Martedì, 7 Agosto 2001
Dalmazia
Mentre io spiegavo col braccio teso, la donna anziana seduta vicino a
noi su una antica pietra bianca, che risaltava ancor più coi suoi abiti
vecchi, neri, mostrava un certo interesse. Crescente, mentre scendevo
nei particolari. Ferma come una statua antica, quasi lucertola al sole,
quando nominai "la Drogheria" di Calle S. Maria volse il capo e,
svegliandosi dal torpore, disse: "Allora siete zaratini, sapete tante
cose ...".
Io annuii e dissi chi ero e lei subito si aprì al dialogo, sempre più
fitto. "Vi conosco, eravate piccoli, sempre al "Ryci" a Bercagno, con
le barche a vela ... mio marito era il custode ("el Mice" - a malapena
riuscii ad interromperla) ...; abitavamo alle Case Vlahov in Val di
Maistro ... la vostra drogheria era là sul "canton" ...". Anche lei
stava "fotografando" quello che non c'era più innanzi ai nostri occhi.
Eravamo tornati indietro nel tempo, insieme, sullo stesso filo dei
ricordi e delle visioni. Tirando fuori dal nostro cuore, con quel vuoto
davanti, quello che avevamo nascosto e serbato gelosamente per tanto
tempo. "El Mice come sta? - chiesi, naturalmente. "È morto tanti anni
fa" - rispose con gli occhi già lucidi, dopo lo scioglimento improvviso
precedente -. "È morto di crepacuore, ha patito per anni, non ha
resistito al dolore. Abbiamo perso una figlia nel bombardamento del 28
novembre, sul vaporino in porto". Le lacrime ormai le scendevano
brillando al sole; "Era una bambina ... non l'hanno più trovata, non ho
una tomba dove piangere ...". Tacque ed io pensai di scusarmi per aver
riaperto una ferita dolorosa."Ma no" - disse - "sono rimasta sola,
abito in quel casamento vicino alla Colonna, non conosco nessuno ...
loro non sanno ... voi siete amici, sapete ... posso piangere. Mi fa
bene, potete capirmi ...".
Nubi bianche come fiocchi di cotone veleggiavano nell'azzurro. Ogni
tanto la loro ombra passava veloce tra le bianche pietre del Foro.
Oscurò anche le nostre facce al sole, togliendoci il tepore. "È
mezzogiorno" - suonavano le campane del Duomo - "vado a cucinare.
Grazie". La donna ci salutò allontanandosi verso la Colonna.Il suo
volto rassegnato, con le gote umide, era rimasto oscurato nonostante
fosse tornato il sole. Anche noi sentimmo che non ci riscaldava come
prima. Sentimmo inutile anche quel mazzo di ginestre fulgenti che
avevamo in mano. Sarebbe stato bene sulla tomba di una bambina.
Sergio Brcic