3.1.1.  Il questionario sociolinguistico.

 

 

Al fine di fornire un quadro indicativo sull'attuale situazione linguistica, abbiamo pensato di sottoporre all'attenzione degli italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia un questionario.

In origine la ricerca doveva essere più ampia, per quanto riguardava l'area dalmata, poiché si pensava di raggiungere le neocostituite o costituende Comunità italiane di Cherso, Lussino, Spalato e Ragusa; l'incertezza politica che regna nella regione e la difficoltà dei collegamenti, cosa impossibile a descriversi, hanno giocoforza limitato l'inchiesta in un'area più ristretta, comprendente in Istria le città di Capodistria (Slovenia), Parenzo, Rovigno, Dignano e Pola (Croazia), il centro più importante del Golfo del Quarnero, Fiume, e Zara, città della Dalmazia legata all'Italia per tradizione.

Il questionario è stato ideato nella metà di maggio del 1994, seguendo l'esempio di altri questionari linguistici, cercando di trovare una soluzione idonea ai caratteri della regione presa in esame che, come si è avuto modo più volte di rimarcare, presenta tratti estremamente particolari.

Il questionario è stato redatto in due stesure, la prima il 27 maggio 1994 e la seconda il 30 settembre dello stesso anno.

Il primo, utilizzato nell'inchiesta di giugno a Pola, era composto da nove pagine e comprendeva quarantadue domande. Ma il fatto che esso fosse distribuito soprattutto fra i giovani, ci ha indotti a studiare una formula che rendesse per loro più comprensibili alcune domande sulla diminuzione numerica dell'etnia italiana nel secondo dopoguerra e, al tempo stesso, poter ottenere da loro un giudizio personale sullo stato di conoscenza e padronanza dell'italiano.

Le modifiche hanno permesso di rendere più snello il questionario, permettendo a tutti gli intervistati di dare un giudizio sulla padronanza delle loro lingue, di descrivere gli ambiti settoriali in cui esse vengono usate, di cercare di spiegare il problema, ancor oggi scottante, sull'esiguità numerica attuale della comunità italiana e di darne una spiegazione, qualunque fosse l'età dell'interlocutore([17]).

L'inchiesta si è svolta in due periodi: il primo nel giugno '94 ed ha avuto come punto di partenza la città di Pola, dove grazie al decisivo aiuto della prof.ssa Nelida Milani Kruljac, sono stati distribuiti quarantadue questionari, di cui uno solo smarrito, fra elementi della comunità italiana e studenti della locale facoltà di Pedagogia.

La seconda parte dell'inchiesta è iniziata nel mese di ottobre del medesimo anno, quando sono stati svolti i sondaggi a Rovigno, Dignano e Parenzo. In queste tre cittadine sono stati distribuiti complessivamente ottanta questionari, di cui sono andati smarriti solo quattro, tre a Rovigno e uno a Dignano.

L'inchiesta di Rovigno ha avuto una favorevole conclusione grazie all'apporto del prof. Giovanni Radossi, degli studiosi del Centro Ricerche Storiche e del professor Antonio Pellizzer, che ci hanno consigliato e permesso di distribuire il questionario fra gli appartenenti alla comunità italiana locale.

A Dignano la ricerca è stata appoggiata alla signora Anita Forlani, che ci ha permesso di registrare anche alcuni soggetti che parlavano il dialetto dignanese boumbaro, mentre a Parenzo abbiamo potuto avvalerci del prezioso aiuto dell'ingegnere Giampiero Musizza e del signora Zottis, che ci hanno indicato un soggetto assai interessante da registrare, una signora molto anziana che parlava il dialetto parentino.

La ricerca è proseguita alla fine del mese a Fiume, dove sono stati distribuiti, grazie alla collaborazione della professoressa Maria Schiavato, quaranta questionari, di cui uno solo è andato perduto.

Nel mese di novembre è stata raggiunta prima Capodistria e sono stati distribuiti trenta questionari, con l'aiuto del giornalista della radio locale, Elio Verardo; qui purtroppo l'adesione degli intervistati è stata piuttosto bassa, in quanto diciannove questionari sono andati persi; poi Zara, alla metà del mese, dove la ricerca ha potuto concludersi grazie all'aiuto del signor Bruno Duca, presidente della Comunità italiana locale, e dell'ingegner Silvio Duiella. Nella città di San Grisogono sono stati distribuiti trenta questionari, di cui solo due sono andati perduti.

3.1.2.  I soggetti del questionario.

 

 

La ricerca si è mossa in un campo molto vasto, sia come fascia d'età, da tredici a settantadue anni, sia come livello culturale, comprendendo chi possedeva un'istruzione elementare e chi era laureato. Il requisito di partenza, richiesto agli interlocutori, era che fossero dialettalizzati anche passivamente, vale a dire che capissero il dialetto istroveneto o fiumano o veneto-dalmata pur senza parlarlo, e che sapessero dare una collocazione dei vari ambiti in cui veniva privilegiato ora l'uso della parlata vernacola ora quello dell'italiano o dello sloveno/croato. Abbiamo, allo stesso modo, cercato di individuare l'ambiente d'origine del soggetto e, in base alle risposte fornite nei dati anagrafici del questionario, si è appurato che la maggioranza degli intervistati proveniva da una famiglia in cui i genitori erano entrambi italiani.

 

 

 

 

TABELLA  1: famiglia

(valori in percentuale)

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

italiana

52,3

61,5

71,4

56,9

mista

25,0

35,8

10,7

25,1

slava

14,8

2,5

17,8

12,8

istriana

2,3

-

-

1,5

mista-istriana

3,9

-

-

2,5

non risponde

1,5

-

-

1,0

 

Molti hanno preferito non specificare la loro nazionalità, usando il termine generico di 'istriani' che riveste tuttavia, in questi tempi, una valenza assai marcata e vuole rappresentare una peculiarità propria, autoctona, in contrapposizione alle etnie storiche presenti in Istria.

Il definirsi 'istriano' non è una scelta di comodo, come definirsi 'jugoslavo' qualche decennio fa, durante i censimenti della Jugoslavia, poiché suscita scarso sentimento patriottico in uno stato come la Croazia, che adesso fa del patriottismo più becero la sua bandiera.

Se la definizione 'istriano' è senza dubbio positiva in partenza, sottintendendo implicitamente la natura multietnica della penisola, rimane nell'attuale situazione politica croata una categoria indistinta e debole, proprio per la sua onnicomprensione, e in questo modo suscita riprovazione nel governo zagabrese, che giudica gli istriani, italiani o croati che siano, cittadini di categoria inferiore e poco patriottici.

Ritornando all'elemento linguistico, abbiamo ritenuto importante individuare la lingua, o le lingue, apprese in famiglia e, a questo riguardo, abbiamo estrapolato i valori della tabella 2.

Ad una prima disamina, appare che la lingua, appresa in famiglia dalla maggioranza degli intervistati, è quella italiana, forte del suo 42%, tuttavia occorre osservare come gli italiani o, per essere più precisi, buona parte di essi, nascano e crescano in un ambiente dialettalizzato in varia misura, poiché, se esaminiamo le risposte in cui il dialetto appare come lingua appresa in famiglia, da solo o in concomitanza con un'altra lingua, otteniamo una percentuale del 36,2% che è di tutto rispetto.

 

 


TABELLA 2: lingua in famiglia.

(valori in percentuale)

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

italiano

33,5

61,5

53,5

42,0

dialetto

15,6

7,6

7,1

12,8

croato

9,3

-

10,7

7,6

italiano+dialetto

22,6

7,6

17,8

16,4

italiano+croato

4,6

17,9

-

9,2

croato+dialetto

1,5

2,5

-

1,5

ital.+ cr.+dial.

3,1

-

-

2,0

ital.+dial.+istr.

0,7

-

-

0,5

dialetto+istrioto

2,3

-

-

1,5

dialetto+cakavo

1,5

2,5

-

1,5

istrioto

0,7

-

-

0,5

istrioto+croato

0,7

-

-

0,5

cakavo

1,5

-

-

1,0

italiano+albanese

-

-

10,7

1,5

non risponde

1,5

-

-

1,0

 

La grande diffusione dell'italiano trova una spiegazione nella scolarizzazione dei genitori e, al tempo stesso, nell'attività continua dei mass-media, in particolar modo, della radio e della televisione, che, oltre a costituire dei canali privilegiati nel contatto con la madrepatria, sono dei potenti diffusori della lingua italiana.

Per quanto riguarda gli altri valori, notiamo quanto sia poco incidente la diffusione dell'istrioto, come lingua familiare, interessando da solo lo 0,5% dei soggetti e con il croato una percentuale equivalente, totalizzando, complessivamente, l'1,0%.

Si noti, inoltre, l'1,5% che dichiara di avere appreso in famiglia l'italiano e l'albanese. Si tratta di una particolarità locale, precisamente zaratina, dove la lingua albanese ha potuto mantenersi in un quartiere, fuori la cinta delle mura, chiamato Borgo Erizzo, abitato dagli Arbanassi.

 

 

 

3.2.1.  Conoscenza ed uso del dialetto.

 

 

Definito l'ambiente in cui si è svolta la nostra inchiesta, ci dedicheremo ai risultati emersi dallo spoglio dei questionari, fornendo le percentuali delle risposte.

Affinché i dati non siano dispersi, ma concentrati nelle aree esaminate, continueremo ad usare il procedimento già evidenziato nelle tabelle 1 e 2, in ciò sono state classificate le risposte degli italiani di Capodistria, Parenzo, Rovigno, Dignano e Pola sotto la colonna ISTRIA, mentre quelle, inerenti Fiume e Zara, costituiranno una classe a parte, poiché in queste due città si presentano condizioni sociolinguistiche particolari, che non permettono di ipotizzare una situazione omologa a quella delle città istriane.

Quando nei dati dell'Istria emergeranno casi particolari, in cui occorrerà fare dei distinguo fra la parte della regione sottoposta all'autorità slovena e quella amministrata dalla Croazia, li evidenzieremo, definendo due sottocategorie, CAPODISTRIA e ISTRIA CROATA.

A questi dati parziali verrà esposto un risultato complessivo sui valori dell'inchiesta, anche perché sia offerta una chiave di lettura a tutto tondo.

