In mare, sul Quarnero, in crociera

di

Neumann Antonio




Era quella che gestiva il collegamento via mare tra Fiume e la vicina costa orientale dell’Istria, le località interessate erano Volosca, Abbazia, Laurana e Valsantamarina. Non rammento se a volte sostassero brevemente anche a Ica o Icici. Le navi impiegate erano il più vecchio “Lussino” già posamine nella Marina Austro-Ungarica, scafo elegante ed affusolato, un unico saloncino verso poppa, pareti in lucido legno, sedile unico a ferro di cavallo in velluto rosso imbottito sotto al quale, in tanti stipetti, venivano conservati i giubbetti di salvataggio per i passeggeri; in sopra coperta, a prua e a poppa del lungo fumaiolo, le panchine all’aperto.. L’’equipaggio era formato dal comandante, un marinaio adetto al timone a ruota in plancia e due marinai per le manovre di ormeggio e disormeggio; in sala macchine un fuochista per la caldaia, un ingrassatore per la motrice alternativa e il direttore di macchina.. Due porte di accesso in coperta, e a loro che, da ragazzino, mi affacciavo a guardare il roteare delle scintillanti manovelle, ad ascoltare i tonfi dei pistoni, a respirare gli odori degli olii lubrificanti e della nafta, per me non erano sgradevoli.

Vi erano poi il vecchio “Abbazia” ed il “Laurana”, anch’essi con motrici a vapore, appena più grandi e comodi del “Lussino” con un saloncino a prora e un salone a poppa per riparare i passeggeri dalle intemperie, sopra di essi le banchine all’aperto sul ponte superiore. Già costruiti per i viaggi costieri, con una cucinetta-bar al centro nave. A metà degli anni 30 il vecchio “Abbazia” scomparve, penso in demolizione, mentre comparve il nuovo, sgargiante “Abbazia” con propulsione a motore diesel. Ancora più largo dei precedenti, con veri e propri saloni a prua e a poppa e vasti spazi sui ponti superiori, con banchina continua a ferro di cavallo a prora, e banchine in fila a poppa, in mezzo a loro un bar e un cucinotto. Il tutto per consentire le serate estive di quello che era comunemente chiamato “Il fresco al mare” sempre affollatissimo” con orchestrina e ballo a bordo. Sotto le lampadine, il gran pavese e il bel cielo stellato, a ristorare tutti la fresca brezza notturna sollevata dal procedere della nave. Si partiva alle ore 20.30 da Fiume con soste ad Abbazia, Laurana e Valsantamaria, località questa, dove l’”Abbazia” sostava per un’ora consentendo ai gitanti di scendere a terra insieme all’orchestrina per continuare i balli sulla pista dell’albergo Armanda” posto quasi all’inizio del molo d’ormeggio.

Tutto ciò accadeva negli anni di poco precedenti l’inizio della seconda guerra mondiale. Il “Lussino, l”Abbazia”, il “Laurana” effettuavano altre corse affollate di gitanti lungo le coste orientali dell’Istria nelle domeniche e nelle giornate festive nel corso dell’estate trasportando i bagnanti sulle spiagge specie quelle di Laurana e Valsantamarina per godersi le traversate in mare e il refrigerio delle brezze marine oltre a quelle di un mare limpido offerto alle bracciate dei nuotatori senza contare le abbronzature sul riverbero dei bianchi sassi. E di frequente, in genere con l’”Abbazia”, le piccole crociere domenicali verso le isole, verso Cherso, verso Lussino, Arbe, Veglia gradite particolarmente dagli ospiti forestieri.

Poi giunse la guerra, e l’”Abbazia” fu trasformata in nave ospedale, il venerando “Lussino” tornò a fare il posamine non più della marina austro-ungarica ma della regia marina italiana. Nel triste dopoguerra, non venne più ripreso il servizio costiero da Fiume fino a Valsantamarina, le navi furono sostituite da affollate autocorriere, L’”Abbazia” ritornò a trasportare passeggeri per qualche anno tra Napoli, Ischia e Capri. I fiumani abbandonarono la città, il loro amore verso il mare, l’azzurro Quarnero non ebbe lo stesso incanto per i nuovi cittadini.