3.1.1. Il questionario sociolinguistico.
Al fine di fornire un quadro indicativo sull'attuale
situazione linguistica, abbiamo pensato di sottoporre all'attenzione degli
italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia un questionario.
In origine la ricerca doveva essere più ampia, per quanto
riguardava l'area dalmata, poiché si pensava di raggiungere le neocostituite o
costituende Comunità italiane di Cherso, Lussino, Spalato e Ragusa;
l'incertezza politica che regna nella regione e la difficoltà dei collegamenti,
cosa impossibile a descriversi, hanno giocoforza limitato l'inchiesta in
un'area più ristretta, comprendente in Istria le città di Capodistria
(Slovenia), Parenzo, Rovigno, Dignano e Pola (Croazia), il centro più
importante del Golfo del Quarnero, Fiume, e Zara, città della Dalmazia legata
all'Italia per tradizione.
Il questionario è stato ideato nella metà di maggio del
1994, seguendo l'esempio di altri questionari linguistici, cercando di trovare
una soluzione idonea ai caratteri della regione presa in esame che, come si è
avuto modo più volte di rimarcare, presenta tratti estremamente particolari.
Il questionario è stato redatto in due stesure, la prima il
27 maggio 1994 e la seconda il 30 settembre dello stesso anno.
Il primo, utilizzato nell'inchiesta di giugno a Pola, era
composto da nove pagine e comprendeva quarantadue domande. Ma il fatto che esso
fosse distribuito soprattutto fra i giovani, ci ha indotti a studiare una
formula che rendesse per loro più comprensibili alcune domande sulla diminuzione
numerica dell'etnia italiana nel secondo dopoguerra e, al tempo stesso, poter
ottenere da loro un giudizio personale sullo stato di conoscenza e padronanza
dell'italiano.
Le modifiche hanno permesso di rendere più snello il
questionario, permettendo a tutti gli intervistati di dare un giudizio sulla
padronanza delle loro lingue, di descrivere gli ambiti settoriali in cui esse
vengono usate, di cercare di spiegare il problema, ancor oggi scottante,
sull'esiguità numerica attuale della comunità italiana e di darne una
spiegazione, qualunque fosse l'età dell'interlocutore([17]).
L'inchiesta si è svolta in due periodi: il primo nel giugno
'94 ed ha avuto come punto di partenza la città di Pola, dove grazie al
decisivo aiuto della prof.ssa Nelida Milani Kruljac, sono stati distribuiti
quarantadue questionari, di cui uno solo smarrito, fra elementi della comunità
italiana e studenti della locale facoltà di Pedagogia.
La seconda parte dell'inchiesta è iniziata nel mese di
ottobre del medesimo anno, quando sono stati svolti i sondaggi a Rovigno,
Dignano e Parenzo. In queste tre cittadine sono stati distribuiti
complessivamente ottanta questionari, di cui sono andati smarriti solo quattro,
tre a Rovigno e uno a Dignano.
L'inchiesta di Rovigno ha avuto una favorevole conclusione
grazie all'apporto del prof. Giovanni Radossi, degli studiosi del Centro
Ricerche Storiche e del professor Antonio Pellizzer, che ci hanno consigliato e
permesso di distribuire il questionario fra gli appartenenti alla comunità
italiana locale.
A Dignano la ricerca è stata appoggiata alla signora Anita
Forlani, che ci ha permesso di registrare anche alcuni soggetti che parlavano
il dialetto dignanese boumbaro,
mentre a Parenzo abbiamo potuto avvalerci del prezioso aiuto dell'ingegnere
Giampiero Musizza e del signora Zottis, che ci hanno indicato un soggetto assai
interessante da registrare, una signora molto anziana che parlava il dialetto
parentino.
La ricerca è proseguita alla fine del mese a Fiume, dove
sono stati distribuiti, grazie alla collaborazione della professoressa Maria
Schiavato, quaranta questionari, di cui uno solo è andato perduto.
Nel mese di novembre è stata raggiunta prima Capodistria e
sono stati distribuiti trenta questionari, con l'aiuto del giornalista della
radio locale, Elio Verardo; qui purtroppo l'adesione degli intervistati è stata
piuttosto bassa, in quanto diciannove questionari sono andati persi; poi Zara,
alla metà del mese, dove la ricerca ha potuto concludersi grazie all'aiuto del
signor Bruno Duca, presidente della Comunità italiana locale, e dell'ingegner
Silvio Duiella. Nella città di San Grisogono sono stati distribuiti trenta
questionari, di cui solo due sono andati perduti.
3.1.2. I soggetti del questionario.
La ricerca si è mossa in un campo molto vasto, sia come
fascia d'età, da tredici a settantadue anni, sia come livello culturale,
comprendendo chi possedeva un'istruzione elementare e chi era laureato. Il
requisito di partenza, richiesto agli interlocutori, era che fossero
dialettalizzati anche passivamente, vale a dire che capissero il dialetto
istroveneto o fiumano o veneto-dalmata pur senza parlarlo, e che sapessero dare
una collocazione dei vari ambiti in cui veniva privilegiato ora l'uso della
parlata vernacola ora quello dell'italiano o dello sloveno/croato. Abbiamo,
allo stesso modo, cercato di individuare l'ambiente d'origine del soggetto e,
in base alle risposte fornite nei dati anagrafici del questionario, si è
appurato che la maggioranza degli intervistati proveniva da una famiglia in cui
i genitori erano entrambi italiani.
TABELLA
1: famiglia
(valori
in percentuale)
|
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
italiana |
52,3 |
61,5 |
71,4 |
56,9 |
mista |
25,0 |
35,8 |
10,7 |
25,1 |
slava |
14,8 |
2,5 |
17,8 |
12,8 |
istriana |
2,3 |
- |
- |
1,5 |
mista-istriana |
3,9 |
- |
- |
2,5 |
non
risponde |
1,5 |
- |
- |
1,0 |
Molti hanno preferito non specificare la loro nazionalità,
usando il termine generico di 'istriani'
che riveste tuttavia, in questi tempi, una valenza assai marcata e vuole
rappresentare una peculiarità propria, autoctona, in contrapposizione alle
etnie storiche presenti in Istria.
Il definirsi 'istriano'
non è una scelta di comodo, come definirsi 'jugoslavo'
qualche decennio fa, durante i censimenti della Jugoslavia, poiché suscita
scarso sentimento patriottico in uno stato come la Croazia, che adesso fa del
patriottismo più becero la sua bandiera.
Se la definizione 'istriano'
è senza dubbio positiva in partenza, sottintendendo implicitamente la natura
multietnica della penisola, rimane nell'attuale situazione politica croata una
categoria indistinta e debole, proprio per la sua onnicomprensione, e in questo
modo suscita riprovazione nel governo zagabrese, che giudica gli istriani,
italiani o croati che siano, cittadini di categoria inferiore e poco
patriottici.
Ritornando all'elemento linguistico, abbiamo ritenuto
importante individuare la lingua, o le lingue, apprese in famiglia e, a questo
riguardo, abbiamo estrapolato i valori della tabella 2.
Ad
una prima disamina, appare che la lingua, appresa in famiglia dalla maggioranza
degli intervistati, è quella italiana, forte del suo 42%, tuttavia occorre
osservare come gli italiani o, per essere più precisi, buona parte di essi,
nascano e crescano in un ambiente dialettalizzato in varia misura, poiché, se
esaminiamo le risposte in cui il dialetto appare come lingua appresa in
famiglia, da solo o in concomitanza con un'altra lingua, otteniamo una
percentuale del 36,2% che è di tutto rispetto.
TABELLA 2: lingua in famiglia.
(valori
in percentuale)
|
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
italiano |
33,5 |
61,5 |
53,5 |
42,0 |
dialetto |
15,6 |
7,6 |
7,1 |
12,8 |
croato |
9,3 |
- |
10,7 |
7,6 |
italiano+dialetto |
22,6 |
7,6 |
17,8 |
16,4 |
italiano+croato |
4,6 |
17,9 |
- |
9,2 |
croato+dialetto |
1,5 |
2,5 |
- |
1,5 |
ital.+ cr.+dial. |
3,1 |
- |
- |
2,0 |
ital.+dial.+istr. |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
dialetto+istrioto |
2,3 |
- |
- |
1,5 |
dialetto+cakavo |
1,5 |
2,5 |
- |
1,5 |
istrioto |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
istrioto+croato |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
cakavo |
1,5 |
- |
- |
1,0 |
italiano+albanese |
- |
- |
10,7 |
1,5 |
non risponde |
1,5 |
- |
- |
1,0 |
La grande diffusione dell'italiano trova una spiegazione
nella scolarizzazione dei genitori e, al tempo stesso, nell'attività continua
dei mass-media, in particolar modo, della radio e della televisione, che, oltre
a costituire dei canali privilegiati nel contatto con la madrepatria, sono dei
potenti diffusori della lingua italiana.
Per quanto riguarda gli altri valori, notiamo quanto sia
poco incidente la diffusione dell'istrioto, come lingua familiare, interessando
da solo lo 0,5% dei soggetti e con il croato una percentuale equivalente,
totalizzando, complessivamente, l'1,0%.
Si noti, inoltre, l'1,5% che dichiara di avere appreso in
famiglia l'italiano e l'albanese. Si tratta di una particolarità locale,
precisamente zaratina, dove la lingua albanese ha potuto mantenersi in un
quartiere, fuori la cinta delle mura, chiamato Borgo Erizzo, abitato dagli Arbanassi.
3.2.1. Conoscenza ed uso del dialetto.
Definito l'ambiente in cui si è svolta la nostra inchiesta,
ci dedicheremo ai risultati emersi dallo spoglio dei questionari, fornendo le
percentuali delle risposte.
Affinché i dati non siano dispersi, ma concentrati nelle
aree esaminate, continueremo ad usare il procedimento già evidenziato nelle
tabelle 1 e 2, in ciò sono state classificate le risposte degli italiani di
Capodistria, Parenzo, Rovigno, Dignano e Pola sotto la colonna ISTRIA, mentre quelle, inerenti Fiume e
Zara, costituiranno una classe a parte, poiché in queste due città si
presentano condizioni sociolinguistiche particolari, che non permettono di
ipotizzare una situazione omologa a quella delle città istriane.
Quando nei dati dell'Istria emergeranno casi particolari, in
cui occorrerà fare dei distinguo fra la parte della regione sottoposta
all'autorità slovena e quella amministrata dalla Croazia, li evidenzieremo,
definendo due sottocategorie, CAPODISTRIA
e ISTRIA CROATA.
A questi dati parziali verrà esposto un risultato
complessivo sui valori dell'inchiesta, anche perché sia offerta una chiave di
lettura a tutto tondo.
Nel primo gruppo di domande abbiamo cercato di evidenziare
il rapporto fra gli intervistati e il dialetto; nei dati, ricavati dalla
tabella 2 'lingua appresa in famiglia', abbiamo stabilito che il
36,2% apprende il dialetto da solo, con un'altra o con più lingue, ma si
osserva che l'ambiente, in cui i nostri soggetti vivono è fortemente pervaso
dal dialetto, il quale costituisce un particolare registro informale nei
rapporti interpersonali non esclusivamente legato alla sfera familiare, come
dimostreranno più avanti gli esiti del questionario.