Nel primo gruppo di domande abbiamo cercato di evidenziare il rapporto fra gli intervistati e il dialetto; nei dati, ricavati dalla tabella 2 'lingua appresa in famiglia', abbiamo stabilito che il 36,2% apprende il dialetto da solo, con un'altra o con più lingue, ma si osserva che l'ambiente, in cui i nostri soggetti vivono è fortemente pervaso dal dialetto, il quale costituisce un particolare registro informale nei rapporti interpersonali non esclusivamente legato alla sfera familiare, come dimostreranno più avanti gli esiti del questionario.

Per quanto riguarda i soggetti della nostra intervista, ricavati, come si è detto, in maggioranza dalle comunità italiane e dagli studenti dell'Università di Pola, si sono espressi in ampia maggioranza riconoscendo una buona padronanza del dialetto, come dettagliatamente evidenziato nella tabella 3 seguente: lì si può vedere che i soggetti esprimono gradi diversi di conoscenza del dialetto; solo una trascurabile percentuale dichiara di non conoscerlo e di non parlarlo.

 


TABELLA 3: conoscenza del dialetto.

(valori in percentuale)

LEI CONOSCE IL DIALETTO?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

sì, lo parlo e lo capisco

74,2

76,9

67,8

73,8

lo parlo con parole ed espressioni italiane o slave

11,7

23,0

7,1

13,3

lo capisco, ma non lo parlo

10,1

-

7,1

7,6

non lo capisco e non lo parlo

1,5

-

-

1,0

non risponde

2,3

-

17,8

4,1

 

Questi valori, indubitabilmente positivi, non devono autorizzarci ad interpretazioni ottimistiche sulle condizioni del dialetto. Esso è fortemente incalzato dalle lingue standard della maggioranza e trova, per così dire, rifugio in alcuni ambiti ristretti, che se non consentono una fase espansiva, permettono almeno il suo mantenimento.

La lealtà linguistica degli italiani al proprio dialetto è assai marcata, dimostrando un vero e proprio attaccamento emotivo, anche se molti desidererebbero conoscerlo meglio, indice questo della consapevolezza di una padronanza incompleta del registro dialettale, o, in taluni casi, dell'assenza di modelli dialettali genuini e non ibridi.

 

TABELLA 4: inclinazione all'uso del dialetto.

(valori in percentuale)

LE PIACE PARLARE IN DIALETTO?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

sì,

66,4

89,7

64,2

70,7

sì, ma vorrei conoscerlo meglio

24,2

7,6

21,4

20,5

mi è indifferente

3,9

2,5

-

3,0

no, mi imbarazza

-

-

-

-

no

3,9

-

-

2,5

non risponde

1,5

-

14,2

3,0

I valori, che attestano indifferenza o ripulsa nel parlare dialetto, sono molto bassi e questo testimonia un'identità linguistica precisa, comprovata anche dall'assenza di risposte relative alle condizioni di imbarazzo che il dialetto potrebbe suscitare.

Da notare, inoltre, l'alta percentuale di coloro che non rispondono nel sondaggio di Zara, elemento costante per tutto lo svolgimento dell'inchiesta. La reticenza potrebbe trovare spiegazione nella profonda azione snazionalizzante, fatta dal governo jugoslavo, per cui prendere posizione riguardo anche il proprio patrimonio linguistico, viene ritenuto dall'interlocutore un atto anticonformista al quale non si può o non si vuole aderire.

In molteplici occasioni si è avuto modo di insistere sulla limitatezza delle aree di utilizzo del dialetto; la situazione è comprovata dalle risposte esposte nella tabella 5 della pagina successiva.

Come dato primario emerge la grande diffusione del dialetto in qualità di registro della sfera informale, per il quale gli interlocutori principali sono gli amici, i parenti e i genitori.


TABELLA 5: ambienti d'uso del dialetto.

(valori in percentuale)

SE CONOSCE E PARLA ABITUALMENTE IL DIALETTO, CON CHI LO FA?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

con i nonni

44,5

46,1

10,7

con i genitori

60,1

74,3

28,5

con i figli

17,9

51,2

39,2

con i nipoti

16,4

28,2

32,1

con i parenti

71,0

84,6

60,7

con gli amici

80,4

61,5

67,8

con i compagni di lavoro

 

35,9

 

53,8

 

7,1

con gli estranei

17,9

20,5

-

 

Più limitato è l'utilizzo della parlata vernacola con i figli ed i nipoti, ma in queste risposte occorre tenere conto che talvolta i soggetti intervistati sono molto giovani, ad esempio a Pola, e quindi il dato, anche se indicativo, si è mantenuto proporzionalmente più basso rispetto agli altri.

Il dialetto è un registro poco sfruttato per quel che concerne la comunicazione con gli estranei, con i quali si utilizza in primo luogo la lingua standard della maggioranza o, in subordine, l'italiano.

Suddividendo gli ambienti in modo più particolareggiato, si ribadiscono i valori espressi nella tabella 5. Infatti, secondo i risultati delle tabelle 6, emerge la grande diffusione del dialetto a casa e nei rapporti con gli amici, dove, è bene precisare, ha un valore piuttosto alto anche l'uso della lingua di maggioranza, poiché la sfera delle amicizie comprende anche elementi di etnia diversa.


 

 

 

 

 

 

TABELLA 6/a: ambienti d'uso delle lingue.

(valori in percentuale)

VUOLE INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI?

 

a casa

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

61,7

69,2

-

54,3

lingua maggioranza

13,2

2,5

10,7

10,7

italiano

7,0

2,5

-

5,1

lingua magg.+dial.

4,6

7,6

-

4,6

italiano +dialetto

5,4

2,5

7,1

5,1

lingua magg.+ital.

0,7

-

-

0,5

l.magg. +dial.+it

3,9

7,6

53,5

11,3

non risponde

3,1

7,6

28,5

7,6


 

 

 

 

 

 

TABELLA 6/b: ambienti d'uso delle lingue.

(valori in percentuale)

VUOLE INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI?

 

al lavoro

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

10,1

7,6

-

8,2

lingua maggioranza

14,0

7,6

14,2

12,8

italiano

20,3

20,5

-

17,4

lingua magg.+dial.

0,7

5,1

-

1,5

italiano +dialetto

3,9

7,6

-

4,1

lingua magg.+ital.

3,1

2,5

3,5

3,0

l.magg. +dial.+it

6,2

10,2

14,2

8,2

non risponde

41,0

38,4

67,8

44,6


 

 

 

 

 

 

TABELLA 6/c: ambienti d'uso delle lingue.

(valori in percentuale)

VUOLE INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI?

 

a scuola

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

4,6

-

-

3,0

lingua maggioranza

3,9

-

-

2,5

italiano

51,5

53,8

7,1

45,6

lingua magg.+dial.

-

-

-

-

italiano +dialetto

9,3

5,1

-

7,1

lingua magg.+ital.

1,5

-

-

1,0

l.magg. +dial.+it

5,4

5,1

-

4,6

non risponde

23,4

35,8

92,8

35,8


 

 

 

 

 

 

TABELLA 6/d: ambienti d'uso delle lingue.

(valori in percentuale)

VUOLE INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI?

 

con gli amici

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

49,2

17,9

14,2

37,9

lingua maggioranza

11,7

30,7

3,5

14,3

italiano

6,2

2,5

-

4,6

lingua magg.+dial.

7,8

15,3

3,5

8,7

italiano +dialetto

3,1

2,5

7,0

3,5

lingua magg.+ital.

1,5

7,6

3,5

3,0

l.magg.+dial.+it

14,8

15,3

35,7

17,9

non risponde

5,4

7,6

32,1

9,7

 


 

 

 

 

 

 

TABELLA 6/e: ambienti d'uso delle lingue.

(valori in percentuale)

VUOLE INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI?

 

al caffè

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

33.5

5,1

3,5

23,5

lingua maggioranza

23,4

71,7

17,8

32,3

italiano

5,4

-

-

3,5

lingua magg.+dial.

8,5

10,2

-

7,6

italiano+dialetto

1,5

-

0

1,0

lingua magg.+ital.

1,5

-

3,5

1,5

l.magg.+dial.+it

9,3

7,6

10,7

9,2

non risponde

16,4

5,1

64,2

21,0


 

 

 

 

 

 

TABELLA 6/f: ambienti d'uso delle lingue.

(valori in percentuale)

VUOLE INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI?

 

alla posta

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

9,3

-

-

6,1

lingua maggioranza

66,4

97,4

28,5

67,1

italiano

6,2

-

-

4,1

lingua magg.+dial.

4,6

-

-

3,0

italiano+dialetto

-

-

-

-

lingua magg.+ital.

3,1

-

-

2,0

l.magg.+ dial.+it

3,1

-

-

2,0

non risponde

7,0

2,5

71,4

15,3


 

 

 

 

 

 

TABELLA 6/g: ambienti d'uso delle lingue.

(valori in percentuale)

VUOLE INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI?

 

in banca

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

14,0

-

-

9,2

lingua maggioranza

59,3

94,8

28,5

62,0

italiano

6,2

-

-

4,1

lingua magg.+dial.

7,8

-

-

5,1

italiano+dialetto

-

-

-

-

lingua magg.+ital.

3,1

-

-

2,0

l.magg.+dial.+it

2,3

-

-

1,5

non risponde

7,0

5,1

71,4

15,8


 

 

 

 

 

 

TABELLA 6/h: ambienti d'uso delle lingue.

(valori in percentuale)

VUOLE INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI?

 

al comando polizia

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

3,1

-

-

2,0

lingua maggioranza

75,7

89,7

28,5

71,7

italiano

7,0

-

-

4,6

lingua magg.+dial.

2,3

-

-

1,5

italiano+dialetto

-

-

-

-

lingua magg.+ital.

3,1

-

-

2,0

l.magg.+dial.+it

0,7

-

-

0,5

non risponde

7,8

10,2

71,4

17,4


Si noti il valore molto basso dell'italiano nell'ambito informale; esso ha una parziale ripresa nel lavoro e a scuola, occorre tuttavia ricordare che i soggetti i quali danno queste indicazioni, studiano o esercitano attività come il giornalismo, l’insegnamento, o il turismo, per cui l'uso dell'italiano è indispensabile. V'è una grande diffusione della lingua della maggioranza nei locali pubblici; alla posta, in banca o al comando di polizia predominano naturalmente lo sloveno o il croato, solo al caffè il dialetto conserva ancora un buon margine di utilizzo, ma questo va ricondotto alla tipicità dell'ambiente.

