INTRODUZIONE
Per questa tesi ho lavorato su tre quotidiani: “Corriere
della Sera“, “Avanti”, “Civiltà Cattolica“. Solo il primo capitolo, che ha un
carattere essenzialmente introduttivo,
è basato su dei libri: B. Benussi, L’Istria nei suoi due millenni di
storia, A. Tamaro, Italiani e Slavi nell’Adriatico.
Per quel che riguarda i quotidiani, la ricerca è stata
più complicata, poiché ogni biblioteca sceglie di effettuare alcuni abbonamenti
ai giornali, ma soprattutto perché è stato difficile trovare la serie completa
dei quotidiani d’inizio secolo, effettivamente molte raccolte, in diverse
biblioteche che ho avuto modo di contattare, iniziano con la fine del secondo
dopo guerra.
Il “Corriere della Sera” l’ho trovato in cartaceo
presso la Biblioteca Civica di Trieste.
La “Civiltà Cattolica“ ho potuto reperirla presso il
Seminario Arcivescovile d’Udine. Ne sono pubblicati quattro numeri l’anno, la
parte finale d’ogni volume riguarda le notizie sui fatti italiani, europei e
dal mondo, qui per il periodo dal 1914 al 1919 ho trovato articoli sulla guerra e sull’Istria, solo per quel che
riguarda il 1916, non sono riportate notizie o fatti riguardanti l’argomento
specifico.
Dell’ “Avanti” ho trovato la serie completa su
microfilm a Milano presso la Biblioteca Nazionale Braidense. In tutta la
regione Friuli Venezia Giulia è stato impossibile reperire la serie completa dell’
”Avanti“, solo la Biblioteca Civica d’Udine, è in possesso del cartaceo dell’“Avanti”
di quegli anni, ma il materiale è scarso, ad esempio del 1919 si trovano
solamente quattro numeri, sedici numeri del 1914, per giungere ad un massimo di
novanta numeri del 1918. Troppo poco quindi, rispetto alla portata della mia
ricerca.
La diversa impostazione dei giornali ad affrontare l’argomento
Istria e l’approccio alla guerra, è una di quelle cose che salta subito agli
occhi del lettore.
Il “Corriere
della Sera” aveva una posizione interventista, pubblicava quasi quotidianamente
articoli sull’Istria, sulla questione adriatica, sul confine orientale, e sulla
necessità per l’Italia di intervenire nella guerra per realizzare le proprie
aspirazioni nazionali.
Questo tipo d’approccio non si riscontrava invece nell’
“Avanti“, che era favorevole al non intervento dell’Italia nella guerra, e al
mantenimento della pace.
L’ “Avanti“
non usa mai termini come: Istria, questione adriatica, confine orientale, si
riferisce per trattare l’argomento a parole come: slavismo, panslavismo,
neo-slavismo, Dalmazia, Jugoslavia o jugoslavi.
L’ “Avanti“
ribadirà per tutta la durata della guerra, la sua posizione neutrale e
pacifista.
“Civiltà Cattolica” dal canto suo, si faceva portavoce
della posizione dei cattolici, che pur disapprovando la guerra in quanto
portatrice di morte e distruzione, erano favorevoli alla neutralità condizionata,
non assoluta.