Per quanto riguarda i soggetti della nostra intervista,
ricavati, come si è detto, in maggioranza dalle comunità italiane e dagli
studenti dell'Università di Pola, si sono espressi in ampia maggioranza
riconoscendo una buona padronanza del dialetto, come dettagliatamente
evidenziato nella tabella 3 seguente: lì si può vedere che i soggetti esprimono
gradi diversi di conoscenza del dialetto; solo una trascurabile percentuale
dichiara di non conoscerlo e di non parlarlo.
TABELLA 3: conoscenza del dialetto.
(valori
in percentuale)
LEI
CONOSCE IL DIALETTO? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
sì,
lo parlo e lo capisco |
74,2 |
76,9 |
67,8 |
73,8 |
lo
parlo con parole ed espressioni italiane o slave |
11,7 |
23,0 |
7,1 |
13,3 |
lo
capisco, ma non lo parlo |
10,1 |
- |
7,1 |
7,6 |
non
lo capisco e non lo parlo |
1,5 |
- |
- |
1,0 |
non
risponde |
2,3 |
- |
17,8 |
4,1 |
Questi valori, indubitabilmente positivi, non devono
autorizzarci ad interpretazioni ottimistiche sulle condizioni del dialetto.
Esso è fortemente incalzato dalle lingue standard della maggioranza e trova,
per così dire, rifugio in alcuni ambiti ristretti, che se non consentono una
fase espansiva, permettono almeno il suo mantenimento.
La lealtà linguistica degli italiani al proprio dialetto è
assai marcata, dimostrando un vero e proprio attaccamento emotivo, anche se
molti desidererebbero conoscerlo meglio, indice questo della consapevolezza di
una padronanza incompleta del registro dialettale, o, in taluni casi,
dell'assenza di modelli dialettali genuini e non ibridi.
TABELLA 4: inclinazione all'uso del
dialetto.
(valori
in percentuale)
LE
PIACE PARLARE IN DIALETTO? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
sì, |
66,4 |
89,7 |
64,2 |
70,7 |
sì,
ma vorrei conoscerlo meglio |
24,2 |
7,6 |
21,4 |
20,5 |
mi
è indifferente |
3,9 |
2,5 |
- |
3,0 |
no,
mi imbarazza |
- |
- |
- |
- |
no |
3,9 |
- |
- |
2,5 |
non
risponde |
1,5 |
- |
14,2 |
3,0 |
I valori, che attestano indifferenza o ripulsa nel parlare
dialetto, sono molto bassi e questo testimonia un'identità linguistica precisa,
comprovata anche dall'assenza di risposte relative alle condizioni di imbarazzo
che il dialetto potrebbe suscitare.
Da notare, inoltre, l'alta percentuale di coloro che non
rispondono nel sondaggio di Zara, elemento costante per tutto lo svolgimento
dell'inchiesta. La reticenza potrebbe trovare spiegazione nella profonda azione
snazionalizzante, fatta dal governo jugoslavo, per cui prendere posizione
riguardo anche il proprio patrimonio linguistico, viene ritenuto
dall'interlocutore un atto anticonformista al quale non si può o non si vuole
aderire.
In molteplici occasioni si è avuto modo di insistere sulla
limitatezza delle aree di utilizzo del dialetto; la situazione è comprovata
dalle risposte esposte nella tabella 5 della pagina successiva.
Come dato primario emerge la grande diffusione del dialetto
in qualità di registro della sfera informale, per il quale gli interlocutori
principali sono gli amici, i parenti e i genitori.
TABELLA 5: ambienti d'uso del dialetto.
(valori
in percentuale)
SE
CONOSCE E PARLA ABITUALMENTE IL DIALETTO, CON CHI LO FA? |
|||
|
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
con i nonni |
44,5 |
46,1 |
10,7 |
con i genitori |
60,1 |
74,3 |
28,5 |
con i figli |
17,9 |
51,2 |
39,2 |
con i nipoti |
16,4 |
28,2 |
32,1 |
con i parenti |
71,0 |
84,6 |
60,7 |
con gli amici |
80,4 |
61,5 |
67,8 |
con i compagni di lavoro |
35,9 |
53,8 |
7,1 |
con gli estranei |
17,9 |
20,5 |
- |
Più limitato è l'utilizzo della parlata vernacola con i
figli ed i nipoti, ma in queste risposte occorre tenere conto che talvolta i
soggetti intervistati sono molto giovani, ad esempio a Pola, e quindi il dato,
anche se indicativo, si è mantenuto proporzionalmente più basso rispetto agli
altri.
Il dialetto è un registro poco sfruttato per quel che
concerne la comunicazione con gli estranei, con i quali si utilizza in primo
luogo la lingua standard della maggioranza o, in subordine, l'italiano.
Suddividendo gli ambienti in modo più particolareggiato, si
ribadiscono i valori espressi nella tabella 5. Infatti, secondo i risultati
delle tabelle 6, emerge la grande diffusione del dialetto a casa e nei rapporti
con gli amici, dove, è bene precisare, ha un valore piuttosto alto anche l'uso
della lingua di maggioranza, poiché la sfera delle amicizie comprende anche elementi
di etnia diversa.
TABELLA 6/a: ambienti d'uso delle lingue.
(valori
in percentuale)
VUOLE
INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI? |
|
|||
a
casa |
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
61,7 |
69,2 |
- |
54,3 |
lingua maggioranza |
13,2 |
2,5 |
10,7 |
10,7 |
italiano |
7,0 |
2,5 |
- |
5,1 |
lingua magg.+dial. |
4,6 |
7,6 |
- |
4,6 |
italiano +dialetto |
5,4 |
2,5 |
7,1 |
5,1 |
lingua magg.+ital. |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
l.magg.
+dial.+it |
3,9 |
7,6 |
53,5 |
11,3 |
non risponde |
3,1 |
7,6 |
28,5 |
7,6 |
TABELLA 6/b: ambienti d'uso delle lingue.
(valori
in percentuale)
VUOLE
INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI? |
|
|||
al
lavoro |
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
10,1 |
7,6 |
- |
8,2 |
lingua maggioranza |
14,0 |
7,6 |
14,2 |
12,8 |
italiano |
20,3 |
20,5 |
- |
17,4 |
lingua magg.+dial. |
0,7 |
5,1 |
- |
1,5 |
italiano +dialetto |
3,9 |
7,6 |
- |
4,1 |
lingua magg.+ital. |
3,1 |
2,5 |
3,5 |
3,0 |
l.magg.
+dial.+it |
6,2 |
10,2 |
14,2 |
8,2 |
non risponde |
41,0 |
38,4 |
67,8 |
44,6 |
TABELLA 6/c: ambienti d'uso delle lingue.
(valori
in percentuale)
VUOLE
INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI? |
|
|||
a
scuola |
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
4,6 |
- |
- |
3,0 |
lingua maggioranza |
3,9 |
- |
- |
2,5 |
italiano |
51,5 |
53,8 |
7,1 |
45,6 |
lingua magg.+dial. |
- |
- |
- |
- |
italiano +dialetto |
9,3 |
5,1 |
- |
7,1 |
lingua magg.+ital. |
1,5 |
- |
- |
1,0 |
l.magg.
+dial.+it |
5,4 |
5,1 |
- |
4,6 |
non risponde |
23,4 |
35,8 |
92,8 |
35,8 |
TABELLA 6/d: ambienti d'uso delle lingue.
(valori
in percentuale)
VUOLE
INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI? |
|
|||
con
gli amici |
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
49,2 |
17,9 |
14,2 |
37,9 |
lingua maggioranza |
11,7 |
30,7 |
3,5 |
14,3 |
italiano |
6,2 |
2,5 |
- |
4,6 |
lingua magg.+dial. |
7,8 |
15,3 |
3,5 |
8,7 |
italiano +dialetto |
3,1 |
2,5 |
7,0 |
3,5 |
lingua magg.+ital. |
1,5 |
7,6 |
3,5 |
3,0 |
l.magg.+dial.+it |
14,8 |
15,3 |
35,7 |
17,9 |
non risponde |
5,4 |
7,6 |
32,1 |
9,7 |
TABELLA 6/e: ambienti d'uso delle lingue.
(valori
in percentuale)
VUOLE
INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI? |
|
|||
al
caffè |
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
33.5 |
5,1 |
3,5 |
23,5 |
lingua maggioranza |
23,4 |
71,7 |
17,8 |
32,3 |
italiano |
5,4 |
- |
- |
3,5 |
lingua magg.+dial. |
8,5 |
10,2 |
- |
7,6 |
italiano+dialetto |
1,5 |
- |
0 |
1,0 |
lingua magg.+ital. |
1,5 |
- |
3,5 |
1,5 |
l.magg.+dial.+it |
9,3 |
7,6 |
10,7 |
9,2 |
non risponde |
16,4 |
5,1 |
64,2 |
21,0 |
TABELLA 6/f: ambienti d'uso delle lingue.
(valori
in percentuale)
VUOLE
INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI? |
|
|||
alla
posta |
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
9,3 |
- |
- |
6,1 |
lingua maggioranza |
66,4 |
97,4 |
28,5 |
67,1 |
italiano |
6,2 |
- |
- |
4,1 |
lingua magg.+dial. |
4,6 |
- |
- |
3,0 |
italiano+dialetto |
- |
- |
- |
- |
lingua magg.+ital. |
3,1 |
- |
- |
2,0 |
l.magg.+
dial.+it |
3,1 |
- |
- |
2,0 |
non risponde |
7,0 |
2,5 |
71,4 |
15,3 |
TABELLA 6/g: ambienti d'uso delle lingue.
(valori
in percentuale)
VUOLE
INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI? |
|
|||
in
banca |
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
14,0 |
- |
- |
9,2 |
lingua maggioranza |
59,3 |
94,8 |
28,5 |
62,0 |
italiano |
6,2 |
- |
- |
4,1 |
lingua magg.+dial. |
7,8 |
- |
- |
5,1 |
italiano+dialetto |
- |
- |
- |
- |
lingua magg.+ital. |
3,1 |
- |
- |
2,0 |
l.magg.+dial.+it |
2,3 |
- |
- |
1,5 |
non risponde |
7,0 |
5,1 |
71,4 |
15,8 |
TABELLA 6/h: ambienti d'uso delle lingue.
(valori
in percentuale)
VUOLE
INDICARE CHE LINGUA USA IN QUESTI AMBIENTI? |
|
|||
al
comando polizia |
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
3,1 |
- |
- |
2,0 |
lingua maggioranza |
75,7 |
89,7 |
28,5 |
71,7 |
italiano |
7,0 |
- |
- |
4,6 |
lingua magg.+dial. |
2,3 |
- |
- |
1,5 |
italiano+dialetto |
- |
- |
- |
- |
lingua magg.+ital. |
3,1 |
- |
- |
2,0 |
l.magg.+dial.+it |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
non risponde |
7,8 |
10,2 |
71,4 |
17,4 |
Si noti il valore molto basso dell'italiano nell'ambito
informale; esso ha una parziale ripresa nel lavoro e a scuola, occorre tuttavia
ricordare che i soggetti i quali danno queste indicazioni, studiano o
esercitano attività come il giornalismo, l’insegnamento, o il turismo, per cui
l'uso dell'italiano è indispensabile. V'è una grande diffusione della lingua
della maggioranza nei locali pubblici; alla posta, in banca o al comando di
polizia predominano naturalmente lo sloveno o il croato, solo al caffè il
dialetto conserva ancora un buon margine di utilizzo, ma questo va ricondotto
alla tipicità dell'ambiente.