 

 

 

3.2.2  La definizione del dialetto.

 

 

In una successiva sequenza di domande (si veda la tabella 7 seguente), si è cercato di estrapolare dagli interlocutori una definizione del dialetto in virtù della loro situazione culturale.


TABELLA 7: definizione del dialetto.

(valori in percentuale)

SECONDO LEI IL DIALETTO:

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

è la lingua della povertà mentale

-

-

3,5

0,5

può essere un'alternativa culturale

3,1

2,5

10,7

4,1

è un valore da tramandare

31,2

61,5

10,7

34,3

è scomparso e tenerlo in vita è un'operazione artificiale

 

0,7

 

-

 

-

 

0,5

deve essere salvaguardato perché parte integrante della storia linguistica dell'Istria

 

52,3

 

33,3

 

35,7

 

46,1

deve essere salvaguardato ed insegnato anche ai non italiani

4,6

2,5

3,5

4,1

deve essere sostituto dall'italiano

-

-

-

-

deve essere sostituito dallo sloveno/croato

-

-

-

-

non risponde

7,8

-

35,7

10,2

Si trattava di vedere, ammesso che fosse stata data una risposta positiva nella conoscenza e nell'uso del dialetto, che posizione culturale esso avesse e se, a detta del soggetto, potesse accrescere la propria autorità, diventando materia di insegnamento o meno.

Come si può vedere, la maggioranza dà una valutazione affettiva del dialetto, ritenendo sia da conservarsi, perché strettamente connesso con le vicende storiche di quelle terre adriatiche.

Molto consistente è la percentuale di chi ritiene il dialetto un valore meramente etnico da tramandare e, curiosamente, il dato più indicativo è rappresentato da Fiume, unica città, fra quelle sondate, che non conobbe il dominio diretto di Venezia. Anche se si tratta di un dato che andrebbe ripreso e approfondito in una scala d'analisi più ampia, esso dimostra ancora di più, se ce ne fosse bisogno, di come il veneziano, diffuso sulle sponde orientali dell'Adriatico, avesse ed abbia tuttora, a dispetto della sua lenta regressione, una vitalità, non definibile nell'espressione veneto-coloniale tout court.

Al di là di questo, solo il 4,1% complessivo riconosce al proprio dialetto la possibilità di rivestire un'alternativa culturale; un valore equivalente troviamo per quei soggetti i quali desidererebbero che il dialetto diventasse una sorta di lingua regionale.

Quasi insignificanti sono i risultati di chi ritiene il dialetto ormai scomparso, anche perché abbiamo avuto modo di vedere che esso mantiene i canali in cui riesce a conservarsi, e quelli di chi considera il dialetto la lingua dell'ignoranza. Quest'ultimo era un esito che ci aspettavamo, poiché il dialetto veneto ‘de là da mar’ è stato fino dalle sue origini la lingua della borghesia, degli armatori e dei magistrati. Durante la nostra ricerca a Rovigno una donna ha detto che non avrebbe avuto difficoltà a catalogare, secondo questa definizione, la varietà istriota, locale, mentre, trattandosi dell'istro-veneto, riteneva meglio classificarlo come parte integrante della storia istriana.

In una verifica della possibilità di trasmissione del dialetto fra i più giovani, abbiamo ottenuto risultati molto frammentari.


TABELLA 8: la lingua del bambino.

(valori in percentuale)

SECONDO LEI E' BENE CHE UN BAMBINO SAPPIA PARLARE:

 

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

7,8

7,6

21,4

9,7

lingua maggioranza

-

-

7,1

1,0

italiano

10,9

15,3

10,7

11,7

lingua magg.+dial.

8,2

10,2

21,4

8,2

italiano+dialetto

16,4

30,7

7,1

16,4

lingua magg.+ital.

12,3

20,5

7,1

12,3

l.magg.+dial.+it

14,8

10,2

17,8

14,8

parli più lingue

23,5

2,5

3,5

23,5

non risponde

1 5

2,5

3,5

2,0

 

I dati, come già accennato, sono spezzettati; nel totale il valore più significativo è quello di coloro che auspicano una poliglossia dei più giovani, probabilmente orientata ad una dimensione europea. Oltre a questo, una minoranza indica solo il dialetto, come lingua da tramandarsi ai giovani e, curiosamente, il valore più alto in questo senso lo si ricava a Zara. La percentuale aumenta se si considera la possibilità di tramandare il dialetto insieme ad una lingua standard, o la lingua della maggioranza o l'italiano, o tutte e due, raggiungendo così il valore massimo del 49,1%.

Si noti come il valore riguardante la trasmissione della sola lingua della maggioranza sia nullo in Istria ed a Fiume, mentre raggiunga solo il 7,1% a Zara.

Tornando alla possibilità che il dialetto aumenti la propria dignità, diventando materia di insegnamento, in virtù della sua gloriosa tradizione, le posizioni sono inequivocabilmente affermative.

Come si evince dalla Tabella 9, nella pagina che segue, le risposte degli italiani sono quasi plebiscitarie, ma, a nostro avviso, esse non devono essere ricondotte ad una ripresa delle parlate vernacole, come accade anche in Italia. Oggigiorno il dialetto in Istria, a Fiume e a Zara ha una valenza più forte, ma anche diversa, rispetto agli altri dialetti italiani della madrepatria, perché separato da questa da uno o due confini, e perché, elemento in molti casi distintivo di un'etnia, è incalzato dalle lingue standard della maggioranza ed è costretto da queste ad una funzione marginale.

 

 


TABELLA 9: insegnamento del dialetto.

(valori in percentuale)

E' FAVOREVOLE CHE A SCUOLA VENGA DEDICATA QUALCHE ORA PER L'INSEGNAMENTO DEL DIALETTO?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

si, perché si conserva la propria tradizione linguistica

82,8

92,3

50,0

80,0

no, perché è anacronistico: sarebbe meglio dedicare più tempo all'insegnamento di un'altra lingua

 

14,0

 

7,6

 

32,1

 

15,3

non risponde

3,1

-

17,8

4,6

 

Riguardo alla tradizione storica del vernacolo e dei suoi contatti odierni con le lingue standard, abbiamo ritenuto opportuno valutare se i soggetti notassero delle differenze fra il dialetto parlato da loro e quello dei genitori o dei nonni.

 

 

 

 

 

 

TABELLA 10: differenze nel dialetto .

(valori in percentuale)

AVVERTE DELLE DIVERSITÀ FRA IL SUO DIALETTO E QUELLO PARLATO DAI GENITORI O DAI NONNI?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

si

28,1

10,2

10,7

22,0

no

47,6

71,7

28,5

49,7

solo con quello dei nonni

18,7

17,9

21,4

18,9

non risponde

5,4

-

39,2

9,2

 

La maggioranza non riscontra delle diversità molto nette, comparando il proprio dialetto e quello dei genitori o dei nonni.

Quando si richiede a chi ravvisa delle differenze di indicarle, buona parte dei soggetti dice di riscontrare delle differenze di accentuazione delle parole, ormai cadute in disuso, come sclavina = ‘coperta’, o che le parlate dei vecchi sono meno intaccate dall'italiano.

Allo scopo di poter valutare il loro dialetto e poterlo registrare, abbiamo chiesto loro se fossero in gradi di raccontare una storiella in dialetto e, anche in questo caso, abbiamo ottenuto dei risultati molto netti.

TABELLA 11

(valori in percentuale)

SAREBBE IN GRADO DI RACCONTARE UNA STORIELLA, UNA FILASTROCCA, UNA FAVOLA, UNA POESIA IN DIALETTO?

 

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

si

85,9

89,7

71,4

84,6

no

14,0

10,2

10,7

12,8

non risponde

-

-

17,8

2,5

 

In molti casi, la risposta negativa dei nostri interlocutori potrebbe avere una spiegazione nel timore di alcuni che le proprie parole potessero essere registrate.

 

 

 

3.2.3.  Il dialetto e le lingue standard.

 

 

Quando usciamo fuori dagli schemi informali, il dialetto deve convivere o cedere il passo alle lingue standard, e, in particolare, alle lingue della maggioranza. Ma, nonostante questo, la situazione non si presenta uniforme nelle tre aree prese in esame, proprio in virtù della loro speciale situazione.

Per questo si è cercato di valutare complessivamente la prevalenza d'uso della lingua o delle lingue, nelle città in cui i nostri interlocutori vivono, ricavando, come forse era prevedibile, dati non omogenei.

Ad un primo esame noteremo, dai dati esposti dalla tabella 12, che l'uso esclusivo del dialetto è più marcato in Istria che non a Fiume e a Zara, come pure l'uso dell'italiano standard, anche se le discrepanze fra i tre valori sono minime.

Nel senso opposto, aumenta la percentuale di chi usa la lingua standard della maggioranza, anche se nessuno degli intervistati fiumani ha indicato nel croato la lingua privilegiata, in quanto le attività degli interlocutori della città di San Vito, contemplano un uso molto ampio dell'italiano.

 

 

 

 

 

 

TABELLA 12: lingua d'uso nella propria città.

(valori in percentuale)

NELLA SUA CITTÀ LEI PARLA USUALMENTE:

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

23,4

2,5

-

15,8

lingua della maggioranza

4,6

-

7,1

4,1

italiano

4,6

2,5

3,5

4,1

lingua maggioranza+dialetto

0,7

-

-

0,5

italiano + dialetto

0,7

2,5

3,5

1,5

lingua maggioranza+italiano

7,0

5,1

25,0

9,2

l.maggioranza+ital.+dial.

58,5

87,1

57,0

64,1

non risponde

-

-

3,5

0,5

 

La percentuale più alta è stata, nel complesso, quella che contemplava l'uso dei tre registri: infatti il valore espresso supera la metà degli intervistati.

Se gli interlocutori hanno una buona propensione a parlare dialetto o italiano nelle loro città, questa viene meno se si spostano in un'altra città, dove pure è presente una comunità italiana.

