Vi racconto di me e della mia gente

di

Norma Doljak




Io fantastico sempre, cioè alla realtá di ogni giorno io ci aggiungo anche un poco di mio e il tutto mi sembra più vivibilie, più semplice. Il ricordo è l'unico paradiso dal quale non possiamo venir cacciati.
Fortuna, che il tempo che passa si rivela talvolta un rimedio salutare anche per le sofferenze che abbiamo patito.
Mi passano per la mente alcuni momenti della mia infanzia e della mia giovinezza trascorsi a Pirano e ricordo tante persone alle quali ero molto affezionata. Tante di loro non ci sono più e quasi tutte non sono più quì, ma il mio ricordo vola lontano e ora le ricordo con tanta nostalgia, le ringrazio di aver accompagnato i più bei momenti della mia vita. Ognuna di queste persone è stata importante per me e nessuna ora al ricordo mi è indifferente.
Come il buon vino, il ricordo ha bisogno di tante stagioni per maturare, io data la mia etá, ho tanti ricordi maturi. Ora sono più veri, più vivi, più presenti, come i sassi del mare levigati, modificati dalle onde, ora accarezzati, ora sbattuti, dal suo continuo movimento. IL mare non sta mai fermo. La vita riserva solo in etá matura il tempo necessario per tornare indietro con la memoria e questo non è dato a tutti.
Io mi sento una privilegiata e finchè dura, io me la godo!
Ho ricordi giovanili speciali di giorni sfrenati, di giochi, di libertá, di felicitá, di speranza, di avventure, e di tanta incoscienza!Ogni cosa bella si moltiplicava per mille.
Ricordo anche, se cammino per le contrade di Pirano le persone alle finestre, sulle porte a guardare, a commentare, a criticare.
Molte di queste persone se ne sono andate senza aver mai avuto il desiderio di andare via, di lasciare tutto per un futuro incerto, ostile, ma era questa l'unica prospettiva.
Io amo Pirano non solo per la sua bellezza, per le sue caratteristiche, per le sue pietre, per le sue costruzioni, ma nache per le persone per le quali provo un sincero affetto, per quelle di una volta con le quali sono cresciuta e per le persone di oggi che la vivono e l'amano come me.
Io vorrei scrivere qualcosa per rimanere viva anche dopo morta, ma sono solo una grande "ciacolona". Scrivo per poter leggere di me, della gente, di Pirano quando saró vecchia e non mi ricorderó più niente. Pirano forse la sanno amare e apprezzare anche i nuovi venuti. Io sono malata di Pirano. Io nella mia ignoranza sottovaluto la sensibilitá dei loro sentimenti, penso che Pirano sia "solo mia" e che l'ho vista prima io!
Essi amano Pirano d'un amore nuovo, mentre il mio è "antico".
Forse essi amano Pirano senza rimpiangere il luogo che hanno lasciato, e Pirano sa farsi amare, forse anche odiare, ma non lascia nessuno indifferente.
È sufficiente il suo campanile alto e snello ("el più bel fio de Venessia!") a simboleggiare la cittá, i suoi rintocchi ritmano il nostro vivere.
Ti siedi in riva, in piazza Tartini, su di una panchina del Mogoron, in Piazzetta, o sulle mura e lo sguardo spazia in uno scenario stupendo, alla cui realizzazione ha contribuito la natura prima, e la mano dell'uomo poi. Sei incantato e non vorresti più andar via.
La Pirano che ho dentro di me è destinata a finire con me, perció io ne parlo e ne scrivo per farla vivere anche dopo di me.
Io porto dentro di me anche il ricordo di una Pirano che non c'è più.
Mi capita spesso di camminare per le vie di Pirano e di non incontrare nessuno che conosco. Una volta, quando quì c'era la mia gente, c'erano tutte le persone che conoscevo, che salutava con un sorriso, con una battuta, qualche volta, giravo la testa dall'altra parte e facevo finta di non vedere. È per questo, e non solo, che mi manca tanto la "mia gente".
Sono grata a Pirano, perchè mi circonda e mi ricorda il calore della mia famiglia, che era solida e unita. Pirano mi dá energia, mi fa sognare, mi dá gioia.
Pirano era abitata da persone che si conoscevano da una vita, che si chiamavano per nome, ma soprattutto per soprannome. Mio papá era "Bepi Mulinaro de Strugnan". Classe 1895.
I Piranesi si scambiavano piccoli favori sporgendosi dalla finestra, dalla quale uscivano odori e profumi di cibo, specialmente di pesce fritto, di sughi, di caffè, di pane caldo e appetitoso.
Per le vie di Pirano c'era sempre movimento, si andava a piedi, ma anche in bicicletta, si sentivano canti, musica, ma anche tante "belle e sane baruffe". Per noi era un grande divertimento e, a seconda dei casi davamo ragione all'uno o all'altro.
Pensate, che sono perfino orgogliosa della mia bella lingua, che mi aiuta ad esprimermi e mettere sulla carta tutti i miei ricordi, che mi vengono "su come gli gnocchi", preparati per il pranzo della domenica dalla mamma con noi "fioi" che facevamo i "chifeletti".
La memoria mi fa compagnia e devo "adoperarla" prima che mi abbandoni e mi faccia diventare completamente rimbambita.
Io sono molto sola, me le faccio e me le dico. Amo la vita e la gente, e penso anche, che molte persone mi vogliano bene.
Mi rendo conto che la felicitá non viene sempre dagli altri e la cerco in me stessa.
Ho nostalgia delle coccole di mia mamma, delle sue sgridate, ma anche dei suoi incoraggiamenti. Penso di essere stata una buona figlia, di non averla delusa troppo, la sento ancora tanto presente, ma mi mancano tanto i profumi della nostra cucina!
Ora sono abbastanza "acceccata" ma gli occhi della vita e dei ricordi ci vedno benissimo.
Ricordare è rivivere, io sono la più grande e unica interprete della mia vita, tutto sommato un bel film, che ogni giorno scorre inesorabilmente.
Io vivo il presente con speranza e serenitá. Intanto c'è il nostro campanile che protegge le case e i suoi abitanti convinto e solitario che anche noi gli siamo affezionati.
Le barche attraccano a riva come sempre, dopo una notte di pesca, colme di pesce, che "buliga" e salta dappertutto.
I pescatori hanno sulla pelle scura e riarsa dal sole l'impronta della loro fatica e quella delle generazioni che li hanno preceduti. Di mattina il ritmo della vita riprende, Pirano si sveglia. Le persiane si spalancano. Un bel freschetto entra nelle stanze, dove ci sono tanti sbadigli e tanta voglia di dormire ancora un poco. Altre persiame si chiudono per proteggere il sonno di tutti i bravi pescatori, che hanno faticato durante la notte e che con il loro lavoro hanno procurato alle loro famiglie un pasto sicuro e un pó di soldi.
A Pirano c'erano tanti pescatori, come in tutte le nostre belle cittá della costa istriana.
Viva il mare e la sua gente!

Con affetto, stima e simpatia,
Norma Doljak