3.2.2 La definizione del dialetto.
In una successiva sequenza di domande (si veda la tabella 7
seguente), si è cercato di estrapolare dagli interlocutori una definizione del
dialetto in virtù della loro situazione culturale.
TABELLA 7: definizione del dialetto.
(valori
in percentuale)
SECONDO
LEI IL DIALETTO: |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
è
la lingua della povertà mentale |
- |
- |
3,5 |
0,5 |
può
essere un'alternativa culturale |
3,1 |
2,5 |
10,7 |
4,1 |
è
un valore da tramandare |
31,2 |
61,5 |
10,7 |
34,3 |
è
scomparso e tenerlo in vita è un'operazione artificiale |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
deve
essere salvaguardato perché parte integrante della storia linguistica
dell'Istria |
52,3 |
33,3 |
35,7 |
46,1 |
deve
essere salvaguardato ed insegnato anche ai non italiani |
4,6 |
2,5 |
3,5 |
4,1 |
deve
essere sostituto dall'italiano |
- |
- |
- |
- |
deve
essere sostituito dallo sloveno/croato |
- |
- |
- |
- |
non
risponde |
7,8 |
- |
35,7 |
10,2 |
Si trattava di vedere, ammesso che fosse stata data una
risposta positiva nella conoscenza e nell'uso del dialetto, che posizione
culturale esso avesse e se, a detta del soggetto, potesse accrescere la propria
autorità, diventando materia di insegnamento o meno.
Come si può vedere, la maggioranza dà una valutazione
affettiva del dialetto, ritenendo sia da conservarsi, perché strettamente
connesso con le vicende storiche di quelle terre adriatiche.
Molto consistente è la percentuale di chi ritiene il dialetto
un valore meramente etnico da tramandare e, curiosamente, il dato più
indicativo è rappresentato da Fiume, unica città, fra quelle sondate, che non
conobbe il dominio diretto di Venezia. Anche se si tratta di un dato che
andrebbe ripreso e approfondito in una scala d'analisi più ampia, esso dimostra
ancora di più, se ce ne fosse bisogno, di come il veneziano, diffuso sulle
sponde orientali dell'Adriatico, avesse ed abbia tuttora, a dispetto della sua
lenta regressione, una vitalità, non definibile nell'espressione
veneto-coloniale tout court.
Al di là di questo, solo il 4,1% complessivo riconosce al
proprio dialetto la possibilità di rivestire un'alternativa culturale; un
valore equivalente troviamo per quei soggetti i quali desidererebbero che il
dialetto diventasse una sorta di lingua regionale.
Quasi insignificanti sono i risultati di chi ritiene il dialetto
ormai scomparso, anche perché abbiamo avuto modo di vedere che esso mantiene i
canali in cui riesce a conservarsi, e quelli di chi considera il dialetto la
lingua dell'ignoranza. Quest'ultimo era un esito che ci aspettavamo, poiché il
dialetto veneto ‘de là da mar’ è
stato fino dalle sue origini la lingua della borghesia, degli armatori e dei
magistrati. Durante la nostra ricerca a Rovigno una donna ha detto che non
avrebbe avuto difficoltà a catalogare, secondo questa definizione, la varietà
istriota, locale, mentre, trattandosi dell'istro-veneto, riteneva meglio
classificarlo come parte integrante della storia istriana.
In una verifica della possibilità di trasmissione del
dialetto fra i più giovani, abbiamo ottenuto risultati molto frammentari.
TABELLA 8: la lingua del bambino.
(valori
in percentuale)
SECONDO
LEI E' BENE CHE UN BAMBINO SAPPIA PARLARE: |
|
|||
|
ISTRIA |
FIUME |
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
7,8 |
7,6 |
21,4 |
9,7 |
lingua maggioranza |
- |
- |
7,1 |
1,0 |
italiano |
10,9 |
15,3 |
10,7 |
11,7 |
lingua magg.+dial. |
8,2 |
10,2 |
21,4 |
8,2 |
italiano+dialetto |
16,4 |
30,7 |
7,1 |
16,4 |
lingua magg.+ital. |
12,3 |
20,5 |
7,1 |
12,3 |
l.magg.+dial.+it |
14,8 |
10,2 |
17,8 |
14,8 |
parli più lingue |
23,5 |
2,5 |
3,5 |
23,5 |
non risponde |
1
5 |
2,5 |
3,5 |
2,0 |
I dati, come già accennato, sono spezzettati; nel totale il
valore più significativo è quello di coloro che auspicano una poliglossia dei
più giovani, probabilmente orientata ad una dimensione europea. Oltre a questo,
una minoranza indica solo il dialetto, come lingua da tramandarsi ai giovani e,
curiosamente, il valore più alto in questo senso lo si ricava a Zara. La
percentuale aumenta se si considera la possibilità di tramandare il dialetto
insieme ad una lingua standard, o la lingua della maggioranza o l'italiano, o
tutte e due, raggiungendo così il valore massimo del 49,1%.
Si noti come il valore riguardante la trasmissione della
sola lingua della maggioranza sia nullo in Istria ed a Fiume, mentre raggiunga
solo il 7,1% a Zara.
Tornando alla possibilità che il dialetto aumenti la propria
dignità, diventando materia di insegnamento, in virtù della sua gloriosa
tradizione, le posizioni sono inequivocabilmente affermative.
Come si evince dalla Tabella 9, nella pagina che segue, le
risposte degli italiani sono quasi plebiscitarie, ma, a nostro avviso, esse non
devono essere ricondotte ad una ripresa delle parlate vernacole, come accade
anche in Italia. Oggigiorno il dialetto in Istria, a Fiume e a Zara ha una
valenza più forte, ma anche diversa, rispetto agli altri dialetti italiani
della madrepatria, perché separato da questa da uno o due confini, e perché,
elemento in molti casi distintivo di un'etnia, è incalzato dalle lingue
standard della maggioranza ed è costretto da queste ad una funzione marginale.
TABELLA 9: insegnamento del dialetto.
(valori
in percentuale)
E'
FAVOREVOLE CHE A SCUOLA VENGA DEDICATA QUALCHE ORA PER L'INSEGNAMENTO DEL
DIALETTO? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
si,
perché si conserva la propria tradizione linguistica |
82,8 |
92,3 |
50,0 |
80,0 |
no,
perché è anacronistico: sarebbe meglio dedicare più tempo all'insegnamento di
un'altra lingua |
14,0 |
7,6 |
32,1 |
15,3 |
non
risponde |
3,1 |
- |
17,8 |
4,6 |
Riguardo alla tradizione storica del vernacolo e dei suoi contatti
odierni con le lingue standard, abbiamo ritenuto opportuno valutare se i
soggetti notassero delle differenze fra il dialetto parlato da loro e quello
dei genitori o dei nonni.
TABELLA 10: differenze nel dialetto .
(valori
in percentuale)
AVVERTE
DELLE DIVERSITÀ FRA IL SUO DIALETTO E QUELLO PARLATO DAI GENITORI O DAI
NONNI? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
si |
28,1 |
10,2 |
10,7 |
22,0 |
no |
47,6 |
71,7 |
28,5 |
49,7 |
solo
con quello dei nonni |
18,7 |
17,9 |
21,4 |
18,9 |
non
risponde |
5,4 |
- |
39,2 |
9,2 |
La maggioranza non riscontra delle diversità molto nette,
comparando il proprio dialetto e quello dei genitori o dei nonni.
Quando si richiede a chi ravvisa delle differenze di
indicarle, buona parte dei soggetti dice di riscontrare delle differenze di
accentuazione delle parole, ormai cadute in disuso, come sclavina = ‘coperta’, o
che le parlate dei vecchi sono meno intaccate dall'italiano.
Allo scopo di poter valutare il loro dialetto e poterlo
registrare, abbiamo chiesto loro se fossero in gradi di raccontare una storiella
in dialetto e, anche in questo caso, abbiamo ottenuto dei risultati molto
netti.
TABELLA 11
(valori
in percentuale)
SAREBBE
IN GRADO DI RACCONTARE UNA STORIELLA, UNA FILASTROCCA, UNA FAVOLA, UNA POESIA
IN DIALETTO? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
si |
85,9 |
89,7 |
71,4 |
84,6 |
no |
14,0 |
10,2 |
10,7 |
12,8 |
non
risponde |
- |
- |
17,8 |
2,5 |
In molti casi, la risposta negativa dei nostri interlocutori
potrebbe avere una spiegazione nel timore di alcuni che le proprie parole
potessero essere registrate.
3.2.3. Il dialetto e le lingue standard.
Quando usciamo fuori dagli schemi informali, il dialetto
deve convivere o cedere il passo alle lingue standard, e, in particolare, alle
lingue della maggioranza. Ma, nonostante questo, la situazione non si presenta
uniforme nelle tre aree prese in esame, proprio in virtù della loro speciale
situazione.
Per questo si è cercato di valutare complessivamente la
prevalenza d'uso della lingua o delle lingue, nelle città in cui i nostri
interlocutori vivono, ricavando, come forse era prevedibile, dati non omogenei.
Ad un primo esame noteremo, dai dati esposti dalla tabella
12, che l'uso esclusivo del dialetto è più marcato in Istria che non a Fiume e
a Zara, come pure l'uso dell'italiano standard, anche se le discrepanze fra i
tre valori sono minime.
Nel senso opposto, aumenta la percentuale di chi usa la
lingua standard della maggioranza, anche se nessuno degli intervistati fiumani
ha indicato nel croato la lingua privilegiata, in quanto le attività degli
interlocutori della città di San Vito, contemplano un uso molto ampio
dell'italiano.
TABELLA 12: lingua d'uso nella propria
città.
(valori
in percentuale)
NELLA
SUA CITTÀ LEI PARLA USUALMENTE: |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
23,4 |
2,5 |
- |
15,8 |
lingua
della maggioranza |
4,6 |
- |
7,1 |
4,1 |
italiano |
4,6 |
2,5 |
3,5 |
4,1 |
lingua
maggioranza+dialetto |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
italiano
+ dialetto |
0,7 |
2,5 |
3,5 |
1,5 |
lingua
maggioranza+italiano |
7,0 |
5,1 |
25,0 |
9,2 |
l.maggioranza+ital.+dial. |
58,5 |
87,1 |
57,0 |
64,1 |
non
risponde |
- |
- |
3,5 |
0,5 |
La percentuale più alta è stata, nel complesso, quella che
contemplava l'uso dei tre registri: infatti il valore espresso supera la metà
degli intervistati.
Se
gli interlocutori hanno una buona propensione a parlare dialetto o italiano
nelle loro città, questa viene meno se si spostano in un'altra città, dove pure
è presente una comunità italiana.