 

 

 


TABELLA 13: lingua d'uso in un'altra città

(valori in percentuale)

QUANDO LEI SI RECA A PARENZO, A POLA O A FIUME, SI ESPRIME CON CHI NON CONOSCE IN:

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

12,5

5,1

35,7

14,3

lingua della maggioranza

69,5

94,8

25,0

68,2

italiano

10,1

-

14,2

8,7

lingua maggioranza+dialetto

2,3

-

-

1,5

italiano+dialetto

1,5

-

10,7

2,5

lingua maggioranza+italiano

0,7

-

-

0,5

l.maggioranza+ital.+dial.

3,1

-

-

2,0

non risponde

-

-

14,2

2,0

 

Per gli istriani e i fiumani è automatico esprimersi nella lingua della maggioranza con valori, rispettivamente, del 69,5% e 94,8%, per ottenere un valore medio complessivo che supera di gran lunga la metà dei soggetti.

I valori si ribaltano nella comunità zaratina, dove la maggioranza indica nel dialetto la lingua privilegiata da usarsi in un'altra città. Questa risposta può avere una sua spiegazione, pur non trascurando il 25% che continua a ritenere il croato la lingua principale, nel fatto che gli zaratini che si recano a Parenzo, Pola o Fiume, città menzionate nella domanda, possono fare affidamento sul proprio dialetto, ossia possono facilmente incontrare degli interlocutori in grado di capirlo e parlarlo.

Senza dubbio avremmo riscontrato dei valori assai diversi, se avessimo richiesto ai nostri amici zaratini che lingua avrebbero usato, se si fossero recati a Zagabria, Gospic o Carlopago.

Abbiamo inoltre chiesto se, in questo ipotetico viaggio, incontrando un interlocutore italiano, quale lingua avrebbero usata.

La lingua privilegiata per un interlocutore italiano è, senza dubbio, l'italiano standard per il 74,3%; tuttavia una minoranza assai consistente, inquadrabile nel 21%, la ritiene il dialetto.

 

 


 

TABELLA 14: comunicazione con un italiano

(valori in percentuale)

SE SI ACCORGE CHE IL SUO INTERLOCUTORE E' ITALIANO O PARLA ITALIANO, LEI INIZIA A PARLARE IN:

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

14,0

28,2

42,8

21,0

lingua della maggioranza

-

-

-

-

italiano

82,8

64,1

50,0

74,3

italiano o dialetto

3,1

7,6

-

3,6

non risponde

-

-

7,1

1,0

 

Con ogni probabilità, chi ha risposto “dialetto” in questo modo alla domanda, pensava ad un italiano autoctono, che normalmente si esprime in dialetto.

Si è successivamente cercato di stabilire quale fosse la lingua privilegiata dai nostri interlocutori nel caso di un viaggio a Trieste, città che appartiene geograficamente all'Istria ed è sempre stata molto vicina, culturalmente ed economicamente, al mondo istriano e quarnerino, pur rimanendo sotto la sovranità italiana, e si sono registrati dei dati interessanti.


 

TABELLA 15: lingua d'uso a Trieste.

(valori in percentuale)

QUANDO SI RECA A TRIESTE, CHE LINGUA PARLA?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

il dialetto

25,7

18,0

17,8

23,0

il croato o lo sloveno

-

-

17,8

2,5

l'italiano senza problemi

59,3

71,8

28,5

57,4

l'italiano a disagio

10,9

5,1

7,1

9,2

l'italiano o il dialetto

3,9

5,1

17,8

6,1

non risponde

-

-

10,7

1,5

 

La maggioranza usa l'italiano standard senza difficoltà, solo il 9,2% parla italiano un po’ a disagio.

Sempre riguardo all'incertezza di esprimersi in italiano, perché lo si è un po’ dimenticato, o si teme di non poterlo usare correttamente in un ambiente, in questo caso, prevalentemente italofono, si noti il valore del 17,8% degli intervistati di Zara, che preferiscono parlare in croato, lingua, al pari dello sloveno, intesa da un buon numero di triestini, poiché nella città di San Giusto risiedono molti croati sia per motivi di studio che di lavoro.

Una buona percentuale usa anche il dialetto, ma questa non è una novità, poiché esso costituisce un canale di comunicazione diffusissimo in quella città.

 

Fra le forme di cortesia e di saluto riscontriamo opzioni forse prevedibili.

 

TABELLA 16: forme di cortesia

(valori in percentuale)

QUANDO INCONTRA UN ITALIANO CHE NON CONOSCE, PREFERISCE USARE:

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

il 'tu'

4,6

-

-

3,0

il 'lei'

90,6

97,4

78,5

90,2

il 'voi'

4,6

2,5

14,2

5,6

non risponde

-

-

7,1

1,0

 

Come si vede, prevale nettamente il lei, usato dalla quasi globalità degli intervistati. Assai bassi sono i valori relativi all'uso del tu o del voi, forse, quest'ultimo è un antico retaggio della politica linguistica del fascismo che imponeva questa forma sulle altre.

Per quel che riguarda le forme di saluto, è quasi plebiscitaria la scelta della forma 'buongiorno' (91,2%), tuttavia, nonostante abbia un valore molto basso, ‘ciao’ è molto diffuso e usato sia nel campo informale, come del resto avviene comunemente in Italia, sia in quello formale.

 

TABELLA 17: forme di saluto

(valori in percentuale)

QUANDO SALUTA UN ITALIANO CHE NON CONOSCE, GLI DICE

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

'ciao'

3,9

-

17,8

5,1

'buongiorno'

93,7

97,4

71,4

91,2

'salve'

0,7

2,5

-

1,0

altro

0,7

-

3,5

1,0

non risponde

0,7

-

7,1

1,5

 

La scarsa adesione dei nostri soggetti alla forma 'ciao', potrebbe trovare una parziale giustificazione nel modo in cui la domanda è stata formulata, puntualizzando cioè che l'ipotetico interlocutore italiano fosse sconosciuto.

E’ possibile che, prospettato questo caso particolare, si sia optato per un tipo di saluto formale e neutro al tempo stesso.

Tornando al patrimonio linguistico, si è ritenuto opportuno classificare le lingue parlate in base alla maggiore o minore conoscenza di esse, ottenendo questi dati:

 

 

 

 

 

TABELLA 18/a: classificazione delle lingue in Istria

(valori in percentuale)

1^ LINGUA

2^ LINGUA

3^ LINGUA

italiano

47,6

italiano

35,1

croato

35,9

croato/slov.

13,2

croato.

35,1

inglese

24,2

dialetto

32,0

dialetto

11,7

italiano

10,9

inglese

1,5

sloveno

6,2

francese

5,4

cakavo

0,7

istrioto

3,1

tedesco

3,9

istrioto

0,7

inglese

2,3

sloveno

3,9

-

-

cakavo

0,7

dialetto

3,9

-

-

tedesco

0,7

istrioto

2,3

non risponde

-

non risponde

4,6

non risponde

9,3

 

 

 

TABELLA 18/b: classificazione delle lingue a Fiume

(valori in percentuale)

1^ LINGUA

2^ LINGUA

3^ LINGUA

italiano

76,9

croato

58,9

inglese

38,4

dialetto

12,8

italiano

17,9

croato

20,5

croato

5,1

dialetto

12,8

francese

7,6

inglese

2,5

inglese

2,5

dialetto

2,5

-

-

-

-

italiano

2,5

-

-

-

-

tedesco

2,5

non risponde

2,5

non risponde

7,6

non risponde

25,6

 

TABELLA 18/c: classificazione delle lingue a Zara

(valori in percentuale)

1^ LINGUA

2^ LINGUA

3^ LINGUA

italiano

42,9

croato

14,2

albanese

10,7

croato

7,1

albanese

7,1

croato

7,1

-

-

inglese

7,1

russo

3,5

-

-

italiano

3,5

-

-

-

-

francese

3,5

-

-

-

-

spagnolo

3,5

-

-

non risponde

50,0

non risponde

60,7

non risponde

78,5


 

TABELLA 18/d:

classificazione delle lingue in tutta l'area

(valori in percentuale)

1^ LINGUA

2^ LINGUA

3^ LINGUA

italiano

52,8

croato

36,9

croato

28,7

dialetto

23,5

italiano

27,1

inglese

23,5

l.maggioranza

10,7

dialetto

10,2

italiano

7,6

inglese

1,5

sloveno

4,1

francese

5,1

istrioto

0,5

inglese

3,0

dialetto

3,0

cakavo

0,5

istrioto

2,0

tedesco

3,0

-

-

albanese

1,0

sloveno

2,5

-

-

cakavo

0,5

istrioto

1,5

-

-

tedesco

0,5

albanese

1,5

-

-

francese

0,5

russo

0,5

-

-

spagnolo

0,5

-

-

non risponde

10,2

non risponde

13,3

non risponde

22,5

 

In tutte e tre le aree, prese in considerazione, l'italiano ha la palma della prima lingua, seguito dal dialetto e dalla lingua di maggioranza.

La preferenza accordata all'italiano, piuttosto che al dialetto, può trovare una spiegazione nel fatto che il primo, insegnato a scuola, è conosciuto secondo la grammatica, ed è nobilitato dalla tradizione culturale, e, oltre a questo, come abbiamo più volte enunciato, è anche la lingua usata dai mass-media locali in lingua italiana.

Stabilito questo, il valore del 10,7%, riferito alla lingua di maggioranza, comprova una lenta infiltrazione che la porta a rivestire il ruolo di prima lingua.

L'inglese costituisce il primo registro internazionale del nostro sondaggio e curiosamente nei sondaggi di Fiume e Zara qualche giovane anglofilo lo indica addirittura come prima lingua.

Al di là della posizione di prima o seconda lingua, era importante, a nostro avviso, sapere quale valutazione potessero dare i nostri interlocutori nei riguardi della conoscenza della lingua della maggioranza e dell'italiano.

La maggioranza nei sondaggi dell'Istria e di Fiume ritiene di possedere una buona conoscenza dello sloveno/croato, solo i rispettivi 16,4% e il 10,2% si sbilancia verso una conoscenza ottimale.

Assai basse sono le percentuali di chi conosce approssimativamente le lingue della maggioranza; solo in Istria abbiamo il valore più alto di soggetti che indicano una scarsa comprensione (5,4%).

