionato, il professor Antonio Pellizzer. Emozionato perché, come ha spiegato, non riesce mai a rimanere indifferente, citiamolo, "alla splendida ed umana maniera con la quale Ester Barlessi racconta, nel suo libro, le vicissitudini di una famiglia": avvenimenti, in effetti, che esprimono l'Istria e la città di Pola dal 1905 ai giorni nostri.
Un libro che, ha rilevato Pellizzer, così congeniato, ancora non esiste. Pubblicato dall'"Edit", è uscito in edizione bilingue e va a celebrare ed a completare quanto già scritto dall'autrice a partire dal 1989 a questa parte: una produzione, la sua, nata un po' in ritardo ma sempre coronata di successi. Si tratti di poesia o di prosa, di bellissimi racconti che Pellizzer ha invita i presenti a leggere. "Ester - dice Pellizzer - ha una fantasia che sorge dal di dentro, una fantasia allusiva. È un'autrice che ha la consapevolezza che le cose che dirà saranno veramente importanti, con la capacità di imbrigliare il magma degli avvenimenti per portarlo a certi fini. Un romanzo il suo, dalla struttura giusta, nel quale cavalca le onde dell'emozione con una leggerezza fantastica, con innata serenità, nonostante le situazioni a volte strazianti. Un romanzo che, tenuto conto della sua struttura e della scorrevolezza di lettura, potrebbe ben adattarsi alla sceneggiatura di un film. Un 'affresco dell'Istria'. Lo stesso titolo è geniale perché racchiude in sé la nostra esistenza, con tutti i drammi vissuti da chi fa parte della nostra minoranza, che vanno fino ai giorni nostri, che vedono coinvolti uomini di frontiera ricchissimi di sapere ma sempre, per volere degli altri, incerti nel vivere" - ha detto Pellizzer. Il relatore è passato quindi a presentare i personaggi ed i fatti più salienti che animano il racconto della scrittrice, ripercorrendo le vicissitudini dei protagonisti appartenenti a quell'albero genealogico che ha dato vita alle vicende del romanzo, albero per il pubblico graficamente e coloritamente presentato su una lavagna. Angela, Nicola e lo zio Giovanni sono state le figure motrici del discorso che Pellizzer ha analizzato minutamente nel loro percorso di vita, fino ad arrivare all'epilogo che non ha voluto commentare nei suoi risvolti per lasciarlo scoprire ai lettori. Si è limitato a dire al pubblico che giudica la fine senz'altro brillante come tutto il libro, perché Ester riesce a portare in modo eccellente le cose ad una loro moralità, cosicché, nonostante le divisioni e le tragedie vissute, la famiglia riprende ancora una volta il suo ruolo. La serenità di Ester, che supera le cose e vuol vivere per qualche cosa di diverso, è un grande pregio dal punto di vista estetico essenziale. L'istrianità dell'autrice contiene elementi che non si trovano altrove: fatti di gente giusta, solidale, patriarcale. Si tratta dunque certamente di un libro da leggere. Al termine della serata non è mancata nemmeno la domanda "cattiva" all'autrice. "Credi di aver dato molto agli altri?" - Ha chiesto Antonio Pellizzer ad Ester Sardoz Barlessi. Pacata e concisa la risposta: "Non per quello che scrivo ma per quello che sento, credo di aver dato molto". Era presente alla serata, assieme ad altri amici dell'autrice anche la professoressa Nelida Milani Kruljac. Alla presentazione del romanzo, accompagnati dai loro insegnanti, hanno assistito anche numerosi alunni della Scuola media superiore italiana di Rovigno. (eb)