TABELLA 13: lingua d'uso in un'altra
città
(valori
in percentuale)
QUANDO
LEI SI RECA A PARENZO, A POLA O A FIUME, SI ESPRIME CON CHI NON CONOSCE IN: |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
12,5 |
5,1 |
35,7 |
14,3 |
lingua
della maggioranza |
69,5 |
94,8 |
25,0 |
68,2 |
italiano |
10,1 |
- |
14,2 |
8,7 |
lingua
maggioranza+dialetto |
2,3 |
- |
- |
1,5 |
italiano+dialetto |
1,5 |
- |
10,7 |
2,5 |
lingua
maggioranza+italiano |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
l.maggioranza+ital.+dial. |
3,1 |
- |
- |
2,0 |
non
risponde |
- |
- |
14,2 |
2,0 |
Per gli istriani e i fiumani è automatico esprimersi nella
lingua della maggioranza con valori, rispettivamente, del 69,5% e 94,8%, per
ottenere un valore medio complessivo che supera di gran lunga la metà dei
soggetti.
I valori si ribaltano nella comunità zaratina, dove la
maggioranza indica nel dialetto la lingua privilegiata da usarsi in un'altra
città. Questa risposta può avere una sua spiegazione, pur non trascurando il
25% che continua a ritenere il croato la lingua principale, nel fatto che gli
zaratini che si recano a Parenzo, Pola o Fiume, città menzionate nella domanda,
possono fare affidamento sul proprio dialetto, ossia possono facilmente
incontrare degli interlocutori in grado di capirlo e parlarlo.
Senza dubbio avremmo riscontrato dei valori assai diversi,
se avessimo richiesto ai nostri amici zaratini che lingua avrebbero usato, se
si fossero recati a Zagabria, Gospic o Carlopago.
Abbiamo inoltre chiesto se, in questo ipotetico viaggio,
incontrando un interlocutore italiano, quale lingua avrebbero usata.
La lingua privilegiata per un interlocutore italiano è,
senza dubbio, l'italiano standard per il 74,3%; tuttavia una minoranza assai
consistente, inquadrabile nel 21%, la ritiene il dialetto.
TABELLA 14: comunicazione con un italiano
(valori
in percentuale)
SE
SI ACCORGE CHE IL SUO INTERLOCUTORE E' ITALIANO O PARLA ITALIANO, LEI INIZIA
A PARLARE IN: |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
14,0 |
28,2 |
42,8 |
21,0 |
lingua
della maggioranza |
- |
- |
- |
- |
italiano |
82,8 |
64,1 |
50,0 |
74,3 |
italiano
o dialetto |
3,1 |
7,6 |
- |
3,6 |
non
risponde |
- |
- |
7,1 |
1,0 |
Con ogni probabilità, chi ha risposto “dialetto” in questo modo alla domanda, pensava ad un italiano
autoctono, che normalmente si esprime in dialetto.
Si è successivamente cercato di stabilire quale fosse la
lingua privilegiata dai nostri interlocutori nel caso di un viaggio a Trieste,
città che appartiene geograficamente all'Istria ed è sempre stata molto vicina,
culturalmente ed economicamente, al mondo istriano e quarnerino, pur rimanendo
sotto la sovranità italiana, e si sono registrati dei dati interessanti.
TABELLA 15: lingua d'uso a Trieste.
(valori
in percentuale)
QUANDO
SI RECA A TRIESTE, CHE LINGUA PARLA? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
il
dialetto |
25,7 |
18,0 |
17,8 |
23,0 |
il
croato o lo sloveno |
- |
- |
17,8 |
2,5 |
l'italiano
senza problemi |
59,3 |
71,8 |
28,5 |
57,4 |
l'italiano
a disagio |
10,9 |
5,1 |
7,1 |
9,2 |
l'italiano
o il dialetto |
3,9 |
5,1 |
17,8 |
6,1 |
non
risponde |
- |
- |
10,7 |
1,5 |
La maggioranza usa l'italiano standard senza difficoltà,
solo il 9,2% parla italiano un po’ a disagio.
Sempre riguardo all'incertezza di esprimersi in italiano,
perché lo si è un po’ dimenticato, o si teme di non poterlo usare correttamente
in un ambiente, in questo caso, prevalentemente italofono, si noti il valore
del 17,8% degli intervistati di Zara, che preferiscono parlare in croato,
lingua, al pari dello sloveno, intesa da un buon numero di triestini, poiché
nella città di San Giusto risiedono molti croati sia per motivi di studio che
di lavoro.
Una buona percentuale usa anche il dialetto, ma questa non è
una novità, poiché esso costituisce un canale di comunicazione diffusissimo in
quella città.
Fra le forme di cortesia e di saluto riscontriamo opzioni
forse prevedibili.
TABELLA 16: forme di cortesia
(valori
in percentuale)
QUANDO
INCONTRA UN ITALIANO CHE NON CONOSCE, PREFERISCE USARE: |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
il
'tu' |
4,6 |
- |
- |
3,0 |
il
'lei' |
90,6 |
97,4 |
78,5 |
90,2 |
il
'voi' |
4,6 |
2,5 |
14,2 |
5,6 |
non
risponde |
- |
- |
7,1 |
1,0 |
Come si vede, prevale nettamente il lei, usato dalla quasi globalità degli intervistati. Assai bassi
sono i valori relativi all'uso del tu
o del voi, forse, quest'ultimo è un
antico retaggio della politica linguistica del fascismo che imponeva questa
forma sulle altre.
Per quel che riguarda le forme di saluto, è quasi
plebiscitaria la scelta della forma 'buongiorno'
(91,2%), tuttavia, nonostante abbia un valore molto basso, ‘ciao’ è molto diffuso e usato sia nel
campo informale, come del resto avviene comunemente in Italia, sia in quello
formale.
TABELLA 17: forme di saluto
(valori
in percentuale)
QUANDO
SALUTA UN ITALIANO CHE NON CONOSCE, GLI DICE |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
'ciao' |
3,9 |
- |
17,8 |
5,1 |
'buongiorno' |
93,7 |
97,4 |
71,4 |
91,2 |
'salve' |
0,7 |
2,5 |
- |
1,0 |
altro |
0,7 |
- |
3,5 |
1,0 |
non
risponde |
0,7 |
- |
7,1 |
1,5 |
La scarsa adesione dei nostri soggetti alla forma 'ciao', potrebbe trovare una parziale
giustificazione nel modo in cui la domanda è stata formulata, puntualizzando
cioè che l'ipotetico interlocutore italiano fosse sconosciuto.
E’ possibile che, prospettato questo caso particolare, si
sia optato per un tipo di saluto formale e neutro al tempo stesso.
Tornando al patrimonio linguistico, si è ritenuto opportuno
classificare le lingue parlate in base alla maggiore o minore conoscenza di
esse, ottenendo questi dati:
TABELLA
18/a: classificazione delle lingue in Istria
(valori in percentuale)
1^ LINGUA |
2^ LINGUA |
3^ LINGUA |
|||
italiano |
47,6 |
italiano |
35,1 |
croato |
35,9 |
croato/slov. |
13,2 |
croato. |
35,1 |
inglese |
24,2 |
dialetto |
32,0 |
dialetto |
11,7 |
italiano |
10,9 |
inglese |
1,5 |
sloveno |
6,2 |
francese |
5,4 |
cakavo |
0,7 |
istrioto |
3,1 |
tedesco |
3,9 |
istrioto |
0,7 |
inglese |
2,3 |
sloveno |
3,9 |
- |
- |
cakavo |
0,7 |
dialetto |
3,9 |
- |
- |
tedesco |
0,7 |
istrioto |
2,3 |
non
risponde |
- |
non
risponde |
4,6 |
non
risponde |
9,3 |
TABELLA
18/b: classificazione delle lingue a Fiume
(valori in percentuale)
1^ LINGUA |
2^ LINGUA |
3^ LINGUA |
|||
italiano |
76,9 |
croato |
58,9 |
inglese |
38,4 |
dialetto |
12,8 |
italiano |
17,9 |
croato |
20,5 |
croato |
5,1 |
dialetto |
12,8 |
francese |
7,6 |
inglese |
2,5 |
inglese |
2,5 |
dialetto |
2,5 |
- |
- |
- |
- |
italiano |
2,5 |
- |
- |
- |
- |
tedesco |
2,5 |
non
risponde |
2,5 |
non
risponde |
7,6 |
non
risponde |
25,6 |
TABELLA
18/c: classificazione delle lingue a Zara
(valori in percentuale)
1^ LINGUA |
2^ LINGUA |
3^ LINGUA |
|||
italiano |
42,9 |
croato |
14,2 |
albanese |
10,7 |
croato |
7,1 |
albanese |
7,1 |
croato |
7,1 |
- |
- |
inglese |
7,1 |
russo |
3,5 |
- |
- |
italiano |
3,5 |
- |
- |
- |
- |
francese |
3,5 |
- |
- |
- |
- |
spagnolo |
3,5 |
- |
- |
non
risponde |
50,0 |
non
risponde |
60,7 |
non
risponde |
78,5 |
TABELLA
18/d:
classificazione
delle lingue in tutta l'area
(valori in percentuale)
1^ LINGUA |
2^ LINGUA |
3^ LINGUA |
|||
italiano |
52,8 |
croato |
36,9 |
croato |
28,7 |
dialetto |
23,5 |
italiano |
27,1 |
inglese |
23,5 |
l.maggioranza |
10,7 |
dialetto |
10,2 |
italiano |
7,6 |
inglese |
1,5 |
sloveno |
4,1 |
francese |
5,1 |
istrioto |
0,5 |
inglese |
3,0 |
dialetto |
3,0 |
cakavo |
0,5 |
istrioto |
2,0 |
tedesco |
3,0 |
- |
- |
albanese |
1,0 |
sloveno |
2,5 |
- |
- |
cakavo |
0,5 |
istrioto |
1,5 |
- |
- |
tedesco |
0,5 |
albanese |
1,5 |
- |
- |
francese |
0,5 |
russo |
0,5 |
- |
- |
spagnolo |
0,5 |
- |
- |
non
risponde |
10,2 |
non
risponde |
13,3 |
non
risponde |
22,5 |
In tutte e tre le aree, prese in considerazione, l'italiano
ha la palma della prima lingua, seguito dal dialetto e dalla lingua di
maggioranza.
La preferenza accordata all'italiano, piuttosto che al
dialetto, può trovare una spiegazione nel fatto che il primo, insegnato a
scuola, è conosciuto secondo la grammatica, ed è nobilitato dalla tradizione
culturale, e, oltre a questo, come abbiamo più volte enunciato, è anche la
lingua usata dai mass-media locali in lingua italiana.
Stabilito questo, il valore del 10,7%, riferito alla lingua
di maggioranza, comprova una lenta infiltrazione che la porta a rivestire il
ruolo di prima lingua.
L'inglese costituisce il primo registro internazionale del
nostro sondaggio e curiosamente nei sondaggi di Fiume e Zara qualche giovane
anglofilo lo indica addirittura come prima lingua.
Al di là della posizione di prima o seconda lingua, era
importante, a nostro avviso, sapere quale valutazione potessero dare i nostri
interlocutori nei riguardi della conoscenza della lingua della maggioranza e
dell'italiano.