TABELLA 19: conoscenza sloveno/croato

(valori in percentuale)

COME GIUDICA LA SUA PADRONANZA DELLO SLOVENO/CROATO?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

ottima

16,4

10,2

32,1

17,4

buona

46,0

69,2

25,0

47,6

sufficiente

21,8

12,8

7,1

17,9

mediocre

10,1

7,6

7,1

9,2

scarsa

5,4

-

-

3,5

non risponde

-

-

28,5

4,1

 

Come si vede, la situazione si capovolge per le risposte di Zara, tralasciando ovviamente la costante percentuale di chi non risponde; la maggioranza ha un'ottima conoscenza della lingua, e, del resto, non potrebbe essere altrimenti, dato che si tratta di una città croata non bilingue, con una minoranza italiana non significativa dal punto di vista numerico, separata in modo molto netto dall'antica madrepatria.

In relazione allo stretto interscambio, che esiste tra la lingua della maggioranza e il dialetto, abbiamo cercato di stabilire se i nostri interlocutori si accorgono del momento in cui usano ora uno, ora l'altro registro, oppure se il cambio è così automatico da non averne coscienza.

 

TABELLA 20

interferenza dialetto/lingua della maggioranza

(valori in percentuale)

SI ACCORGE DEL MOMENTO IN CUI LEI CESSA DI PARLARE DELLA LINGUA DELLA MAGGIORANZA ED INIZIA A PARLARE DIALETTO?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

68,7

92,3

39,2

69,2

no

25,0

7,6

10,7

19,4

non risponde

6,2

-

50,0

11,2

 

Pur notando un complessivo 20% di persone che avvertono questa sorta di automatismo verbale, possiamo affermare senz'altro che l'amplissima maggioranza stabilisce una netta separazione, almeno cosciente, dei due registri, anche se sono molto frequenti i casi di interferenza fra i vari codici.

Concludiamo, esaminando i dati riguardanti la conoscenza dell'italiano standard. Ovviamente quasi la totalità degli intervistati afferma di avere almeno una buona padronanza della lingua.

 

 

 

TABELLA 21: conoscenza italiano standard

(valori in percentuale)

COME GIUDICA LA SUA PADRONANZA DELL’ITALIANO?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

ottima

40,2

53,8

32,1

42,2

buona

55,1

46,1

50,0

51,9

sufficiente

3,4

-

-

1,9

mediocre

-

-

3,5

0,6

scarsa

-

-

3,5

0,6

non risponde

1,1

-

10,7

2,5

 

Nel suddividere i sondaggi, si nota che a Fiume sono in maggioranza coloro che indicano un'ottima conoscenza della lingua, mentre in Istria e a Zara il giudizio predominante non va oltre il giudizio 'buona'.

La domanda non fu formulata nei due sondaggi di Pola del giugno 1994, poiché fu aggiunta solo alla seconda stesura del questionario.

 

 

 

3.2.4.  Il dialetto e l'italiano dopo l'esodo.

 

 

Abbiamo cercato per mezzo di una serie successiva di domande del questionario, numerate dalla 22 alla 25, di parlare della diffusione odierna del dialetto e dell'italiano nell'area considerata, e di giustificare la sua regressione e gli usi circoscritti, riferendoci anche alla drastica diminuzione degli italiani nel secondo dopoguerra.

I dati dell'attuale espansione dell'italiano e del dialetto sono quelli previsti: la maggioranza, attestata intorno al 60%, ritiene che questi due registri siano poco diffusi nel complesso, mentre poco più del 30% giudica molto diffusi i due registri.

TABELLA 22: diffusione del dialetto

(valori in percentuale)

DOVENDO DARE UN GIUDIZIO COMPLESSIVO SULLO STATO ATTUALE DEL DIALETTO IN ISTRIA, FIUME E IN DALMAZIA SECONDO LEI E':

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

molto diffuso e conosciuto

37,5

30,7

-

30,7

poco diffuso

58,5

64,1

57,1

59,4

ormai quasi scomparso

2,3

5,1

21,4

5,6

altro

0,7

-

-

0,5

non risponde

0,7

-

21,4

3,5

 

 

TABELLA 23: diffusione dell'italiano

(valori in percentuale)

DOVENDO DARE UN GIUDIZIO COMPLESSIVO SULLO STATO ATTUALE DELL' ITALIANO IN ISTRIA, FIUME E IN DALMAZIA SECONDO LEI E':

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

molto diffuso e conosciuto

40,6

35,8

3,5

34,3

poco diffuso

55,4

61,8

71,4

58,9

ormai quasi scomparso

0,7

-

7,1

1,5

altro

0,7

-

-

0,5

non risponde

2,3

2,5

17,8

4,6

 

I nostri interlocutori, dovendo giustificare il rapporto numerico fra le due etnie, sono propensi a riconoscere che nel passato gli equilibri erano diversi.

TABELLA 24: rapporto numerico italofoni/slavofoni

(valori in percentuale)

SECONDO LEI IL RAPPORTO NUMERICO FRA GLI ITALOFONI E GLI SLAVOFONI:

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

è sempre stato così: gli slavofoni costituivano la maggioranza

 

14,8

 

5,1

 

-

 

10,7

un tempo erano maggioranza gli italofoni

60,1

66,6

64,2

62,0

un tempo il rapporto fra i due gruppi era equilibrato

21,0

23,0

17,8

21,0

non risponde

3,9

5,1

17,8

6,1

 

La maggioranza ritiene che un tempo erano prevalenti numericamente quelli che parlavano italiano, mentre per il 20% esisteva un equilibrio fra i due gruppi, e il restante 10,7% complessivo è propenso a credere che la superiorità numerica degli slavofoni fosse un dato di fatto anche nel passato.

Non staremo a speculare sul valore scientifico o meno delle risposte che potrebbero avere o meno una loro validità storica. L'elemento importante è che, nonostante alcuni decenni di annullamento etnico e culturale, molti danno un'interpretazione personale del tutto slegata dai giudizi conformisti o di comodo che per lungo tempo hanno condizionato questo argomento.

L'esodo del dopoguerra e dei nostri connazionali giuliani, causa determinante della decadenza del dialetto e dell'italiano standard, è valutato da parte dei nostri interlocutori come una scelta sbagliata, come dimostrano i dati della tabella 25, che rappresentano una maggioranza attestata sul 35% complessivo, mentre poco più del 20% ritiene una scelta giusta aver abbandonato le proprie terre.

Notiamo che un 4,6% complessivo motiva l'esodo come fuga dalla giustizia, opinione assai diffusa e vitale tuttora nelle repubbliche della ex Jugoslavia, mentre molti, esclusi coloro che esplicitamente scelgono di non rispondere, sono evasivi e fanno riferimento a non ben definiti motivi personali’.

TABELLA 25:

giudizio sui profughi giuliani, fiumani e dalmati in Italia.

(valori in percentuale)

SAPREBBE DARE UN GIUDIZIO OBBIETTIVO SUL PROBLEMA DEI PROFUGHI GIULIANI, FIUMANI E DALMATI IN ITALIA? SE SI:,

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

hanno fatto bene ad andarsene

17,9

25,6

28,5

21,0

hanno fatto male ad andarsene

33,5

38,4

42,8

35,8

erano persone che avevano dei debiti con la giustizia

1,5

10,2

10,7

4,6

fu un esodo forzato

13,2

7,6

3,5

10,7

furono scelte dettate da motivi personali

4,6

-

-

3,0

altro

12,6

-

-

8,2

non risponde

16,4

17,9

14,2

16,4

 

In questa domanda le prime tre risposte erano guidate, ma si lasciava la possibilità di indicare altre valutazioni.

Quando si invitano gli interlocutori a spiegare la loro approvazione o disapprovazione dell'esodo, otteniamo delle risposte molto disparate.

In Istria chi biasima l'esodo ritiene che in questo modo la comunità italiana autoctona sia stata indebolita ed impoverita, che le terre abbiano perduto la loro specificità etnica e culturale; a Rovigno, in particolare si lamenta una sorta di tradimento della propria terra con espressioni forti del tipo: "hanno abbandonato la loro terra", e si afferma che non esistevano "motivi così forti da giustificare un esodo" (sic!) e che, adesso, gli esodati “si pentono delle loro scelte”.

A Fiume si insiste sull'abbandono dei vincoli con la propria città e sul fatto che gli esodati rimarranno anche a distanza di tempo senza radici. Molti lamentano che in questo modo la popolazione originaria di Fiume sia stata decimata.

La comunità zaratina afferma che la città avrebbe mantenuto la propria identità italiana e, di conseguenza, non si sarebbe depauperata la nostra nazionalità.

Quelli che riconoscono una valenza positiva nell'esodo puntano in gran parte sulle diverse condizioni di vita: chi è partito, anche se ha abbandonato le sue cose, ha potuto ricominciare ed ha avuto maggiori possibilità di guadagnarsi un tenore di vita migliore.

In Istria alcuni giustificano la scelta col fatto che molti avevano perduto le loro cose prima ancora che terminasse la guerra, e che molti furono costretti ad andarsene per le continue pressioni politiche, nonostante agli inizi non volessero.

Si evidenzia anche come in Italia i profughi si potevano integrare, mentre in Istria la minoranza italiana non sarebbe stata tutelata.

La comunità fiumana indica come elementi positivi per l'esodo le migliori condizioni di vita, la possibilità di vivere con un'etnia uguale alla propria e di poter parlare l'italiano.

A Zara si individuano come elementi positivi dell'esodo la possibilità di migliorare il tenore di vita e il lealismo verso la propria nazione.

Questi giudizi non contemplano i soggetti di Pola in quanto queste domande non erano state formulate nel primo questionario.

 

 

 

 

3.2.5  I contatti linguistici con gli emigrati.

 

 

Un gran numero degli intervistati, oltre il 90% dichiara di avere dei parenti residenti in Italia o in altri paesi.

Infatti subito dopo la fine della seconda guerra mondiale l'Italia non fu solo il paese che accolse i nostri connazionali, ma anche il punto di partenza per un successivo trasferimento verso altri paesi.

Nazioni particolarmente ospitali furono gli Stati Uniti, il Canada e l'Australia.

 

TABELLA 26

contatti linguistici con i parenti di oltreconfine.

(valori in percentuale)

HA DEI PARENTI IN ITALIA, U.S.A., CANADA, ECC.

