Gli avvenimenti a Fiume nel 1946

di

Neumann Antonio




Cari tutti, E' un ricordo sbiadito quello che vi offro quest'oggi.Parto difatti da un resoconto del 1946 che leggeva cosi: "Nel marzo 1946, secondo quanto stabilito alla conferenza di Londra del settembre 1945, si avviò l'inchiesta etnico-economica in Venezia Giulia entro i limiti tracciati dalla linea Wilson. Gli incaricati dell'inchiesta giunsero a Fiume 1l 16 febbraio 1946 senza preavviso, il che non permise agli operatori politici di predisporre, come era avvenuto nell'Istria, manifestazioni propagandistiche." La cosa sorprese anche noi, i nostri pochi gruppi organizzati della Lega "Dante Alighieri. Non ricordo come e da chi fui informato, in mattinata, che la detta Commissione si sarebbe riunita alle ore 16 del pomeriggio dentro al Caffè Centrale in Piazza Dante per ricevere autorità locali e popolazione e discuterne i punti di vista in merito alla stabilizzazione dei nuovi confini italo-jugoslavi. Fummo colti dal panico. Come organizzare in così breve tempo una qualche manifestazione. Come farlo sapere a tutta la città? Prendere il tram e correre ad informare le fabbriche, e se poi la segnalazione non era vera? Chi,d'alltronde avrebbe fatto fede a dei ragazzi ventenni? Passammo la voce nelle case degli amici più meno fidati. Lo urlammo nei portoni, nei cortili delle case, saltammo tutti il pasto per proseguire in questa azione ma alle 16.00 ad attorniare il Caffè Centrale eravamo solo noi, ragazzaglia, si e no una trentina di esagitati. Non potemmo nemmeno accostarci ai membri della commissione, chi in divisa militare, chi in borghese, che entravano nel locale, se quel altro gruppo di persone che li seguirono erano l' autorità locale non avremmo potuto dirlo. Erano invece agenti dell'OZNA in borghese quelli che si disposero attorno alle larghe vetrine del Centrale con aria indifferente. Noi si curiosava all'interno avvicinandoci il più possibile, fino a ché l'uomo dell'OZNA non ci allontanava con un gesto della mano. Ad un certo furono chiuse anche le tende lasciandoci a naso lungo. Ci raccogliemmo, piazza Dante era pressoché deserta non fosse stato per noi. Furono le care nostre ragazze ad avere l'idea, consigliammo loro di non esporsi tanto ma esse insistettero. Si staccarono da noi, girarono l'isolato e comparvero dall'altro lato, come se provenissero dal mare, belline, eleganti fecero per entrare, L'agente che sorvegliava l'ingresso rimase per un attimo incerto ma, considerato la loro sicurezza, le fece entrare. Da quanto venimmo a saper dopo, le fecero sedere ad un tavolino ben lontano dall'assembramento di militari e politici e poi giunse un cameriere con le loro bibite. E rimasero così a chiacchierare tra loro mentre qualcuno della commissione, specie i militare, prese a distogliersi dalla discussione in seno alla Commissioni, per rivolgere le sue attenzioni verso le bellezze muliebri. Infine, un ufficiale. che poi dissero americano, chiese scusa ai convenuti e si avvicinò al loro tavolino ponendosi garbatamente a discorrere con loro. e furono loro ad informarlo della triste condizione di Fiume, degli abusi commessi dagli invasori, delle ristrettezze della vita in città e del clima di terrore in cui questa viveva., come noi non sapevano nulla dei fiumani uccisi o scomparsi, ad un certo punto, l'americano invitò il suo collega inglese ad unirsi a lui ed entrambi rimasero intente a recepire le informazioni delle ragazze sulle reali condizioni della città. Mentre il membro francese e il rappresentante d'un Comitato di Liberazione Nazionale (?) continuavano le loro confabulazioni con i partiti cittadini, quali?, e con l'onorevole Riccardo Zanella ed Ossoinach. Non vi furono dimostrazioni cittadine in cui inneggiare all'annessione all'Italia ne arresti, quel giorno. Almeno noi, rimasti al di fuori del Caffè Centrale ad attendere la fine dell'incontro della commissione alleata con le autorità di Fiume. Era già tarda sera quando questo si concluse e dovemmo attendere l'indomani per conoscere i particolari dalle ragazze che si erano accompagnare agli ufficiali americano e inglese dapprima a cena al "Bonavia" e poi a ballare alla "Sala Bianca".