La maggioranza nei sondaggi dell'Istria e di Fiume ritiene
di possedere una buona conoscenza dello sloveno/croato, solo i rispettivi 16,4%
e il 10,2% si sbilancia verso una conoscenza ottimale.
Assai basse sono le percentuali di chi conosce
approssimativamente le lingue della maggioranza; solo in Istria abbiamo il
valore più alto di soggetti che indicano una scarsa comprensione (5,4%).
TABELLA 19: conoscenza sloveno/croato
(valori
in percentuale)
COME
GIUDICA LA SUA PADRONANZA DELLO SLOVENO/CROATO? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
ottima |
16,4 |
10,2 |
32,1 |
17,4 |
buona |
46,0 |
69,2 |
25,0 |
47,6 |
sufficiente |
21,8 |
12,8 |
7,1 |
17,9 |
mediocre |
10,1 |
7,6 |
7,1 |
9,2 |
scarsa |
5,4 |
- |
- |
3,5 |
non
risponde |
- |
- |
28,5 |
4,1 |
Come si vede, la situazione si capovolge per le risposte di
Zara, tralasciando ovviamente la costante percentuale di chi non risponde; la
maggioranza ha un'ottima conoscenza della lingua, e, del resto, non potrebbe
essere altrimenti, dato che si tratta di una città croata non bilingue, con una
minoranza italiana non significativa dal punto di vista numerico, separata in
modo molto netto dall'antica madrepatria.
In relazione allo stretto interscambio, che esiste tra la
lingua della maggioranza e il dialetto, abbiamo cercato di stabilire se i
nostri interlocutori si accorgono del momento in cui usano ora uno, ora l'altro
registro, oppure se il cambio è così automatico da non averne coscienza.
TABELLA 20
interferenza dialetto/lingua della
maggioranza
(valori
in percentuale)
SI
ACCORGE DEL MOMENTO IN CUI LEI CESSA DI PARLARE DELLA LINGUA DELLA
MAGGIORANZA ED INIZIA A PARLARE DIALETTO? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
sì
|
68,7 |
92,3 |
39,2 |
69,2 |
no |
25,0 |
7,6 |
10,7 |
19,4 |
non
risponde |
6,2 |
- |
50,0 |
11,2 |
Pur notando un complessivo 20% di persone che avvertono
questa sorta di automatismo verbale, possiamo affermare senz'altro che
l'amplissima maggioranza stabilisce una netta separazione, almeno cosciente,
dei due registri, anche se sono molto frequenti i casi di interferenza fra i
vari codici.
Concludiamo, esaminando i dati riguardanti la conoscenza
dell'italiano standard. Ovviamente quasi la totalità degli intervistati afferma
di avere almeno una buona padronanza della lingua.
TABELLA 21: conoscenza italiano standard
(valori
in percentuale)
COME
GIUDICA LA SUA PADRONANZA DELL’ITALIANO? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
ottima |
40,2 |
53,8 |
32,1 |
42,2 |
buona |
55,1 |
46,1 |
50,0 |
51,9 |
sufficiente |
3,4 |
- |
- |
1,9 |
mediocre |
- |
- |
3,5 |
0,6 |
scarsa |
- |
- |
3,5 |
0,6 |
non
risponde |
1,1 |
- |
10,7 |
2,5 |
Nel suddividere i sondaggi, si nota che a Fiume sono in
maggioranza coloro che indicano un'ottima conoscenza della lingua, mentre in
Istria e a Zara il giudizio predominante non va oltre il giudizio 'buona'.
La domanda non fu formulata nei due sondaggi di Pola del
giugno 1994, poiché fu aggiunta solo alla seconda stesura del questionario.
3.2.4. Il dialetto e l'italiano dopo l'esodo.
Abbiamo cercato per mezzo di una serie successiva di domande
del questionario, numerate dalla 22 alla 25, di parlare della diffusione
odierna del dialetto e dell'italiano nell'area considerata, e di giustificare
la sua regressione e gli usi circoscritti, riferendoci anche alla drastica
diminuzione degli italiani nel secondo dopoguerra.
I dati dell'attuale espansione dell'italiano e del dialetto
sono quelli previsti: la maggioranza, attestata intorno al 60%, ritiene che
questi due registri siano poco diffusi nel complesso, mentre poco più del 30%
giudica molto diffusi i due registri.
TABELLA 22: diffusione del dialetto
(valori
in percentuale)
DOVENDO
DARE UN GIUDIZIO COMPLESSIVO SULLO STATO ATTUALE DEL DIALETTO IN ISTRIA,
FIUME E IN DALMAZIA SECONDO LEI E': |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
molto
diffuso e conosciuto |
37,5 |
30,7 |
- |
30,7 |
poco
diffuso |
58,5 |
64,1 |
57,1 |
59,4 |
ormai
quasi scomparso |
2,3 |
5,1 |
21,4 |
5,6 |
altro |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
non
risponde |
0,7 |
- |
21,4 |
3,5 |
TABELLA 23: diffusione dell'italiano
(valori
in percentuale)
DOVENDO
DARE UN GIUDIZIO COMPLESSIVO SULLO STATO ATTUALE DELL' ITALIANO IN ISTRIA,
FIUME E IN DALMAZIA SECONDO LEI E': |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
molto
diffuso e conosciuto |
40,6 |
35,8 |
3,5 |
34,3 |
poco
diffuso |
55,4 |
61,8 |
71,4 |
58,9 |
ormai
quasi scomparso |
0,7 |
- |
7,1 |
1,5 |
altro |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
non
risponde |
2,3 |
2,5 |
17,8 |
4,6 |
I nostri interlocutori, dovendo giustificare il rapporto
numerico fra le due etnie, sono propensi a riconoscere che nel passato gli
equilibri erano diversi.
TABELLA 24: rapporto numerico
italofoni/slavofoni
(valori
in percentuale)
SECONDO
LEI IL RAPPORTO NUMERICO FRA GLI ITALOFONI E GLI SLAVOFONI: |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
è
sempre stato così: gli slavofoni costituivano la maggioranza |
14,8 |
5,1 |
- |
10,7 |
un
tempo erano maggioranza gli italofoni |
60,1 |
66,6 |
64,2 |
62,0 |
un
tempo il rapporto fra i due gruppi era equilibrato |
21,0 |
23,0 |
17,8 |
21,0 |
non
risponde |
3,9 |
5,1 |
17,8 |
6,1 |
La maggioranza ritiene che un tempo erano prevalenti
numericamente quelli che parlavano italiano, mentre per il 20% esisteva un
equilibrio fra i due gruppi, e il restante 10,7% complessivo è propenso a
credere che la superiorità numerica degli slavofoni fosse un dato di fatto
anche nel passato.
Non staremo a speculare sul valore scientifico o meno delle
risposte che potrebbero avere o meno una loro validità storica. L'elemento
importante è che, nonostante alcuni decenni di annullamento etnico e culturale,
molti danno un'interpretazione personale del tutto slegata dai giudizi
conformisti o di comodo che per lungo tempo hanno condizionato questo
argomento.
L'esodo del dopoguerra e dei nostri connazionali giuliani,
causa determinante della decadenza del dialetto e dell'italiano standard, è
valutato da parte dei nostri interlocutori come una scelta sbagliata, come
dimostrano i dati della tabella 25, che rappresentano una maggioranza attestata
sul 35% complessivo, mentre poco più del 20% ritiene una scelta giusta aver
abbandonato le proprie terre.
Notiamo che un 4,6% complessivo motiva l'esodo come fuga
dalla giustizia, opinione assai diffusa e vitale tuttora nelle repubbliche
della ex Jugoslavia, mentre molti, esclusi coloro che esplicitamente scelgono
di non rispondere, sono evasivi e fanno riferimento a non ben definiti ‘motivi personali’.
TABELLA 25:
giudizio sui profughi giuliani, fiumani e
dalmati in Italia.
(valori
in percentuale)
SAPREBBE
DARE UN GIUDIZIO OBBIETTIVO SUL PROBLEMA DEI PROFUGHI GIULIANI, FIUMANI E
DALMATI IN ITALIA? SE SI:, |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
hanno
fatto bene ad andarsene |
17,9 |
25,6 |
28,5 |
21,0 |
hanno
fatto male ad andarsene |
33,5 |
38,4 |
42,8 |
35,8 |
erano
persone che avevano dei debiti con la giustizia |
1,5 |
10,2 |
10,7 |
4,6 |
fu
un esodo forzato |
13,2 |
7,6 |
3,5 |
10,7 |
furono
scelte dettate da motivi personali |
4,6 |
- |
- |
3,0 |
altro |
12,6 |
- |
- |
8,2 |
non
risponde |
16,4 |
17,9 |
14,2 |
16,4 |
In questa domanda le prime tre risposte erano guidate, ma si
lasciava la possibilità di indicare altre valutazioni.
Quando si invitano gli interlocutori a spiegare la loro
approvazione o disapprovazione dell'esodo, otteniamo delle risposte molto
disparate.
In Istria chi biasima l'esodo ritiene che in questo modo la
comunità italiana autoctona sia stata indebolita ed impoverita, che le terre
abbiano perduto la loro specificità etnica e culturale; a Rovigno, in
particolare si lamenta una sorta di tradimento della propria terra con
espressioni forti del tipo: "hanno
abbandonato la loro terra", e si afferma che non esistevano "motivi così forti da giustificare un esodo"
(sic!) e che, adesso, gli esodati “si
pentono delle loro scelte”.
A Fiume si insiste sull'abbandono dei vincoli con la propria
città e sul fatto che gli esodati rimarranno anche a distanza di tempo senza
radici. Molti lamentano che in questo modo la popolazione originaria di Fiume
sia stata decimata.
La comunità zaratina afferma che la città avrebbe mantenuto
la propria identità italiana e, di conseguenza, non si sarebbe depauperata la
nostra nazionalità.
Quelli che riconoscono una valenza positiva nell'esodo
puntano in gran parte sulle diverse condizioni di vita: chi è partito, anche se
ha abbandonato le sue cose, ha potuto ricominciare ed ha avuto maggiori
possibilità di guadagnarsi un tenore di vita migliore.
In Istria alcuni giustificano la scelta col fatto che molti
avevano perduto le loro cose prima ancora che terminasse la guerra, e che molti
furono costretti ad andarsene per le continue pressioni politiche, nonostante
agli inizi non volessero.
Si evidenzia anche come in Italia i profughi si potevano
integrare, mentre in Istria la minoranza italiana non sarebbe stata tutelata.
La comunità fiumana indica come elementi positivi per
l'esodo le migliori condizioni di vita, la possibilità di vivere con un'etnia
uguale alla propria e di poter parlare l'italiano.
A Zara si individuano come elementi positivi dell'esodo la
possibilità di migliorare il tenore di vita e il lealismo verso la propria
nazione.
Questi giudizi non contemplano i soggetti di Pola in quanto
queste domande non erano state formulate nel primo questionario.
3.2.5 I contatti linguistici con gli emigrati.
Un gran numero degli intervistati, oltre il 90% dichiara di
avere dei parenti residenti in Italia o in altri paesi.