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

sì, ma ho perduto i contatti

3,9

-

10,7

2,0

no

2,3

2,5

-

4,1

sì, ma ho contatti saltuari

19,5

30,7

14,2

21,0

sì, ho contatti ricorrenti

73,4

66,6

50,0

68,7

non risponde

0,7

-

25,0

4,1

 

In base a questo ci è parso opportuno stabilire quale fosse il canale di comunicazione privilegiato fra essi e i nostri interlocutori, sia nel caso di un incontro diretto o di una semplice comunicazione telefonica.

In entrambi i casi il dialetto rimane la lingua privilegiata, per la stragrande maggioranza come dimostrano in modo inequivocabile i valori più o meno equivalenti delle tabelle 27 e 28.

La lingua più usata subito dopo il dialetto è l'italiano, che raccoglie complessivamente poco più del 15% delle preferenze.

 

 

 

 

 

 


TABELLA 27: registri usati con i parenti di oltreconfine.

(valori in percentuale)

QUANDO SI VEDE CON LORO, PARLA:

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

dialetto

64,0

71,7

35,7

61,5

italiano

11,7

20,5

32,1

16,4

lingua della maggioranza

2,3

2,5

3,5

2,5

l. maggioranza + dialetto

-

-

7,1

1,0

l.maggioranza + italiano

3,1

-

-

2,0

italiano + dialetto

11,7

2,5

3,5

8,7

l. maggioranza + altra lingua

0,7

-

-

0,5

italiano + altra lingua

0,7

-

-

0,5

altro

1,5

-

-

1,0

non risponde

3,9

2,5

17,8

5,6

 

Più bassi sono, come possiamo notare, gli altri valori sull'utilizzo di lingue non comprese fra il dialetto, le lingue della maggioranza e l'italiano o l'uso concomitante di più lingue.

Abbiamo inoltre chiesto, nel caso che la conversazione fosse telefonica e si svolgesse in dialetto, se emergevano differenze lessicali, di pronuncia o interferenze con altre lingue, ricavando questi dati.

 

TABELLA 28: differenze nella comunicazione telefonica.

(valori in percentuale)

SE LA CONVERSAZIONE E' TELEFONICA E SI SVOLGE IN DIALETTO, LA PARLATA DEI SUOI PARENTI E':

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

identica alla sua

27,3

15,3

32,1

25,6

mostra inflessioni italiane

34,3

41,0

42,8

36,9

mostra inflessioni straniere

7,8

7,6

3,5

7,1

non vi ha mai fatto caso

17,1

15,3

-

14,3

inflessioni it. + straniere

4,6

2,5

-

3,5

altro

-

5,1

-

1,0

non risponde

8,5

12,8

21,4

11,2

 

Come si può notare, la maggioranza rileva che il dialetto dei parenti è influenzato in massima parte dall'italiano, mentre solo per circa il 7% lo è da elementi stranieri. Solo per circa un quarto degli intervistati non esistono riscontrabili differenze fra il proprio registro e quello utilizzato dai parenti.

Anche per quanto riguarda la comunicazione telefonica, vediamo che è privilegiata la parlata vernacola.

TABELLA 29: differenze nella comunicazione telefonica

(valori in percentuale)

SE LA CONVERSAZIONE AVVIENE PER TELEFONO PREFERISCE PARLARE:

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

in dialetto

66,4

74,3

35,7

63,5

in italiano

18,7

23,0

25,0

20,5

in croato

5,4

-

7,1

4,6

in italiano o in dialetto

3,9

-

17,8

5,1

altro

2,3

-

-

1,5

non risponde

3,1

2,5

14,2

4,6

 

 

 

3.2.6.  L'Italia, i mass media e la cultura.

 

 

Il punto debole della nostra esigua comunità d'oltreconfine è quello di perdere il contatto con l'Italia, poiché, in questo modo, si aprirebbero le porte ad una lenta, ma inesorabile assimilazione.

La scomparsa di una comunità antica e nobile per tradizione, come quella italiana, discendente dalle glorie marinare di Venezia sull'Adriatico, non reca lustro a nessuno, non alla madrepatria, incapace di salvaguardare l'identità dei suoi connazionali all'estero, né alle nazioni di cui essi sono cittadini, che hanno voluto cancellarli.

Alcuni nostri interlocutori croati ci hanno detto che in Dalmazia solo le pietre parlano italiano; se la memoria di un popolo è racchiusa in poche lapidi, questo non può essere un vanto, ma un'atroce testimonianza dell'annientamento di un'etnia.

Il contatto necessario e vitale per la nostra comunità non è poter andare a far spesa a Trieste o una gita ad Ancona, ma poter attingere direttamente ai canali della cultura e dell'informazione italiana.

Riguardo questi contatti, si sono articolate le ultime domande del nostro questionario.

Per quanto attiene al contatto 'fisico' con l'Italia, abbiamo potuto appurare che i nostri interlocutori in maggioranza hanno occasione di venire nel nostro paese in modo sporadico.

 

 

 

 

 

TABELLA 30: contatti con l'Italia

(valori in percentuale)

VIENE SPESSO IN ITALIA?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

si, per lavoro/studio

27,3

7,6

7,1

20,5

si, per le vacanze

9,3

28,2

32,1

16,4

occasionalmente

53,9

48,7

42,8

51,2

quasi mai

1,5

2,5

3,5

2,0

mai

0,7

-

-

0,5

altro

7,0

12,8

10,7

8,7

non risponde

-

-

3,5

0,5

 

Il carattere saltuario della venuta in Italia dei nostri soggetti è dovuto probabilmente anche alla profonda crisi economica che ha colpito le ex repubbliche jugoslave, deprezzando la moneta e rendendo più difficili gli spostamenti oltre confine.

A questo punto, quasi per un percorso obbligato, occorreva rilevare che cosa fosse l'Italia per i nostri interlocutori o meglio, come abbiamo scritto un po’ retoricamente in una domanda del questionario, che cosa suggeriva il nome del nostro paese.

Si trattava di una domanda non facile, poiché esprimere la lealtà verso un paese, del quale si condivide lingua e cultura, può significare esporsi a pregiudizi e luoghi comuni molto vitali in Slovenia e Croazia.

Per mettere a proprio agio i nostri interlocutori, abbiamo optato per due risposte, una 'forte' e l'altra 'debole', in cui si affermava il proprio atteggiamento positivo, tre risposte neutre e due negative, che evidenziavano due aspetti negativi del nostro paese.

I risultati, di cui alla tabella 31, hanno evidenziato la preminenza della risposta lealista 'debole', per la quale si sono trovati d'accordo circa la metà degli interlocutori, seguita da una risposta neutra e dalla risposta lealista ‘forte’.

 


TABELLA 31: il nome Italia

(valori in percentuale)

CHE COSA LE SUGGERISCE IL NOME ITALIA?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

la nazionale di calcio

3,9

-

3,5

3,0

semplicemente una nazione

25,0

20,5

7,1

21,5

il paese in cui mi riconosco culturalmente

56,2

58,9

10,7

50,2

la mia patria

6,2

20,5

60,7

16,9

il paese del fascismo, tradizionalmente ostile

0,7

-

-

0,5

il paese del bengodi

0,7

-

-

0,5

il paese della mafia

1,5

-

-

1,0

altro

1,5

-

-

1,0

non risponde

3,9

-

17,8

5,1

 

Si noti come la risposta lealista 'forte', abbia ottenuto una maggioranza molto ampia a Zara, la località, toccata dalla nostra inchiesta, più lontana geograficamente dall'Italia.

Le percentuali delle altre risposte sono basse e del tutto ininfluenti.

Abbastanza marcato è anche l'interesse alle vicende politiche italiane, laddove quasi il 70% degli intervistati afferma di seguirle.

Il problema che emerge è che spesso i quotidiani italiani, in special modo nel periodo invernale, non sempre sono disponibili, e che, parimenti, la RAI talvolta non viene captata o è ricevuta con difficoltà.

 

TABELLA 32: interesse alle vicende politiche italiane.

(valori in percentuale)

RIESCE A SEGUIRE GLI AVVENIMENTI POLITICI IN ITALIA?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

si

70,3

76,9

39,2

67,1

no, e mi dispiace

7,8

17,9

32,1

13,3

no, e non mi interessa

19,5

5,1

17,8

16,4

altro

1,5

-

-

1,0

non risponde

0,7

-

-

1,0

 

Una parte dei nostri interlocutori, di poco superiore al 15%, dichiara di non essere interessata alle vicende politiche italiane, ma questo non è una grossa novità, siamo sicuri di poter ottenere risultati simili, facendo una domanda analoga in una qualsiasi località italiana.

L'attenzione all'informazione è comprovata dalla buona diffusione dei giornali sloveni, croati, ed italiani, facendo debito conto del costo di un quotidiano in proporzione agli stipendi locali e al carovita in continuo rialzo.

 

CAPODISTRIA                                 ISTRIA CROATA

Delo............   72,2            Glas Istre.... 51,2

Privoste Hovic..       63,6            Mila..........  7.6

Feral Tribune..          5,1

Globus.........  4,2

FIUME                                               ZARA

Novi List......  71,7            Slobodna Dalm..42,8

Slobodna Dalm...     12,8            Narodni List...28,5

Globus.......... 7,6

 

Fra i giornali in lingua di maggioranza vediamo che, a Capodistria, è assai letto dai nostri intervistati il giornale sloveno Delo, nell'Istria, sottoposta alla sovranità croata, il quotidiano Glas Istre, a Fiume Novi List, e a Zara la Slobodna Dalmacia, che per i suoi atteggiamenti autonomistici e le sue critiche all'attuale Presidente della Repubblica croato, ha subito un commissariamento dal governo di Zagabria.

I giornali italiani sono molto diffusi, soprattutto in Istria e a Fiume, più complicata è la loro reperibilità a Zara, nel periodo fra ottobre e maggio, quando viene a mancare il collegamento marittimo con l'Italia.

Nello stesso periodo è più facile trovarli a Spalato o a Ragusa, collegate con la nostra penisola tutto l'anno, sia pur solo alcuni giorni della settimana.