Infatti subito dopo la fine della seconda guerra mondiale
l'Italia non fu solo il paese che accolse i nostri connazionali, ma anche il
punto di partenza per un successivo trasferimento verso altri paesi.
Nazioni particolarmente ospitali furono gli Stati Uniti, il
Canada e l'Australia.
TABELLA 26
contatti linguistici con i parenti di
oltreconfine.
(valori
in percentuale)
HA
DEI PARENTI IN ITALIA, U.S.A., CANADA, ECC. |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
sì,
ma ho perduto i contatti |
3,9 |
- |
10,7 |
2,0 |
no |
2,3 |
2,5 |
- |
4,1 |
sì,
ma ho contatti saltuari |
19,5 |
30,7 |
14,2 |
21,0 |
sì,
ho contatti ricorrenti |
73,4 |
66,6 |
50,0 |
68,7 |
non
risponde |
0,7 |
- |
25,0 |
4,1 |
In base a questo ci è parso opportuno stabilire quale fosse
il canale di comunicazione privilegiato fra essi e i nostri interlocutori, sia
nel caso di un incontro diretto o di una semplice comunicazione telefonica.
In entrambi i casi il dialetto rimane la lingua
privilegiata, per la stragrande maggioranza come dimostrano in modo
inequivocabile i valori più o meno equivalenti delle tabelle 27 e 28.
La lingua più usata subito dopo il dialetto è l'italiano,
che raccoglie complessivamente poco più del 15% delle preferenze.
TABELLA 27: registri usati con i parenti
di oltreconfine.
(valori
in percentuale)
QUANDO
SI VEDE CON LORO, PARLA: |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
dialetto |
64,0 |
71,7 |
35,7 |
61,5 |
italiano
|
11,7 |
20,5 |
32,1 |
16,4 |
lingua
della maggioranza |
2,3 |
2,5 |
3,5 |
2,5 |
l.
maggioranza + dialetto |
- |
- |
7,1 |
1,0 |
l.maggioranza
+ italiano |
3,1 |
- |
- |
2,0 |
italiano
+ dialetto |
11,7 |
2,5 |
3,5 |
8,7 |
l.
maggioranza + altra lingua |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
italiano
+ altra lingua |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
altro |
1,5 |
- |
- |
1,0 |
non
risponde |
3,9 |
2,5 |
17,8 |
5,6 |
Più bassi sono, come possiamo notare, gli altri valori
sull'utilizzo di lingue non comprese fra il dialetto, le lingue della
maggioranza e l'italiano o l'uso concomitante di più lingue.
Abbiamo inoltre chiesto, nel caso che la conversazione fosse
telefonica e si svolgesse in dialetto, se emergevano differenze lessicali, di
pronuncia o interferenze con altre lingue, ricavando questi dati.
TABELLA 28: differenze nella
comunicazione telefonica.
(valori
in percentuale)
SE
LA CONVERSAZIONE E' TELEFONICA E SI SVOLGE IN DIALETTO, LA PARLATA DEI SUOI
PARENTI E': |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
identica
alla sua |
27,3 |
15,3 |
32,1 |
25,6 |
mostra
inflessioni italiane |
34,3 |
41,0 |
42,8 |
36,9 |
mostra
inflessioni straniere |
7,8 |
7,6 |
3,5 |
7,1 |
non
vi ha mai fatto caso |
17,1 |
15,3 |
- |
14,3 |
inflessioni
it. + straniere |
4,6 |
2,5 |
- |
3,5 |
altro |
- |
5,1 |
- |
1,0 |
non
risponde |
8,5 |
12,8 |
21,4 |
11,2 |
Come si può notare, la maggioranza rileva che il dialetto
dei parenti è influenzato in massima parte dall'italiano, mentre solo per circa
il 7% lo è da elementi stranieri. Solo per circa un quarto degli intervistati
non esistono riscontrabili differenze fra il proprio registro e quello
utilizzato dai parenti.
Anche
per quanto riguarda la comunicazione telefonica, vediamo che è privilegiata la
parlata vernacola.
TABELLA 29: differenze nella
comunicazione telefonica
(valori
in percentuale)
SE
LA CONVERSAZIONE AVVIENE PER TELEFONO PREFERISCE PARLARE: |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
in
dialetto |
66,4 |
74,3 |
35,7 |
63,5 |
in
italiano |
18,7 |
23,0 |
25,0 |
20,5 |
in
croato |
5,4 |
- |
7,1 |
4,6 |
in
italiano o in dialetto |
3,9 |
- |
17,8 |
5,1 |
altro |
2,3 |
- |
- |
1,5 |
non
risponde |
3,1 |
2,5 |
14,2 |
4,6 |
3.2.6. L'Italia, i mass media e la cultura.
Il punto debole della nostra esigua comunità d'oltreconfine è
quello di perdere il contatto con l'Italia, poiché, in questo modo, si
aprirebbero le porte ad una lenta, ma inesorabile assimilazione.
La scomparsa di una comunità antica e nobile per tradizione,
come quella italiana, discendente dalle glorie marinare di Venezia
sull'Adriatico, non reca lustro a nessuno, non alla madrepatria, incapace di
salvaguardare l'identità dei suoi connazionali all'estero, né alle nazioni di
cui essi sono cittadini, che hanno voluto cancellarli.
Alcuni nostri interlocutori croati ci hanno detto che in
Dalmazia solo le pietre parlano italiano; se la memoria di un popolo è
racchiusa in poche lapidi, questo non può essere un vanto, ma un'atroce
testimonianza dell'annientamento di un'etnia.
Il contatto necessario e vitale per la nostra comunità non è
poter andare a far spesa a Trieste o una gita ad Ancona, ma poter attingere
direttamente ai canali della cultura e dell'informazione italiana.
Riguardo questi contatti, si sono articolate le ultime
domande del nostro questionario.
Per quanto attiene al contatto 'fisico' con l'Italia, abbiamo potuto appurare che i nostri
interlocutori in maggioranza hanno occasione di venire nel nostro paese in modo
sporadico.
TABELLA 30: contatti con l'Italia
(valori
in percentuale)
VIENE
SPESSO IN ITALIA? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
si,
per lavoro/studio |
27,3 |
7,6 |
7,1 |
20,5 |
si,
per le vacanze |
9,3 |
28,2 |
32,1 |
16,4 |
occasionalmente |
53,9 |
48,7 |
42,8 |
51,2 |
quasi
mai |
1,5 |
2,5 |
3,5 |
2,0 |
mai
|
0,7 |
- |
- |
0,5 |
altro |
7,0 |
12,8 |
10,7 |
8,7 |
non
risponde |
- |
- |
3,5 |
0,5 |
Il carattere saltuario della venuta in Italia dei nostri
soggetti è dovuto probabilmente anche alla profonda crisi economica che ha
colpito le ex repubbliche jugoslave, deprezzando la moneta e rendendo più
difficili gli spostamenti oltre confine.
A questo punto, quasi per un percorso obbligato, occorreva
rilevare che cosa fosse l'Italia per i nostri interlocutori o meglio, come
abbiamo scritto un po’ retoricamente in una domanda del questionario, che cosa
suggeriva il nome del nostro paese.
Si trattava di una domanda non facile, poiché esprimere la
lealtà verso un paese, del quale si condivide lingua e cultura, può significare
esporsi a pregiudizi e luoghi comuni molto vitali in Slovenia e Croazia.
Per mettere a proprio agio i nostri interlocutori, abbiamo
optato per due risposte, una 'forte'
e l'altra 'debole', in cui si
affermava il proprio atteggiamento positivo, tre risposte neutre e due
negative, che evidenziavano due aspetti negativi del nostro paese.
I risultati, di cui alla tabella 31, hanno evidenziato la preminenza
della risposta lealista 'debole', per
la quale si sono trovati d'accordo circa la metà degli interlocutori, seguita
da una risposta neutra e dalla risposta lealista ‘forte’.
TABELLA 31: il nome Italia
(valori
in percentuale)
CHE
COSA LE SUGGERISCE IL NOME ITALIA? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
la
nazionale di calcio |
3,9 |
- |
3,5 |
3,0 |
semplicemente
una nazione |
25,0 |
20,5 |
7,1 |
21,5 |
il
paese in cui mi riconosco culturalmente |
56,2 |
58,9 |
10,7 |
50,2 |
la
mia patria |
6,2 |
20,5 |
60,7 |
16,9 |
il
paese del fascismo, tradizionalmente ostile |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
il
paese del bengodi |
0,7 |
- |
- |
0,5 |
il
paese della mafia |
1,5 |
- |
- |
1,0 |
altro |
1,5 |
- |
- |
1,0 |
non
risponde |
3,9 |
- |
17,8 |
5,1 |
Si noti come la risposta lealista 'forte', abbia ottenuto una maggioranza molto ampia a Zara, la
località, toccata dalla nostra inchiesta, più lontana geograficamente
dall'Italia.
Le percentuali delle altre risposte sono basse e del tutto
ininfluenti.
Abbastanza marcato è anche l'interesse alle vicende
politiche italiane, laddove quasi il 70% degli intervistati afferma di
seguirle.
Il problema che emerge è che spesso i quotidiani italiani,
in special modo nel periodo invernale, non sempre sono disponibili, e che,
parimenti, la RAI talvolta non viene captata o è ricevuta con difficoltà.
TABELLA 32: interesse alle vicende
politiche italiane.
(valori
in percentuale)
RIESCE
A SEGUIRE GLI AVVENIMENTI POLITICI IN ITALIA? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
si |
70,3 |
76,9 |
39,2 |
67,1 |
no,
e mi dispiace |
7,8 |
17,9 |
32,1 |
13,3 |
no,
e non mi interessa |
19,5 |
5,1 |
17,8 |
16,4 |
altro |
1,5 |
- |
- |
1,0 |
non
risponde |
0,7 |
- |
- |
1,0 |
Una parte dei nostri interlocutori, di poco superiore al
15%, dichiara di non essere interessata alle vicende politiche italiane, ma
questo non è una grossa novità, siamo sicuri di poter ottenere risultati
simili, facendo una domanda analoga in una qualsiasi località italiana.
L'attenzione all'informazione è comprovata dalla buona
diffusione dei giornali sloveni, croati, ed italiani, facendo debito conto del
costo di un quotidiano in proporzione agli stipendi locali e al carovita in
continuo rialzo.
CAPODISTRIA ISTRIA CROATA
Delo............ 72,2 Glas Istre.... 51,2
Privoste Hovic.. 63,6 Mila.......... 7.6
Feral Tribune.. 5,1
Globus......... 4,2
FIUME ZARA
Novi List...... 71,7 Slobodna Dalm..42,8
Slobodna Dalm... 12,8 Narodni List...28,5
Globus.......... 7,6
Fra i giornali in lingua di maggioranza vediamo che, a
Capodistria, è assai letto dai nostri intervistati il giornale sloveno Delo, nell'Istria, sottoposta alla
sovranità croata, il quotidiano Glas
Istre, a Fiume Novi List, e a Zara la Slobodna Dalmacia, che per i suoi atteggiamenti autonomistici e le sue
critiche all'attuale Presidente della Repubblica croato, ha subito un
commissariamento dal governo di Zagabria.