Il quotidiano più diffuso in Istria e a Fiume è La Voce del Popolo, quotidiano fiumano, pubblicato dalla casa editrice Edit, che affronta argomenti di politica croata e la problematiche dell'etnia, oltre agli spazi consueti riservati alla cronaca, alla cultura, alla TV e allo sport. Accanto ad esso troviamo il Piccolo, quotidiano triestino, che costituisce una finestra aperta sull'Italia ed ha attuato due importanti iniziative: la prima che pubblica ogni giorno una pagina dedicata al Litorale, all'Istria, al Quarnero ed alla Dalmazia, e la seconda che a partire dalla primavera del 1992 esce oltre confine insieme alla copia della Voce del Popolo, al prezzo di un quotidiano, consentendo così un'informazione assai ampia ed economicamente contenuta.

 

ISTRIA                                               FIUME

La Voce d.P.....        60,1            La Voce d.P...      64,1

Il Piccolo......  53,1            Il Piccolo.... 52,1

Panorama (Edit).      23,4            Panorama (Edit)17,9

Gioia...........   16.4            Gioia.........  15,3

Gente.............7,8               Gente......... 15,3

 

ZARA

Panorama (Edit)..     39,2

Gioia............  21,4

Gente............ 14,2

 

Insieme ai quotidiani, segnaliamo la grande diffusione della rivista fiumana Panorama, edita anch'essa dalla casa editrice Edit, che tratta di cultura, cronaca, attualità e politica. La pubblicazione è molto diffusa presso la comunità italiana e costituisce il principale giornale in lingua italiana venduto nelle edicole di Zara.

Assai diffuse sono anche le riviste femminili, stampate in Italia, Gioia e Gente fra tutte, che curiosamente appaiono in tutte le tre aree della nostra ricerca.

Per quel che concerne la televisione ci troviamo di fronte a risultati inattesi: un gran numero di intervistati ha dichiarato di non seguire o comunque di seguire raramente le televisioni nazionali slovene e croate, come attestano gli esiti della tabella 33.

Chiamati tuttavia ad evidenziare i programmi sloveni o croati da loro preferiti, i nostri interlocutori, come si riscontra dalla tabella 34, affermano di ascoltare soprattutto l'informazione, in particolar modo nella comunità italiana d'Istria, mentre gli altri programmi hanno percentuali d'ascolto molto basse. A Fiume trova gradimento la visione di films e documentari, mentre a Zara viene accordata preferenza ai films piuttosto che ai notiziari.

 

 

 

 


 

TABELLA 33: visione TV slovena e croata

(valori in percentuale)

SEGUE I PROGRAMMI TELEVISIVI SLOVENI/CROATI?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

si, li seguo

39,3

53,9

67,9

45,0

li seguo raramente

9,3

-

-

6,1

no, non li seguo

46,8

46,1

-

40,0

non risponde

4,6

-

32,1

8,7

 

TABELLA 34: gradimento programmi TV slov./croati

(valori in percentuale)

QUALI PROGRAMMI PREFERISCE DELLA TV SLOVENA/CROATA?

 

CAPOD'

ISTRIA

ISTRIA

CROATA

FIUME

ZARA

informazione

63,6

13,6

20,5

28,5

spettacoli musicali

-

3,4

-

-

sport

-

2,5

-

-

documentari

-

1,7

10,2

-

films

-

1,7

12,8

32,1

trasmissioni politiche

-

1,7

-

-

 

Incuriositi da questa generale indifferenza verso le programmazioni nazionali, abbiamo chiesto le ragioni ai nostri interlocutori.

Essi dicono che le programmazioni sono poco interessanti e infarcite, soprattutto la sera, da trasmissioni politiche, inoltre i films, proposti in particolare dalla HRV, la televisione nazionale croata, sono antiquati, originali in lingua e sottotitolati in croato, a volte provenienti dall'Europa dell'Est.

La preferenza ricade, come vedremo nella tabella 35, sulle reti italiane, perché, a detta dei nostri soggetti, trasmettono films recenti, telefilms per giovanissimi, le immancabili telenovelas, gradite al pubblico femminile, e i programmi di varietà, che suscitano particolare approvazione da un po' tutti.

L'indigestione di televisione italiana fa sorgere in noi il dubbio sull'idea dell'Italia che si sono fatta molti nostri connazionali giuliani, poichè essa presenta in dose massiccia una condizione di benessere fittizio; sintomatico è il fatto di un giovane fiumano che ci ha dichiarato "persino la vostra pubblicità è più bella della pubblicità croata" (sic!). Ecco, comunque, i dati sulle preferenze accordate alle TV italiane.

 

TABELLA 35: visione TV italiana

(valori in percentuale)

SEGUE I PROGRAMMI TV ITALIANI (RAI, FININVEST, TMC, ECC.)?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

RAI

53,9

79,4

32,1

55,8

FININVEST

54,6

30,7

7,1

43,0

TELECAPODISTRIA

8,5

-

-

5,6

TELEMONTECARLO

1,5

-

-

1,0

ITALIA 7

-

2,5

-

0,5

 

E' da notare che molti intervistati indicano più di una preferenza e che il gradimento o meno di un programma, a volte, è determinato dalla ricezione dell'emittente italiana. Inoltre, a differenza di quanto è avvenuto nella domanda relativa alla tabella 33, dove si ha un'alta percentuale di persone che non assiste ai programmi della televisione slovena o, in particolar modo, a quelli della croata, gli intervistati qui hanno voluto esprimere il loro gradimento più all'emittente, o alle emittenti, che al programma, mentre in precedenza si segnalava l'occasione in cui si seguiva la televisione nazionale, ad esempio, per assistere alla trasmissione del notiziario. In base a questi atteggiamenti possiamo arguire che in prevalenza l'attenzione dei nostri connazionali è indirizzata principalmente sui nostri canali e solo sporadicamente gli apparecchi televisivi vengono sintonizzati sulle emittenti nazionali.

Solo a Fiume e a Zara alcuni hanno dato qualche indicazione al programma preferito e di questo approfittiamo per catalogarlo nella prossima tabella.

 

TABELLA 36: programmi TV italiani

(valori in percentuale)

QUALI PROGRAMMI TV ITALIANI PREFERISCE?

 

FIUME

ZARA

films

12,8

17,8

telegiornali

10,2

-

documentari

10,2

-

varietà

7,6

-

 

La comprensione dei programmi televisivi italiani è ottima, solo un marginale 1,5% complessivo dichiara di non capire completamente le trasmissioni.

 


TABELLA 37: comprensione programmi TV italiani

(valori in percentuale)

RIESCE AD AVERE UNA COMPLETA COMPRENSIONE DEI PROGRAMMI TV ITALIANI?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

si

98,4

94,8

78,5

94,8

no

1,5

-

3,5

1,5

non sempre

-

2,5

-

0,5

non li vedo

-

-

3,5

0,5

non risponde

-

2,5

14.2

2,5

 

Si ricorda che molti, soprattutto a Zara, lamentano il fatto che la ricezione in alcuni quartieri della città è debole o nulla.

I libri hanno una buona diffusione fra gli italiani e abbracciano un vasto campo di generi, come rivela la tabella 38.

 

 

 

 

 

 

 

TABELLA 38: letture preferite in italiano

(valori in percentuale)

LEGGE LIBRI ITALIANI ? SE SI QUALI?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

narrativa o romanzi

36,7

46,1

26,0

36,9

libri didattici

12,5

10,2

3,5

10,7

libri di storia

7,8

10,2

-

7,1

saggistica

6,2

5,1

-

5,1

gialli

5,4

2,5

-

4,1

libri scientifici

3,1

-

3,5

3,0

romanzi harmony

3,1

2,5

3,5

3,0

libri d'avventura

3,1

10,2

-

4,1

poesia

3,1

2,5

3,5

3,0

libri di letteratura

3,1

2,5

21,4

5,6

libri di fantascienza

1,5

2,5

-

1,5

 

Cercando di circoscrivere un panorama assai ampio, abbiamo richiesto di indicare uno o più autori e le loro opere e abbiamo riscontrato (le risultanze sono esposte nella tabella 39) che lo scrittore più conosciuto è Dante Alighieri, tuttavia, escludendo a priori che i nostri interlocutori siano tutti degli appassionati trecentisti, possiamo ragionevolmente pensare che, per molti di loro si tratti di una reminiscenza scolastica.

Secondo noi, sono più significative le preferenze accordate ai nostri scrittori contemporanei, ad esempio Calvino, Moravia ed Eco, che, come vediamo, ottengono grande favore in tutte e tre le aree del nostro sondaggio.

 

 

 

 

TABELLA 39: scrittori italiani famosi

(valori in percentuale)

   ISTRIA                                  FIUME

Dante...........   30,4            Dante......... 35,8

Moravia......... 26,5            Boccaccio.....       23,0

Manzoni......... 23,4            Moravia.......         20,5

Eco.............   11,7            Eco...........  20,5

Boccaccio.......         9,3              Manzoni.......        12,8

                                                  Calvino....... 12,8

 

 

 

 

ZARA

Dante...........   35,7

Manzoni......... 14,2

Pascoli........   10,7

Eco............    10,7

Boccaccio......          7,1

 

Il più conosciuto degli autori dell'area giuliana è Italo Svevo, che ottiene un 7,8% in Istria e Fulvio Tomizza che ottiene risultati in Istria (4,6%) e a Fiume (5,1%), poi seguono Carlo Sgorlon e Claudio Magris.

Non ottengono risultati comparabili con la loro arte e con le loro opere famose due importanti scrittori giuliani, Nelida Milani Kruljac e Enrico Morovich.

Allo stesso modo abbiamo cercato di sapere quali fossero ritenuti gli uomini più famosi nella storia d'Italia per i nostri interlocutori.

Ottengono significative preferenze, come si può riscontare dalla tabella 40 i personaggi principali del Risorgimento italiano: Garibaldi, in primis, al quale, nella Seconda Guerra Mondiale, fu dedicata anche una compagnia partigiana.

 

TABELLA 40: uomini italiani famosi

(valori in percentuale)

 

             ISTRIA                                  FIUME

Garibaldi.......  64,8            Garibaldi.....          61,5

Mussolini....... 26,5            Mussolini.....         28,2

Mazzini.........  20,3            Mazzini....... 25,6

Cavour.......... 10,1            Cavour........         20,5

Lorenzo Medici..      7,0              Lorenzo Medici     12,8

Pertini.........    6,2              D'Annunzio....       10,2

 

 

 

             ZARA

Garibaldi.......  17,8

Leonardo........         17,8

Michelangelo...         17,8

Cavour.........  14,2

D'Annunzio.....         7,1

 

 

 

Buona accoglienza, soprattutto nel sondaggio di Zara, hanno gli artisti rinascimentali come Michelangelo e Leonardo, ed anche il mecenate-principe di quel tempo, Lorenzo il Magnifico.