I giornali italiani sono molto diffusi, soprattutto in
Istria e a Fiume, più complicata è la loro reperibilità a Zara, nel periodo fra
ottobre e maggio, quando viene a mancare il collegamento marittimo con
l'Italia.
Nello stesso periodo è più facile trovarli a Spalato o a
Ragusa, collegate con la nostra penisola tutto l'anno, sia pur solo alcuni
giorni della settimana.
Il quotidiano più diffuso in Istria e a Fiume è La Voce del Popolo, quotidiano fiumano,
pubblicato dalla casa editrice Edit,
che affronta argomenti di politica croata e la problematiche dell'etnia, oltre
agli spazi consueti riservati alla cronaca, alla cultura, alla TV e allo sport.
Accanto ad esso troviamo il Piccolo,
quotidiano triestino, che costituisce una finestra aperta sull'Italia ed ha
attuato due importanti iniziative: la prima che pubblica ogni giorno una pagina
dedicata al Litorale, all'Istria, al Quarnero ed alla Dalmazia, e la seconda
che a partire dalla primavera del 1992 esce oltre confine insieme alla copia
della Voce del Popolo, al prezzo di
un quotidiano, consentendo così un'informazione assai ampia ed economicamente
contenuta.
ISTRIA FIUME
La Voce d.P..... 60,1 La Voce d.P... 64,1
Il Piccolo...... 53,1 Il Piccolo.... 52,1
Panorama (Edit). 23,4 Panorama (Edit)17,9
Gioia........... 16.4 Gioia......... 15,3
Gente.............7,8 Gente......... 15,3
ZARA
Panorama (Edit).. 39,2
Gioia............ 21,4
Gente............ 14,2
Insieme ai quotidiani, segnaliamo la grande diffusione della
rivista fiumana Panorama, edita
anch'essa dalla casa editrice Edit, che tratta di cultura, cronaca, attualità e
politica. La pubblicazione è molto diffusa presso la comunità italiana e
costituisce il principale giornale in lingua italiana venduto nelle edicole di
Zara.
Assai
diffuse sono anche le riviste femminili, stampate in Italia, Gioia e Gente fra tutte, che curiosamente appaiono in tutte le tre aree
della nostra ricerca.
Per quel che concerne la televisione ci troviamo di fronte a
risultati inattesi: un gran numero di intervistati ha dichiarato di non seguire
o comunque di seguire raramente le televisioni nazionali slovene e croate, come
attestano gli esiti della tabella 33.
Chiamati tuttavia ad evidenziare i programmi sloveni o
croati da loro preferiti, i nostri interlocutori, come si riscontra dalla
tabella 34, affermano di ascoltare soprattutto l'informazione, in particolar
modo nella comunità italiana d'Istria, mentre gli altri programmi hanno
percentuali d'ascolto molto basse. A Fiume trova gradimento la visione di films
e documentari, mentre a Zara viene accordata preferenza ai films piuttosto che
ai notiziari.
TABELLA 33: visione TV slovena e croata
(valori
in percentuale)
SEGUE
I PROGRAMMI TELEVISIVI SLOVENI/CROATI? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
si,
li seguo |
39,3 |
53,9 |
67,9 |
45,0 |
li
seguo raramente |
9,3 |
- |
- |
6,1 |
no,
non li seguo |
46,8 |
46,1 |
- |
40,0 |
non
risponde |
4,6 |
- |
32,1 |
8,7 |
TABELLA 34: gradimento programmi TV
slov./croati
(valori
in percentuale)
QUALI
PROGRAMMI PREFERISCE DELLA TV SLOVENA/CROATA? |
||||
|
CAPOD' ISTRIA |
ISTRIA CROATA |
FIUME
|
ZARA |
informazione |
63,6 |
13,6 |
20,5 |
28,5 |
spettacoli
musicali |
- |
3,4 |
- |
- |
sport |
- |
2,5 |
- |
- |
documentari |
- |
1,7 |
10,2 |
- |
films |
- |
1,7 |
12,8 |
32,1 |
trasmissioni
politiche |
- |
1,7 |
- |
- |
Incuriositi da questa generale indifferenza verso le
programmazioni nazionali, abbiamo chiesto le ragioni ai nostri interlocutori.
Essi dicono che le programmazioni sono poco interessanti e
infarcite, soprattutto la sera, da trasmissioni politiche, inoltre i films,
proposti in particolare dalla HRV, la televisione nazionale croata, sono
antiquati, originali in lingua e sottotitolati in croato, a volte provenienti
dall'Europa dell'Est.
La preferenza ricade, come vedremo nella tabella 35, sulle
reti italiane, perché, a detta dei nostri soggetti, trasmettono films recenti,
telefilms per giovanissimi, le immancabili telenovelas,
gradite al pubblico femminile, e i programmi di varietà, che suscitano
particolare approvazione da un po' tutti.
L'indigestione di televisione italiana fa sorgere in noi il
dubbio sull'idea dell'Italia che si sono fatta molti nostri connazionali
giuliani, poichè essa presenta in dose massiccia una condizione di benessere
fittizio; sintomatico è il fatto di un giovane fiumano che ci ha dichiarato
"persino la vostra pubblicità è più
bella della pubblicità croata" (sic!). Ecco, comunque, i dati sulle
preferenze accordate alle TV italiane.
TABELLA 35: visione TV italiana
(valori
in percentuale)
SEGUE
I PROGRAMMI TV ITALIANI (RAI, FININVEST, TMC, ECC.)? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
RAI |
53,9 |
79,4 |
32,1 |
55,8 |
FININVEST |
54,6 |
30,7 |
7,1 |
43,0 |
TELECAPODISTRIA |
8,5 |
- |
- |
5,6 |
TELEMONTECARLO |
1,5 |
- |
- |
1,0 |
ITALIA
7 |
- |
2,5 |
- |
0,5 |
E' da notare che molti intervistati indicano più di una
preferenza e che il gradimento o meno di un programma, a volte, è determinato
dalla ricezione dell'emittente italiana. Inoltre, a differenza di quanto è
avvenuto nella domanda relativa alla tabella 33, dove si ha un'alta percentuale
di persone che non assiste ai programmi della televisione slovena o, in
particolar modo, a quelli della croata, gli intervistati qui hanno voluto esprimere
il loro gradimento più all'emittente, o alle emittenti, che al programma,
mentre in precedenza si segnalava l'occasione in cui si seguiva la televisione
nazionale, ad esempio, per assistere alla trasmissione del notiziario. In base
a questi atteggiamenti possiamo arguire che in prevalenza l'attenzione dei
nostri connazionali è indirizzata principalmente sui nostri canali e solo
sporadicamente gli apparecchi televisivi vengono sintonizzati sulle emittenti
nazionali.
Solo a Fiume e a Zara alcuni hanno dato qualche indicazione
al programma preferito e di questo approfittiamo per catalogarlo nella prossima
tabella.
TABELLA 36: programmi TV italiani
(valori
in percentuale)
QUALI
PROGRAMMI TV ITALIANI PREFERISCE? |
||
|
FIUME |
ZARA |
films |
12,8 |
17,8 |
telegiornali |
10,2 |
- |
documentari |
10,2 |
- |
varietà |
7,6 |
- |
La comprensione dei programmi televisivi italiani è ottima,
solo un marginale 1,5% complessivo dichiara di non capire completamente le
trasmissioni.
TABELLA 37: comprensione programmi TV
italiani
(valori
in percentuale)
RIESCE
AD AVERE UNA COMPLETA COMPRENSIONE DEI PROGRAMMI TV ITALIANI? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
si |
98,4 |
94,8 |
78,5 |
94,8 |
no |
1,5 |
- |
3,5 |
1,5 |
non
sempre |
- |
2,5 |
- |
0,5 |
non
li vedo |
- |
- |
3,5 |
0,5 |
non
risponde |
- |
2,5 |
14.2 |
2,5 |
Si ricorda che molti, soprattutto a Zara, lamentano il fatto
che la ricezione in alcuni quartieri della città è debole o nulla.
I libri hanno una buona diffusione fra gli italiani e
abbracciano un vasto campo di generi, come rivela la tabella 38.
TABELLA 38: letture preferite in italiano
(valori
in percentuale)
LEGGE
LIBRI ITALIANI ? SE SI QUALI? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
narrativa
o romanzi |
36,7 |
46,1 |
26,0 |
36,9 |
libri
didattici |
12,5 |
10,2 |
3,5 |
10,7 |
libri
di storia |
7,8 |
10,2 |
- |
7,1 |
saggistica |
6,2 |
5,1 |
- |
5,1 |
gialli |
5,4 |
2,5 |
- |
4,1 |
libri
scientifici |
3,1 |
- |
3,5 |
3,0 |
romanzi
harmony |
3,1 |
2,5 |
3,5 |
3,0 |
libri
d'avventura |
3,1 |
10,2 |
- |
4,1 |
poesia |
3,1 |
2,5 |
3,5 |
3,0 |
libri
di letteratura |
3,1 |
2,5 |
21,4 |
5,6 |
libri
di fantascienza |
1,5 |
2,5 |
- |
1,5 |
Cercando di circoscrivere un panorama assai ampio, abbiamo
richiesto di indicare uno o più autori e le loro opere e abbiamo riscontrato
(le risultanze sono esposte nella tabella 39) che lo scrittore più conosciuto è
Dante Alighieri, tuttavia, escludendo a priori che i nostri interlocutori siano
tutti degli appassionati trecentisti, possiamo ragionevolmente pensare che, per
molti di loro si tratti di una reminiscenza scolastica.
Secondo noi, sono più significative le preferenze accordate
ai nostri scrittori contemporanei, ad esempio Calvino, Moravia ed Eco, che,
come vediamo, ottengono grande favore in tutte e tre le aree del nostro
sondaggio.
TABELLA 39: scrittori italiani famosi
(valori
in percentuale)
ISTRIA FIUME
Dante........... 30,4 Dante......... 35,8
Moravia......... 26,5 Boccaccio..... 23,0
Manzoni......... 23,4 Moravia....... 20,5
Eco............. 11,7 Eco........... 20,5
Boccaccio....... 9,3 Manzoni....... 12,8
Calvino....... 12,8
ZARA
Dante........... 35,7
Manzoni......... 14,2
Pascoli........ 10,7
Eco............ 10,7
Boccaccio...... 7,1
Il più conosciuto degli autori dell'area giuliana è Italo
Svevo, che ottiene un 7,8% in Istria e Fulvio Tomizza che ottiene risultati in
Istria (4,6%) e a Fiume (5,1%), poi seguono Carlo Sgorlon e Claudio Magris.
Non ottengono risultati comparabili con la loro arte e con
le loro opere famose due importanti scrittori giuliani, Nelida Milani Kruljac e
Enrico Morovich.
Allo stesso modo abbiamo cercato di sapere quali fossero
ritenuti gli uomini più famosi nella storia d'Italia per i nostri
interlocutori.
Ottengono significative preferenze, come si può riscontare
dalla tabella 40 i personaggi principali del Risorgimento italiano: Garibaldi,
in primis, al quale, nella Seconda Guerra Mondiale, fu dedicata anche una
compagnia partigiana.