I contemporanei del Novecento sono rappresentati da due personaggi, che, nel bene e nel male, hanno rappresentato l'epopea irredentistica, Mussolini e D'Annunzio. Anche Sandro Pertini ha ottenuto significativi riconoscimenti.

A questo punto c'è parso assai interessante verificare quale fosse la posizione dei nostri interlocutori circa l'istituzione di nuove Scuole Superiori e Università italiane in Istria, a Fiume e in Dalmazia.

La domanda da noi formulata non voleva apparire oziosa: si sapeva da principio che esistono in tutta l'Istria scuole italiane, che a Pola si trova la Facoltà di Pedagogia e che a Fiume e a Zara esistono Dipartimenti di Italianistica in cui gli insegnanti, italiani e croati, non premiati secondo i loro meriti, ottengono ottimi risultati con scarsi mezzi.

Non si voleva neppure creare falsi ottimismi, ma si voleva rilevare la posizione degli italiani riguardo la loro cultura, che costituisce, secondo noi, l'unica valida àncora di salvezza per la nostra martoriata comunità.

I risultati sono stati univoci in quanto la netta maggioranza auspicherebbe che fossero aperti centri di istruzione, così vitali e prestigiosi, che arricchirebbero anche l'etnia slovena o croata.

Si badi bene, noi intendiamo arricchire e non assorbire o snaturalizzare, poiché si ritiene che molta ostilità che circonda la minoranza italiana sia dovuta al fatto che gran parte dell'opinione pubblica slava conosca ed inquadri genericamente gli italiani secondo beceri luoghi comuni.

Se fossero gettate queste basi di cultura, forse potrebbero aprirsi nuovi ed impensati sviluppi per una convivenza non discriminatoria né omogeneizzante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TABELLA 41: istituzione di scuole italiane

(valori in percentuale)

SAREBBE FAVOREVOLE ALL'ISTITUZIONE IN ISTRIA, A FIUME, IN DALMAZIA, DI SCUOLE SUPERIORI E UNIVERSITÀ' ITALIANE CHE DIANO TITOLI DI STUDIO RICONOSCIBILI IN ITALIA?

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

no, la cosa mi lascia del tutto indifferente

3,1

-

-

2,0

no, è meglio che non vi siano scuole italiane

-

-

-

-

no, è bene che i giovani studino a Lubiana/Zagabria

-

-

3,5

0,5

no, chi vuole fare questi studi vada in Italia

7,0

-

10,7

6,1

sì, sarebbe un arricchimento anche per l'etnia slava

85.1

100,0

57,1

84,1

altro

2,3

-

-

5,6

non risponde

2,3

-

28,5

1,5

 

A questo scopo abbiamo ancora chiesto che cosa pensassero i nostri interlocutori sugli insegnanti, se ritenessero che dovessero essere italiani madrelingua, per ragioni di migliore pronuncia e dizione e perché in questo modo invitassero gli studenti ad esprimersi in italiano, oppure dovessero essere croati.

La domanda non era mossa da alcun velato convincimento che appartenere ad un'etnia o ad un'altra costituisse una migliore o peggiore capacità nell'insegnare una materia.

 

TABELLA 42: insegnanti d'italiano

(valori in percentuale)

SECONDO LEI, GLI INSEGNANTI DELLE SCUOLE ITALIANE IN ISTRIA, A FIUME, IN DALMAZIA DEVONO ESSERE:

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

croati

2,3

-

7,1

2,5

italiani

84,3

100,0

67,8

85,1

altro

7,8

-

14,2

7,1

non risponde

5,4

-

10,7

5,1

 

Noi siamo convinti personalmente che un insegnante d'italiano d'origine slovena o croata possa tranquillamente esplicitare le sue doti in qualsiasi scuola italiana del nostro paese, ma dove, come in Istria, a Fiume o in Dalmazia, l'italiano ha pochi canali d'utilizzo, è necessario che sia insegnato a fondo, appreso a fondo e che sia incentivato in ogni modo il suo uso.

Purtroppo non sempre lo spirito, con cui è stata composta questa domanda, è stato compreso, e di questo ci rammarichiamo.

Una domanda più o meno analoga è stata rivolta per i libri di testo, anche perché avevamo avuto dei riscontri, soprattutto nel passato, dell'uso di libri di testo inadeguati per le scuole italiane, o perché tradotti pedissequamente dal croato e quindi poco conformi alle esigenze dei giovani delle scuole italiane o, perché poco obbiettivi o, in taluni casi, in palese malafede, soprattutto nel commentare gli avvenimenti storici.

Attualmente nelle scuole italiane sono molto usati gli stessi testi distribuiti in Italia o testi in italiano editi dalla già citata casa editrice fiumana Edit.

In entrambi gli ultimi due casi esaminati, come si può notare nelle tabelle 42 e 43, la larghissima maggioranza degli intervistati auspica insegnanti italiani e gli stessi libri di testo in uso in Italia.

 

 

TABELLA 43: libri di testo

(valori in percentuale)

I LIBRI DI INSEGNAMENTO NELLE SCUOLE ITALIANE IN ISTRIA, A FIUME E IN DALMAZIA DOVREBBERO ESSERE:

 

ISTRIA

FIUME

ZARA

TOTALE

gli stessi in uso in Italia

73,4

61,5

60,7

69,2

croati, tradotti in italiano

10,1

30,7

21,4

15,8

scritti in dialetto

-

-

7,1

1,0

altro

14,0

5,1

10,7

11,7

non risponde

2,3

2,5

-

2,0

 


 

 

 

 

 

 

 

C O N C L U S I O N E


Gli esiti della nostra ricerca sono stati molto interessanti, perché ci hanno messo in contatto con una realtà sociolinguistica nuova e per molti versi a noi sconosciuta. I lavori linguistici che hanno avuto per oggetto di indagine le minoranze italiane nella ex Jugoslavia sono stati molto numerosi e condotti secondo canoni scientifici assai rigorosi, ma purtroppo non hanno avuto la risonanza e i riconoscimenti che avrebbero meritato. Infatti queste opere rimangono nel circuito chiuso del Friuli Venezia Giulia e dell'Istria e non riescono ad ottenere un'ampia diffusione nell'intero campo nazionale.

Nel corso del nostro studio ci siamo imbattuti nella complessità dei problemi che interessano la minoranza italiana.

In questa nostra ricerca abbiamo riscontrato una leggera ripresa dell'elemento italiano il quale, dopo decenni di profonda crisi di identità la cui persistenza avrebbe annullato nel volgere di pochissime generazioni le comunità italiane, rivendica un ruolo maggiormente attivo nella realtà sociale slovena e croata.

Questo risveglio, che ha investito anche la sfera culturale, è tuttavia difficile da valutare, considerati i tempi brevi in cui si è manifestato, e anche le prese di posizione dei governi di Lubiana e Zagabria, che paventano sempre il pericolo del secessionismo.

Se le comunità italiane iniziano ad essere pervase da nuovi germi di entusiasmo e dalla volontà di vedere garantiti i propri diritti di minoranza, devono fare i conti con una situazione economica pesantemente condizionata dagli eventi bellici, che paralizza, o semplicemente limita le loro attività.

La situazione peggiora man mano che ci spostiamo verso Mezzogiorno: a Fiume la comunità italiana, impossibilitata a pagare l'affitto della sede, ha subito dal Comune l'istanza di sfratto; a Zara, nonostante la comunità abbia quasi cinque anni di vita, non ha ancora ottenuto dal Comune una sede decente e può riunirsi saltuariamente in un albergo occupato per metà dai profughi bosniaci e per metà dai caschi blu dell'ONU; a Spalato l'indirizzo della comunità italiana è attualmente una casella postale, intestata all’avvocato Mladen culic Dalbello

L'assimilazione, nel passato, ha avuto buon gioco, per queste difficoltà sempre crescenti, che portavano a due soluzioni: o a volere a tutti i costi mantenere la propria etnia e la lingua, a prezzo di una sempre più marcata emarginazione e ad una possibile persecuzione, o a rinunciarvi per integrarsi e non sentirsi sempre un corpo estraneo della società.

I mutamenti politici recenti non hanno migliorato le condizioni della nostra etnia; basti pensare che sono stati abrogati i riconoscimenti giuridici e che si cerca di porre un freno alle domande di doppia cittadinanza.

Un fattore positivo è che, in questi ultimi tempi, parte dell'opinione pubblica slovena o, ancora di più, quella croata, hanno difeso le richieste di autonomia e di salvaguardia del particolarismo istriano e palese testimonianza di ciò sono i successi dei partiti autonomistici dell'Istria e della Dalmazia.

La situazione, come si può vedere, è ancora magmatica ed indefinita e allo stesso modo sono incerte le prospettive della conservazione della nostra lingua standard e del dialetto.

Solo se potesse essere attuata una situazione di bilinguismo consolidata l' italiano potrebbe effettivamente rivestire una posizione principale, con una dignità pari alle altre lingue di maggioranza. Nell'attuale situazione, l'italiano è una lingua che, paradossalmente, non serve quasi a nessuno, se non a coloro che vogliono impadronirsi di uno strumento per mezzo del quale poter attingere alla cultura italiana.

Nel corso dei nostri innumerevoli viaggi nell'area presa in esame, siamo rimasti colpiti dalla grande capacità attrattiva che la cultura italiana esercita sulla maggioranza a tal punto che molti giovani vengono a studiare a Trieste, leggono libri e giornali in italiano, assistono a programmi televisivi in lingua italiana.

Tutto questo è molto positivo, non perché i giovani sloveni e croati debbano annullare la propria etnia e trasformarsi in italiani tout court, ma perché crediamo che in questo modo possano essere gettate le basi per una convivenza migliore, basata non sulla logica ferrea dei numeri, ma sulla dignità.



([17])  Nell’allegato 4 presenteremo la stesura originaria del questionario e quella modificata