TABELLA 40: uomini italiani famosi
(valori
in percentuale)
ISTRIA FIUME
Garibaldi....... 64,8 Garibaldi..... 61,5
Mussolini....... 26,5 Mussolini..... 28,2
Mazzini......... 20,3 Mazzini....... 25,6
Cavour.......... 10,1 Cavour........ 20,5
Lorenzo Medici.. 7,0 Lorenzo Medici 12,8
Pertini......... 6,2 D'Annunzio.... 10,2
ZARA
Garibaldi....... 17,8
Leonardo........ 17,8
Michelangelo... 17,8
Cavour......... 14,2
D'Annunzio.....
7,1
Buona accoglienza, soprattutto nel sondaggio di Zara, hanno
gli artisti rinascimentali come Michelangelo e Leonardo, ed anche il
mecenate-principe di quel tempo, Lorenzo il Magnifico.
I contemporanei del Novecento sono rappresentati da due
personaggi, che, nel bene e nel male, hanno rappresentato l'epopea
irredentistica, Mussolini e D'Annunzio. Anche Sandro Pertini ha ottenuto
significativi riconoscimenti.
A questo punto c'è parso assai interessante verificare quale
fosse la posizione dei nostri interlocutori circa l'istituzione di nuove Scuole
Superiori e Università italiane in Istria, a Fiume e in Dalmazia.
La domanda da noi formulata non voleva apparire oziosa: si
sapeva da principio che esistono in tutta l'Istria scuole italiane, che a Pola
si trova la Facoltà di Pedagogia e che a Fiume e a Zara esistono Dipartimenti
di Italianistica in cui gli insegnanti, italiani e croati, non premiati secondo
i loro meriti, ottengono ottimi risultati con scarsi mezzi.
Non si voleva neppure creare falsi ottimismi, ma si voleva
rilevare la posizione degli italiani riguardo la loro cultura, che costituisce,
secondo noi, l'unica valida àncora di salvezza per la nostra martoriata
comunità.
I risultati sono stati univoci in quanto la netta
maggioranza auspicherebbe che fossero aperti centri di istruzione, così vitali
e prestigiosi, che arricchirebbero anche l'etnia slovena o croata.
Si badi bene, noi intendiamo arricchire e non assorbire o
snaturalizzare, poiché si ritiene che molta ostilità che circonda la minoranza
italiana sia dovuta al fatto che gran parte dell'opinione pubblica slava
conosca ed inquadri genericamente gli italiani secondo beceri luoghi comuni.
Se fossero gettate queste basi di cultura, forse potrebbero
aprirsi nuovi ed impensati sviluppi per una convivenza non discriminatoria né
omogeneizzante.
TABELLA 41: istituzione di scuole
italiane
(valori
in percentuale)
SAREBBE
FAVOREVOLE ALL'ISTITUZIONE IN ISTRIA, A FIUME, IN DALMAZIA, DI SCUOLE
SUPERIORI E UNIVERSITÀ' ITALIANE CHE DIANO TITOLI DI STUDIO RICONOSCIBILI IN
ITALIA? |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
no,
la cosa mi lascia del tutto indifferente |
3,1 |
- |
- |
2,0 |
no,
è meglio che non vi siano scuole italiane |
- |
- |
- |
- |
no,
è bene che i giovani studino a Lubiana/Zagabria |
- |
- |
3,5 |
0,5 |
no,
chi vuole fare questi studi vada in Italia |
7,0 |
- |
10,7 |
6,1 |
sì,
sarebbe un arricchimento anche per l'etnia slava |
85.1 |
100,0 |
57,1 |
84,1 |
altro |
2,3 |
- |
- |
5,6 |
non
risponde |
2,3 |
- |
28,5 |
1,5 |
A questo scopo abbiamo ancora chiesto che cosa pensassero i
nostri interlocutori sugli insegnanti, se ritenessero che dovessero essere
italiani madrelingua, per ragioni di migliore pronuncia e dizione e perché in
questo modo invitassero gli studenti ad esprimersi in italiano, oppure
dovessero essere croati.
La domanda non era mossa da alcun velato convincimento che
appartenere ad un'etnia o ad un'altra costituisse una migliore o peggiore
capacità nell'insegnare una materia.
TABELLA 42: insegnanti d'italiano
(valori
in percentuale)
SECONDO
LEI, GLI INSEGNANTI DELLE SCUOLE ITALIANE IN ISTRIA, A FIUME, IN DALMAZIA
DEVONO ESSERE: |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
croati |
2,3 |
- |
7,1 |
2,5 |
italiani |
84,3 |
100,0 |
67,8 |
85,1 |
altro |
7,8 |
- |
14,2 |
7,1 |
non
risponde |
5,4 |
- |
10,7 |
5,1 |
Noi siamo convinti personalmente che un insegnante
d'italiano d'origine slovena o croata possa tranquillamente esplicitare le sue
doti in qualsiasi scuola italiana del nostro paese, ma dove, come in Istria, a
Fiume o in Dalmazia, l'italiano ha pochi canali d'utilizzo, è necessario che
sia insegnato a fondo, appreso a fondo e che sia incentivato in ogni modo il
suo uso.
Purtroppo non sempre lo spirito, con cui è stata composta
questa domanda, è stato compreso, e di questo ci rammarichiamo.
Una domanda più o meno analoga è stata rivolta per i libri
di testo, anche perché avevamo avuto dei riscontri, soprattutto nel passato,
dell'uso di libri di testo inadeguati per le scuole italiane, o perché tradotti
pedissequamente dal croato e quindi poco conformi alle esigenze dei giovani
delle scuole italiane o, perché poco obbiettivi o, in taluni casi, in palese
malafede, soprattutto nel commentare gli avvenimenti storici.
Attualmente nelle scuole italiane sono molto usati gli
stessi testi distribuiti in Italia o testi in italiano editi dalla già citata
casa editrice fiumana Edit.
In entrambi gli ultimi due casi esaminati, come si può
notare nelle tabelle 42 e 43, la larghissima maggioranza degli intervistati
auspica insegnanti italiani e gli stessi libri di testo in uso in Italia.
TABELLA 43: libri di testo
(valori
in percentuale)
I
LIBRI DI INSEGNAMENTO NELLE SCUOLE ITALIANE IN ISTRIA, A FIUME E IN DALMAZIA
DOVREBBERO ESSERE: |
||||
|
ISTRIA |
FIUME
|
ZARA |
TOTALE |
gli
stessi in uso in Italia |
73,4 |
61,5 |
60,7 |
69,2 |
croati,
tradotti in italiano |
10,1 |
30,7 |
21,4 |
15,8 |
scritti
in dialetto |
- |
- |
7,1 |
1,0 |
altro |
14,0 |
5,1 |
10,7 |
11,7 |
non
risponde |
2,3 |
2,5 |
- |
2,0 |
C
O N C L U S I O N E
Gli esiti della nostra ricerca sono stati molto
interessanti, perché ci hanno messo in contatto con una realtà sociolinguistica
nuova e per molti versi a noi sconosciuta. I lavori linguistici che hanno avuto
per oggetto di indagine le minoranze italiane nella ex Jugoslavia sono stati
molto numerosi e condotti secondo canoni scientifici assai rigorosi, ma
purtroppo non hanno avuto la risonanza e i riconoscimenti che avrebbero
meritato. Infatti queste opere rimangono nel circuito chiuso del Friuli Venezia
Giulia e dell'Istria e non riescono ad ottenere un'ampia diffusione nell'intero
campo nazionale.
Nel corso del nostro studio ci siamo imbattuti nella
complessità dei problemi che interessano la minoranza italiana.
In questa nostra ricerca abbiamo riscontrato una leggera
ripresa dell'elemento italiano il quale, dopo decenni di profonda crisi di
identità la cui persistenza avrebbe annullato nel volgere di pochissime
generazioni le comunità italiane, rivendica un ruolo maggiormente attivo nella
realtà sociale slovena e croata.
Questo risveglio, che ha investito anche la sfera culturale,
è tuttavia difficile da valutare, considerati i tempi brevi in cui si è
manifestato, e anche le prese di posizione dei governi di Lubiana e Zagabria,
che paventano sempre il pericolo del secessionismo.
Se le comunità italiane iniziano ad essere pervase da nuovi
germi di entusiasmo e dalla volontà di vedere garantiti i propri diritti di
minoranza, devono fare i conti con una situazione economica pesantemente
condizionata dagli eventi bellici, che paralizza, o semplicemente limita le
loro attività.
La situazione peggiora man mano che ci spostiamo verso
Mezzogiorno: a Fiume la comunità italiana, impossibilitata a pagare l'affitto
della sede, ha subito dal Comune l'istanza di sfratto; a Zara, nonostante la
comunità abbia quasi cinque anni di vita, non ha ancora ottenuto dal Comune una
sede decente e può riunirsi saltuariamente in un albergo occupato per metà dai
profughi bosniaci e per metà dai caschi
blu dell'ONU; a Spalato l'indirizzo della comunità italiana è attualmente
una casella postale, intestata all’avvocato Mladen culic Dalbello
L'assimilazione, nel passato, ha avuto buon gioco, per
queste difficoltà sempre crescenti, che portavano a due soluzioni: o a volere a
tutti i costi mantenere la propria etnia e la lingua, a prezzo di una sempre
più marcata emarginazione e ad una possibile persecuzione, o a rinunciarvi per
integrarsi e non sentirsi sempre un corpo estraneo della società.
I mutamenti politici recenti non hanno migliorato le
condizioni della nostra etnia; basti pensare che sono stati abrogati i
riconoscimenti giuridici e che si cerca di porre un freno alle domande di
doppia cittadinanza.
Un fattore positivo è che, in questi ultimi tempi, parte
dell'opinione pubblica slovena o, ancora di più, quella croata, hanno difeso le
richieste di autonomia e di salvaguardia del particolarismo istriano e palese
testimonianza di ciò sono i successi dei partiti autonomistici dell'Istria e
della Dalmazia.
La situazione, come si può vedere, è ancora magmatica ed
indefinita e allo stesso modo sono incerte le prospettive della conservazione
della nostra lingua standard e del dialetto.
Solo se potesse essere attuata una situazione di bilinguismo
consolidata l' italiano potrebbe effettivamente rivestire una posizione
principale, con una dignità pari alle altre lingue di maggioranza. Nell'attuale
situazione, l'italiano è una lingua che, paradossalmente, non serve quasi a
nessuno, se non a coloro che vogliono impadronirsi di uno strumento per mezzo
del quale poter attingere alla cultura italiana.
Nel corso dei nostri innumerevoli viaggi nell'area presa in
esame, siamo rimasti colpiti dalla grande capacità attrattiva che la cultura
italiana esercita sulla maggioranza a tal punto che molti giovani vengono a
studiare a Trieste, leggono libri e giornali in italiano, assistono a programmi
televisivi in lingua italiana.
Tutto questo è molto positivo, non perché i giovani sloveni
e croati debbano annullare la propria etnia e trasformarsi in italiani tout court, ma perché crediamo che in
questo modo possano essere gettate le basi per una convivenza migliore, basata
non sulla logica ferrea dei numeri, ma sulla dignità.